News29 Maggio 2024 15:57

Transizione 5.0, Urso: lavorato per evitare esclusione da platea di comparti tipici di made in Italy

“Il negoziato sul Piano Transizione 5.0 si è concluso l’8 dicembre scorso con l’approvazione della Commissione europea che ha concesso 6,3 miliardi, una cifra ben superiore anche alle nostre richieste, ottenuti grazie alla valutazione positiva sulla misura e alla conclamata, dimostrata capacità di spesa del MIMIT circa le risorse del PNRR. Siamo una amministrazione virtuosa”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, rispondendo a un’interrogazione sui tempi di adozione delle disposizioni applicative del Piano «Transizione 5.0» durante il question time alla Camera.

“Nella elaborazione del piano abbiano dovuto tener conto sia delle ulteriori modifiche legislative apportate dal Parlamento, prima nel decreto legge PNRR 4 convertito il 29 aprile, poche settimane fa, e poi anche delle modifiche apportate sempre dal Parlamento nel decreto legge Superbonus pubblicato in Gazzetta nella giornata di ieri”, aggiunge Urso. “Nel contempo abbiamo comunque operato per superare i vincoli previsti dalla Commissione Europea in merito al rispetto del principio DNSH, ossia ‘non arrecare danno significativo all’ambiente’. Vincoli che avrebbero escluso 1.200 imprese cosiddette energivore. Si tratta di settori come la carta, il vetro, la siderurgia e la ceramica, fondamentali per il nostro sistema produttivo”.

“Abbiamo lavorato per superare una contraddizione di fondo: l’esclusione dalla platea dei beneficiari del Piano 5.0 – la misura più consistente mai varata a sostegno della Transizione ecologica – proprio di comparti tipici del Made in Italy che maggiormente potrebbero incidere sul contenimento delle emissioni di CO2. Abbiamo lavorato e ci siamo riusciti”, sottolinea il ministro. “Il Governo ha individuato criteri equilibrati e più inclusivi così da ampliare la platea dei beneficiari. Superato questo aspetto, domani avvieremo il concerto con gli altri ministeri, MEF e MASE. per poi trasferire il provvedimento alla Corte dei conti”.

“Circa la possibilità di estendere la finestra temporale tempistica, ricordo che la misura dovrà essere rendicontata al 30/6/2026, nel rispetto della regola generale prevista dal PNRR: questo vincolo impone la necessità di completare gli investimenti entro il 31/12/2025, a meno di eventuali modifiche delle regole del PNRR che auspichiamo possano essere valutate dalla prossima Commissione”, conclude Urso.