ISMEA28 Maggio 2024 14:27

Olio, rapporto Ismea. I DATI: produzione insufficiente e autoapprovvigionamento al 60% ma Italia leader insieme a Spagna. LE VIDEOINTERVISTE

Italia Paese importatore di olio più che produttore. È il dato che più di altri emerge dal rapporto Ismea presentato oggi a Siena in occasione degli Stati generali dell’olivicoltura e che Pminews ha avuto in esclusiva. Dal rapporto emerge forte uno dei punti di debolezza dell’olivicoltura italiana: il 61% delle 619 mila aziende olivicole nazionali ha meno di un ettaro di oliveto e rappresentano il 16% della superficie coltivata. Nota positiva, l’aumento dei prezzi cresciuti in Italia del 204% in Italia tra il 2020 e il 2024 mentre in Spagna nello stesso periodo l’incremento è stato dal 265%. In Italia ci sono 42 dop e 8 Igp che rappresentano solo il 15% della superficie totale a oliveto potenzialmente certificabile e il 4% della produzione totale di olio.

Spagna e Italia detengono la leadership in termini di consumo, produzione e scambi con l’estero: insieme esprimono il 60% della produzione mondiale (15% Italia) e l’80% dell’export mondiale (20% Italia). In Italia il consumo  è superiore alla produzione, il Paese non è autosufficiente e ha un tasso di autoapprovvigionamento in media vicino al 60% con l’import necessario per soddisfare la domanda interna e le esportazioni. E spicca, in negativo, il fatto che in Italia su un’ampia superficie produttiva potenziale di oltre 1 milione di ettari si producono solo 300mila tonnellate di olio con una media di circa 280 litri di olio/ha, contro una media che dovrebbe essere di circa 750 litri di olio/ha. Questo, sia per le piccole dimensioni degli oliveti, sia pergli alti costi da sostenere per attuare correttamente tutte le pratiche agronomiche necessarie per raggiungere livelli di produzione più elevati .

Il rapporto Ismea ha analizzato anche il segmento delle olive da mensa che a livello mondiale rappresenta circa il 10-15% della produzione complessiva di olive. Il settore è in una fase espansiva, con la produzione e i consumi cresciuti di quasi il 90% nell’ultimo ventennio con la produzione mondiale è passata da 1,5 milioni di tonnellate (media 2000-2003) a 3 milioni di tonnellate (media 2020-2023). Tra i paesi produttori, l’Egitto ha triplicato i volumi raccolti ed arrivato al primo posto  mondiale con il 22%, mentre la Spagna, pressoché stabile, conserva una quota del 17%.

Di seguito le videointerviste: