Inchieste21 Maggio 2024 15:29

Per la Fornero tutti milionari. Ecco come l’Inps chiede mille euro a settimana dopo quasi 40 anni di contributi. IL CASO

“Gentile signore. L’importo del contributo volontario settimanale da versare per l’anno 2024 è di euro 1.023,22.”

Da quanto apprende PMINEWS, lo ha chiesto l’INPS, con posta certificata, ad un giornalista professionista ammesso al regime di contribuzione volontaria. Lo stesso è rientrato in Italia dopo aver prestato servizio all’estero come funzionario italiano internazionale in un organismo intergovernativo; ma lo Stato italiano si è dimenticato di versargli un euro, che sia uno, di contributi per i cinque anni di servizio prestati fuori dal nostro paese.

L’importo di 1.023,22 di euro richiesto al professionista è “settimanale”, pari a 13.301,86 euro a trimestre per un totale di 53.207,44 euro all’anno.

Chi sarebbe oggi in grado di pagare oltre mille euro di contributi a settimana all’INPS? “Solo chi ha già vinto al superenalotto – afferma il professionista – oppure chi è in grado di portare a casa uno stipendio che sia almeno di 15 mila euro netti al mese, tenuto conto che poi su questo importo si debbano pagare lVA, acconto e tasse”.

La richiesta dell’INPS di versare volontariamente €1.023,22 a settimana per il 2024, pari a €53.207,44 annui, appare spropositata. Lo stesso professionista ha già maturato abbondantemente il diritto alla pensione con l’INPGI, l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani.  Dal 1° luglio 2022, però, l’INPGI 1 è stato assorbito dall’INPS; e per effetto della cosiddetta legge Fornero il professionista, che ha già versato 38 anni di contributi e oggi viaggia per i 64 anni, dovrà andare in pensione con i parametri previsti dalla Fornero: cioè 67 anni, ecc. ecc..

Si tratta ovviamente di un caso limite sotto molti aspetti, ma che conferma anche i limiti della legge Fornero che ha avuto sì il merito di mettere in sicurezza i conti dello Stato, ma che ha anche generato situazioni paradossali.  Alla richiesta del contribuente rivolta all’INPS di avere una simulazione dettagliata di come tale versamento volontario avrebbe impattato sulla pensione futura, confrontandola con lo scenario di non versamento, il funzionario che è stato sentito dal diretto interessato – riferisce il giornalista a PMINEWS – ha risposto che non era in grado di rispondere in quel momento, perché i tabulati non erano “puliti”.

Un termine tecnico che viene usato anche per dire che c’è bisogno di tempo per fare un calcolo preciso partendo da dati certi. Ma hanno già anticipato che la situazione non cambierà e rimarrà , dopo quasi 40 anni di contributi, intorno ai tremila euro.

Si deve infatti considerare che il professionista aveva avviato nel 2001 una pratica di ricongiunzione di contributi INPS verso l’INPGI che si è conclusa un mese prima che INPGI passasse all’INPS nel 2022.  In pratica per 21 anni i due Enti hanno scambiato raccomandate con la richiesta di “pulire” i tabulati e solo dopo hanno determinato l’importo da versare della ricongiunzione dei 9 anni di contributi INPS verso l’INPGI versati, ma nel frattempo la stessa INPGI è stata assorbita dall’INPS.  

L’unica certezza è che non c’è chiarezza e il caso merita un approfondimento. Versare volontariamente importi elevati potrebbe non essere conveniente perché si rischia di compromettere la propria situazione finanziaria attuale a fronte di benefici che potrebbero essere modesti. C’è da chiedersi come abbiano calcolato l’importo della ricongiunzione nel 2022 se ancora oggi i tabulati non risultano “puliti”. Ma se oggi è sempre l’INPS a dover erogare la pensione perché con una mano prende, con l’altra riceve e con tutte e due chiede alla stessa persona di pagare un importo così esorbitante?

Per la cronaca – sempre da quanto apprende PMINEWS – altri giornalisti (alcuni anche noti al pubblico) con meno di trent’anni di contribuzione e con situazioni molto più complesse sono oggi già in pensione: ma loro si sono rivolti al Tribunale ed il magistrato, in funzione di Giudice del Lavoro, ha dato loro ragione. In Italia bisogna ricorre al Giudice del Lavoro per poter vedere riconosciuti i propri diritti?