In Parlamento15 Maggio 2024 12:16

Automotive, interrogazione Squeri (FI): su rimodulazione politica di incentivazione

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02361

presentato da

SQUERI Luca

testo di

Martedì 14 maggio 2024, seduta n. 292

  SQUERI e CASASCO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

nel settore dell’automotive si registra una rapidissima evoluzione della situazione, che impone altrettanta rapidità nell’adeguare le decisioni da adottare;

la normativa dell’Unione europea che ha imposto alle case automobilistiche operanti sul vecchio Continente lo stop ai motori a combustione interna (endotermici) a partire dal 2035 è sempre più oggetto di critiche;

pochi giorni fa Mercedes ha annunciato all’assemblea annuale degli azionisti di proseguire sulla strada dei motori endotermici anche dopo il 2030, insoddisfatta delle vendite dei modelli elettrici;

Stellantis che aveva programmato, per il 2024, 18 modelli elettrici su complessivi 25, sta riesaminando la situazione del mercato dichiarandosi «aperta a soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori», potendo contare su piattaforme flessibili. L’idea di lanciare nella gamma top solo veicoli elettrici dal 2025 è messa in discussione e si sarebbe deciso di affiancare, ai modelli solo elettrici, «gemelli» ibridi o con motorizzazione tradizionale;

l’impianto di Mirafiori è fermo, con gli operai in cassa integrazione. È lecito porsi domande sul futuro di queste persone. Si allontana l’obiettivo, dichiarato nell’aprile scorso di produrre 200.000 veicoli in quell’impianto. Torino, rispetto agli anni ’80, ha perso 400.000 residenti;

per aggirare il rischio di dazi dell’Unione europea sulle auto elettriche cinesi è in corso una massiccia importazione via nave. I veicoli cinesi invenduti intasano i piazzali dei porti europei. Inoltre è in atto una strategia che prevede l’apertura di stabilimenti automobilistici cinesi all’interno dell’Unione europea;

negli Usa si fa strada l’ipotesi di quadruplicare i dazi sulle auto cinesi. Il Presidente cinese Xi, nella recente visita in Europa ha chiesto di non apporre dazi sulle auto del proprio Paese «per rilanciare le relazioni con i Paesi dell’Unione» e per evitare ritorsioni a danno dei prodotti Unione europea che sarebbero deleterie per il made in Italy;

le politiche di settore poste in essere dai Paesi europei non appaiono avere una strategia comune;

più volte è stato sottolineato che la filiera della componentistica italiana è per il 70 per cento focalizzata sui veicoli endotermici e loro parti e che l’indotto italiano dei settore è tra i principali fornitori delle case automobilistiche europee –:

se non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per rimodulare la politica di incentivazione destinata al rinnovo del parco automobilistico italiano, adeguandola ai nuovi orientamenti dei mercati, alla necessità di evitare tensioni geopolitiche e all’esigenza di sostenere la filiera italiana dell’automotive, indotto compreso.
(5-02361)