News8 Febbraio 2024 10:44

Proteste agricoltori, fenomeno europeo che si estende a tutti i Paesi membri. Comune denominatore: politiche Ue

In gran parte d’Europa i trattori marciano alla volta delle capitali, con gli agricoltori sul piede di guerra e pronti a reclamare condizioni più eque di mercato, ma -seppure sotto una bandiera ideologica comune- ogni protesta si differenzia dalle altre nelle varie nazioni.

Tra i punti in comune tra le varie manifestazioni emerge sicuramente l’insofferenza alle politiche europee, dalla questione fitofarmaci alle importazioni da paesi terzi che non rispettano gli stessi principi di sicurezza agroalimentare dei paesi Ue. Ma anche un reddito che tende ad assottigliarsi per gli imprenditori agricoli, a fronte di un aumento degli sforzi sul tema della sostenibilità ambientale.

Sullo sfondo la mancanza in Italia e Spagna delle maggiori organizzazioni agricole che non prestano il fianco alle manifestazioni, pur talvolta incanalando le proteste una volta partite con successo, come accaduto in Francia con la Fneas. E come dovrebbe avvenire nelle prossime settimane in Spagna. Un tentativo insomma di razionalizzare proteste che rischiano di cadere preda dell’estremismo di destra – le cui infiltrazioni sono state notate in Germania e Italia, per convogliarle sotto le bandiere più pacifiche -ma risolute nelle richieste- delle Organizzazioni agricole. 

Ad oggi le proteste più vibranti sono in atto in Spagna, dove gli agricoltori stanno organizzando un’altra giornata di proteste, con migliaia di trattori che bloccano le strade in tutto il paese e avanzano su Barcellona. Gli agricoltori spagnoli affrontano questo ennesimo giorno di proteste senza l’ombrello della maggior parte delle organizzazioni professionali, riporta il Guardian. Proteste che negli ultimi due giorni hanno portato all’arresto di quattro agricoltori a Granada e ad oltre 689 denunce per le proteste degli agricoltori in Castilla- La Mancha. 

Similmente a quanto avviene anche in Italia -dove le proteste degli agricoltori sono lasciate a battitori liberi e il movimento parrebbe organizzarsi sui social – gli agricoltori spagnoli si sono riuniti e si coordinano attraverso gruppi nati sui social network. Simili anche i motivi delle proteste: la modernizzazione dell’irrigazione, le importazioni da paesi che utilizzano prodotti fitosanitari vietati in Europa, le revisione della Pac, la burocrazia, la sostenibilità economica da affiancare a quella ambientale.

Se attualmente la protesta in Spagna si muove in maniera indipendente dalle maggiori sigle agricole, risulta che il 27 febbraio -a seguito del recente successo di partecipanti al raduno dei trattori organizzato da agricoltori indipendenti e convocati attraverso le reti sociali- Asaja, COAG, UPA si uniranno in una sola manifestazione di protesta che attraverserà l’autostrada Córdoba-Málaga. 

Si sono sopite invece le manifestazioni in Francia dopo le concessioni del Governo su alcuni punti, come importazioni e fitofarmaci e della promessa di sostegni economici al settore agricolo da parte del ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau e del primo ministro Gabriel Attal.

Qui il programma degli interventi del primo ministro Gabriel Attal con le nuove misure a sostegno degli agricoltori:

https://www.gouvernement.fr/actualite/produire-et-proteger-des-nouvelles-mesures-pour-lagriculture-francaise

Apparentemente sopraffatto dall’inizio della crisi, Arnaud Rousseau, presidente da aprile della potente organizzazione agricola Fnsea, ha cercato di incanalare le manifestazioni -a cui inizialmente si era opposto-, ottenendo concessioni dal Primo Ministro, spiega Le Figaro. Ed è proprio a seguito delle manifestazioni del settore agricolo, supportate dunque da FNSEA e Giovani agricoltori (JA), che si è giunti ad un punto di incontro tra Governo e agricoltori. 

Le proteste degli agricoltori tedeschi – tra i primi a muoversi in Europa e principalmente a causa del taglio ai sussidi sul gasolio agricolo, ma non solo- invece hanno visto ben presto le infiltrazioni e l’appoggio dell’estremismo di destra. Ed è così che già l’8 gennaio, come scrive Reuters, si poteva osservare su alcuni trattori cartelli e poster del partito di estrema destra “Alternativa per la Germania” (AfD) a sostegno degli agricoltori in rivolta.

“Circolano appelli con fantasie di golpe, si formano gruppi estremisti e vengono apertamente esposti simboli etnico-nazionalisti”, aveva dichiarato il vicecancelliere Robert Habeck e secondo il media tedesco Spiegel, membri di diversi gruppi estremisti di destra, tra cui The Homeland e Third Way, così come membri dell’AfD hanno partecipato attivamente alle proteste.

E il rischio di infiltrazioni della destra estrema parrebbe una costante nelle manifestazioni europee, a cui nemmeno l’Italia sfugge dopo che è emersa la vicinanza e l’appoggio tra il Cra, Agricoltori Traditi, di Danilo Calvani e Giuliano Castellino, già leader di Forza Nuova ed ora alla guida del movimento di estrema destra Ancora Italia.

Sul piede di guerra in questi giorni anche gli agricoltori di Grecia e Bulgaria che si preparano a marciare lungo le autostrade ed a protestare ad Atene e Sofia.