News14 Maggio 2024 12:54

Semplificazione controlli, Confartigianato-Casartigiani-Cna: ok dlgs ma valutare criteri certificazione, via prassi riferimento

“Semplificare l’attività dei controlli è una richiesta che da molto tempo avanzano le imprese con le loro associazioni, sin dall’Agenda per la semplificazione del 2015. Dopo quasi dieci anni siamo arrivati a un punto importante per renderla davvero attuale. Le nostre organizzazioni danno una valutazione positiva, in senso ampio, a questo provvedimento. Per due ordini di ragioni”. Lo ha detto Andrea stabile di Confartigianato, durante l’audizione dinanzi alle Commissioni riunite Attività produttive della Camera e Industria, Commercio del Senato nell’ambito dell’esame dello Schema di decreto legislativo recante semplificazione dei controlli sulle attività economiche. L’intervento di Stabile è unitario per Confartigianato, Casartigiani, e Cna.

Il primo punto, spiega Stabile, “è perché si crea una cornice legislativa che può essere utile per una vera e propria ricognizione dei controlli previsti nella nostra legislazione, sia quella locale sia quella nazionale. Una lacuna che abbiamo nel nostro ordinamento, infatti, è che nessuno conosce oggi quali sono davvero i controlli che vengono svolti e quindi anche le interpretazioni. Quindi è importantissimo avere una cornice di riferimento che porti ad avere una sorta di catalogo dei controlli richiesti alle imprese. Il secondo punto che ci vede favorevoli è che questo provvedimento prevede il rafforzamento degli istituti che portano a un maggior dialogo tra imprese e pubblica amministrazione, abbandonando una logica solamente punitiva (la diffida, l’errore scusabile e la legittimazione attiva riconosciuta alle organizzazioni di categoria per proporre interpelli)”.  

“L’altro punto centrale positivo a nostro avviso”, prosegue il rappresentante delle associazioni artigiane, “è quello del rafforzamento del fascicolo elettronico-informatico dell’impresa. Questo è uno strumento che esiste da diversi anni, è fornito dal sistema camerale. Ora, con questo provvedimento, questo fascicolo diventerà il cardine su cui far girare tutta la politica di programmazione e razionalizzazione dei controlli”. E ancora, “l’ultimo aspetto positivo su cui mi soffermo è quello della formazione del personale preposto ai controlli. Sempre al fine di creare un dialogo tra imprese e pubblica amministrazione, l’articolo 8 del decreto prevede che le amministrazioni possano fornire la formazione dovuta ai propri dipendenti anche stipulando convenzioni con università, associazioni di categoria e Camere di Commercio”.

Quanto alle osservazioni delle associazioni, “perché uno strumento informativo, come il fascicolo elettronico, sia utile, è necessario che sia completo”, dichiara Stabile. “Altrimenti, se le amministrazioni non troveranno dentro il fascicolo informatico tutte le informazioni relative a quell’impresa, probabilmente non lo consulteranno neanche. Sappiamo che il fascicolo elettronico dovrebbe essere già oggi alimentato obbligatoriamente, per esempio dagli sportelli unici delle attività produttive, ma questo non accade. Quindi proponiamo che in caso di mancato caricamento da parte di una pubblica amministrazione di un verbale o di un esito di un controllo, l’imprenditore stesso possa presentare un’istanza per chiedere di caricarlo e nel frattempo che possa anche caricarlo spontaneamente”.

“L’altro punto su cui chiediamo di essere accorti e di verificare bene”, aggiunge l’esponente di Confartigianato, “è sull’articolo 3, sul sistema di identificazione e valutazione del livello di rischio basso. Siamo d’accordo con l’istituzione di un meccanismo di controllo che valuti se quell’impresa ha un rischio basso, siamo d’accordo che questo sistema venga identificato in maniera volontaria. Quello che ci preoccupa è che tra i criteri di creazione di questo report di rischio basso c’è quello del possesso di determinate certificazioni. Ora, queste certificazioni sono molto difficili, o meglio, meno frequentemente le micro e piccole imprese artigiane accedono a questi sistemi di certificazione. Quindi temiamo che se si dà troppa rilevanza a queste certificazioni le imprese più piccole non possano mai accedere a un report di rischio basso. Si potrebbero valutare anche altri criteri, per esempio: se un’impresa ha subito dei controlli negli ultimi anni e sono stati positivi, questo potrebbe aumentare il suo rating; oppure strumenti di autovalutazione”.

Infine, sempre nell’articolo 3, “si prevede che questi sistemi di certificazione facciano riferimento non solo alle norme tecniche ma anche alle prassi di riferimento. Chiediamo che vengano escluse le prassi di riferimento perché non sono norme nazionali o internazionali, ma sono elaborate sulla base di un processo di condivisione tra i proponenti e il tavolo di lavoro dell’Uni. Quindi non danno una garanzia completa, è uno strumento molto più limitato e anche fatto da parti”, conclude Stabile.