Export15 Luglio 2024 19:19

Rapporto Ice, Zoppas: costi aumentati ma valore made in Italy in aumento. Dal 2019 +30% export. VIDEOINTERVISTA

“La cosa principale, il dato più più confortante, è che se noi mettiamo insieme i dati degli andamenti dei costi delle materie prime che ci sono stati negli ultimi anni insieme ai costi della logistica -che significa essere arrivati all’estero a destinazione, dove abbiamo dei competitor che non hanno avuto i nostri aumenti- vediamo che ad aumenti quasi raddoppiati dei costi e quindi dei prezzi dei prodotti italiani, dal 2019 ad oggi c’è un aumento del 30% di punti percentuali di export. Questo significa che la resilienza degli imprenditori, la tenuta del made in Italy e l’indispensabilità dei nostri prodotti per i clienti esteri ha fatto sì che ad un aumento dei costi sia aumentato addirittura il volume di domanda dei nostri prodotti.”

Così il presidente di Ice, Matteo Zoppas, a margine della presentazione a Roma del rapporto Ice.

“E’arrivato a 626 miliardi di euro di fatturato,conta più di un terzo del PIL e quindi è un elemento determinante per l’economia italiana. Sappiamo che tra il 2023 e il 2022 c’è stata una costanza di risultato che è dovuta ad una riduzione dei volumi per un 5% e un aumento di valore del 5%.

Ci sono tante situazioni, anche geopolitiche, in questo momento in divenire. Prevediamo una crescita rispetto al 2023 di qualche punto percentuale. Naturalmente siamo ottimisti, ma con una sana dose di preoccupazione e  cautela per il contesto geopolitico, perché comunque fino alla pandemia tutti gli elementi e tutte le variabili avevano raggiunto una certa linearità e prevedibilità. Dal Covid in poi ci sono successi degli eventi che noi possiamo chiamare “a fisarmonica” che ancora oggi stiamo scontando. Quindi il lockdown ha creato degli scompensi logistici che non si sono ancora assestati, questi conflitti bellici hanno creato delle situazioni relative ai costi energetici che sono rientrati ma stiamo ancora scontando le conseguenze.

E oggi stiamo vivendo delle nuove tensioni geopolitiche che stanno già sfociando in quello che è il Canale di Suez che dà una certa preoccupazione. Sappiamo che l’intervento militare che stiamo facendo in difesa e in protezione dei mercantili che stanno passando per Suez sta avendo un certo effetto. Sappiamo però che il 7% dei prodotti italiani all’export transita in outbound, quindi 44 miliardi. Circa 80 miliardi sono in inbound quindi l’interscambio circa 120 miliardi di euro del prodotto italiano passa per Suez. È un elemento che viene leggermente compensato per la circumnavigazione dell’Africa ma il problema non è risolto. Dobbiamo stare a vedere quanto avrà di incidenza nei risultati del 2024.”