Ovviamente dopo anni dove l’economia del nostro Paese ha fatto segnare numeri importanti, anche più importanti rispetto a quei competitor europei che solitamente segnavano numeri maggiori dei nostri, cominciamo a notare in alcuni settori una sofferenza, in particolar modo nel settore della moda.
Proprio oggi le nostre tre confederazioni hanno scritto al Ministro Urso chiedendo provvedimenti di urgenza per tutti i nostri produttori, per tutti i distretti che abbiamo sparsi in giro per il Paese e fanno parte di quei gruppi di imprese che esportano la maggior parte d’Italia, del Made in Italy in giro per il mondo.
“Ma se abbiamo iniziato questa narrazione della mostra dicendo che gli artigiani non sono stati fermi al Rinascimento, ma hanno continuato ad evolversi negli anni, ora è il momento di evolvere anche la legislazione che si occupa dell’artigianato italiano. Non possiamo far regolare i nostri mestieri da una legge ferma al 1985. È di estrema urgenza attualizzare la legge quadro sull’artigianato. Non a caso negli ultimi 15 anni 220 mila imprese hanno deciso di non diventare più artigiane perché conveniva adottare altre forme societarie. Ovviamente queste dinamiche sono frutto della crisi e delle tante crisi che gli artigiani italiani hanno subito, forse più degli altri, ma non causandone neanche una. E quindi come oggi ho ricordato nell’introduzione al ministro Urso, anche facendo seguito alla grande e oggettiva disponibilità di questo Governo e del Ministro stesso verso l’artigianato italiano, crediamo che sia arrivato il momento di attualizzare una legge del 1985, perché di sicuro gli artigiani imprenditori d’Italia non sono rimasti ai primi anni ’80”.