Il Mercato del Lusso2 Febbraio 2024 17:10

Mercato del lusso, nel 2022 il Made in Italy di Gucci traina gruppo Kering con oltre 10 mld euro di fatturato e l’8% di crescita

Anche Gucci, una delle eccellenze italiane della moda più conosciute al mondo, ha confermato la sua crescita nel 2022 segnando un +8% e superando i 10 miliardi di fatturato.

 Il mercato del lusso viaggia in controtendenza rispetto alla crisi economica causata dall’inflazione, dalle guerre in corso e dai problemi di approvvigionamento globali, segnando una crescita a doppia cifra. Nella manifattura di beni d’alta gamma l’Italia è storicamente una dei leader mondiali, capace di attrarre i consumatori delle fasce più alte con la sua qualità e il suo marchio Made in Italy.

Il campo della moda è un terreno di scontro o di unione tra Italia e Francia e nella seconda categoria è incluso il gruppo Kering, che dal 1999 detiene il 42% di Gucci.

Kering è un Gruppo internazionale del settore lusso, che gestisce lo sviluppo di una serie di Maison di prestigio del mondo della moda, della pelletteria e della gioielleria: Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, Brioni, Boucheron, Pomellato, DoDo, Qeelin, Ginori 1735 nonché Kering Eyewear e Kering Beauté. 

Il gruppo nel 2022 ha generato 20,351 miliardi di fatturato, in crescita del 15% rispetto al 2021. L’Ebitda, margine operativo lordo, è di 7,255 miliardi, il 35,6% del totale.

Entrando nello specifico dei singoli brand, Gucci ha generato 10,487 miliardi di fatturato, in crescita dell’8% rispetto al 2021, mentre un balzo ancora maggiore è arrivato da Yves Saint Laurent che è salito a quota 3,3 miliardi, segnando un +31%. Bottega Veneta, altro marchio italiano, migliora del 16% rispetto al 2021, performance confermata dalle altre componenti del gruppo, che segnano un +18%.

Le vendite del gruppo si dividono proporzionalmente tra i tre principali mercati: il 27% del fatturato proviene dal Nord America, stessa quota per l’Europa, mentre l’area Asia-Pacifico sale al 33%, con un ulteriore 6% proveniente dal Giappone. La crescita europea (+38%) è stata trainata dalle vendite interne e successivamente dalla ripresa del turismo. Stessa situazione per il Nord America (+18%), mentre il mercato asiatico è stato fermo (-2%) principalmente per le restrizioni dovute al Covid.

Il report del bilancio annuale sottolinea come “nel breve e medio termine, la domanda delle generazioni Y e Z rimane uno dei principali fattori di crescita per il settore del mercato globale del lusso. Questo segmento di clientela continua a rappresentare una quota crescente delle vendite, ma il tasso di incremento sta rallentando, dato che la sua penetrazione era già alta alla fine del 2022 (si stima il 65% del fatturato secondo Bain & Company-Altagamma)”.

Le performance di Gucci, nel 2022, hanno visto crescere le vendite e il fatturato. Sempre secondo il report “nell’Europa occidentale la base di paragone era favorevole nei primi mesi dell’anno e la crescita ha subito un’accelerazione dal secondo trimestre in poi, con la ripresa del numero dei turisti, di conseguenza, nel 2022, i ricavi del commercio al dettaglio sono aumentati del 47% su base comparabile. L’andamento delle vendite tra i clienti locali si è mantenuto nel complesso molto solido, frutto degli investimenti della Casa volti ad aumentare le quote di mercato nei principali paesi europei.

In Giappone, la spesa al consumo si è rafforzata dalla fine del 2021 e il numero di turisti è aumentato alla fine del 2022, aiutando per generare un aumento delle vendite del 19% nel 2022.

In Nord America i ricavi di Gucci sono diminuiti del 2%. Tale calo va analizzato considerando una base di paragone molto elevata e l’andamento dei flussi turistici mondiali, che ha inciso particolarmente sull’attività a partire dalla primavera, e l’indebolimento della domanda di alcuni clienti negli Stati Uniti. Tuttavia, i ricavi nordamericani sono rimasti storicamente elevati e sono stati superiori del 63% rispetto al 2019. Inoltre, analizzando le vendite ai clienti nordamericani in tutti i mercati, vediamo che sono aumentati rispetto al 2021 a causa delle eccellenti vendite a questi clienti nell’Europa occidentale.

Su base comparabile, i ricavi sono diminuiti del 14% nella regione Asia-Pacifico. Questo calo è direttamente attribuibile al mercato cinese, dove le severe misure adottate per combattere la pandemia di COVID-19 hanno avuto un forte impatto negativo sui livelli di business da marzo in poi.

Al di fuori della Cina, le vendite nella regione hanno registrato una crescita a due cifre su base comparabile, trainata dalla rapida crescita delle vendite nel sud-est asiatico e da una ripresa in Australia.

Nelle altre regioni del mondo, ad eccezione dell’Europa orientale, la crescita dei ricavi è stata molto sostenuta rispetto al 2021”.

Sempre nel 2022 Gucci ha aperto 27 nuovi negozi, per un totale di 528 punti vendita diretti. Anche in questo caso la maggior parte sono operativi in Asia-Pacifico (181), seguita dal Nord America (107) e Europa occidentale (103).

Guardando anche all’altro marchio di moda del gruppo, Brioni, questo ha visto una ripresa dei ricavi che si sono avvicinati ai dati del 2019 e sono sostanzialmente più alti nei negozi gestiti direttamente.