News8 Maggio 2024 14:36

Assemblea Confcooperative, Calderone: investiamo su giovani, donne e imprese. Mondo cooperativo determinante

“Devo dire che i temi che lei ha lanciato nel presentarmi sono assolutamente di attualità e sono centrali rispetto a quelle che sono le politiche del Governo, le visioni del Governo e quello che come Ministro del lavoro e delle politiche sociali sono chiamata a fare. Mi piace moltissimo il titolo che avete voluto dare alla vostra Assemblea al lavoro Comunità e Futuro. Credo che in questo ci sia veramente condensato non solo il vostro impegno di cooperatori, ma anche il senso sociale del vostro impegno a favore delle comunità e dello sviluppo delle comunità, perché il lavoro è l’elemento unificante e deve essere anche l’elemento su cui si costruisce una società migliore, in cui le persone trovano nel lavoro la loro dimensione di vita, la loro dimensione di sviluppo personale.”

Così il ministro del lavoro Marina Elvira Calderone nel corso dell’assemblea Confcooperative a Roma. 

“Noi, quando abbiamo riformato gli strumenti di inclusione sociale, lavorativa, avevamo quell’obiettivo e soprattutto abbiamo quella visione in mente. Quando diciamo no al salario minimo, ma invece ci schieriamo a favore del salario dignitoso è perché siamo consapevoli del fatto che in Italia possiamo beneficiare di una condizione che per me è una condizione positiva. Abbiamo un livello di copertura della contrattazione collettiva che è di circa il 98% rispetto a quelli che sono i vari settori contrattuali e anche la forza del lavoro che abbiamo in campo. Questo ci dice anche che tutto questo sistema certamente lo dobbiamo proteggere, lo dobbiamo implementare dobbiamo anche dare le giuste garanzie a chi sceglie di comportarsi bene, a chi sceglie ovviamente la buona contrattazione e soprattutto di proseguire con degli strumenti che poi nel corso del tempo vengono anche migliorati. 

Allora ecco che ho letto con vero piacere la relazione del Presidente, ci sono tanti spunti per un Ministro del lavoro, poi un Ministro che è un tecnico del lavoro. Perché parlare di una scelta di campo che è quella di investire sulla contrattazione buona, quella che poi porta a un salario dignitoso è una scelta che in taluni casi può sembrare anche difficile da difendere, soprattutto laddove si sconta a volte anche il peso invece della concorrenza sleale. 

Io credo in questo, soprattutto legato al tema della sicurezza sul lavoro, di aver fatto una scelta importante: quello di dire che si applicano i contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative. Questo è il tema di fondo che poi deve accompagnarci per sviluppare tutte quelle che sono le altre riflessioni che noi andiamo a fare. 

Quando parliamo di inclusione sociale e lavorativa è perché attraverso il lavoro noi riteniamo che si possano creare le condizioni per eliminare le disparità e io mi aspetto un grande apporto dal mondo della cooperazione e un grande sostegno soprattutto dalle cooperative sociali, in quelle che sono le varie fasi di attuazione di una riforma non facile perché a fronte del sussidio a tutti, noi abbiamo scelto invece di parlare di accompagnamento al lavoro e di sostegno certamente necessario alle famiglie più fragili. 

Per noi è certamente importante poter gestire al meglio gli strumenti rendendoli efficaci. Il collega Fitto vi parlava prima di quelle che sono le scelte fatte anche sulla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e poi anche sulla politica di coesione. Per quanto riguarda i “gol” noi abbiamo fatto delle scelte e le stiamo mettendo in campo per rendere lo strumento più efficace e soprattutto per dare a chi poi si occupa di incrocio tra domanda e offerta di lavoro la possibilità anche di accompagnare con un’attenzione specifica a quelle che sono delle condizioni di fragilità di alcuni lavoratori e lavoratrici che meritano molta attenzione. 

Abbiamo un’attenzione specifica anche per il mondo della cooperazione nell’ultimo intervento che abbiamo fatto nel “Decreto Coesione”. Abbiamo messo in campo 2 miliardi e 800 milioni a favore del lavoro, soldi che si sostanziano in una scelta di campo. Noi investiamo sui giovani, investiamo sulle giovani donne, investiamo sull’impresa, sul lavoro autonomo, sul lavoro professionale, sulla impresa cooperativa. 

Lavoriamo soprattutto per sostenere le cooperative dei giovani perché la cooperazione e quindi anche la destinazione mutualistica di quello che dovrebbe essere l’utile d’impresa, ha una finalità sociale rilevante. Reinvestire nel sociale vuol dire far crescere la nostra società eliminando le disparità e le disuguaglianze. 

Allora ecco che abbiamo certamente da fare tanto però investire sul talento, investire sul talento giovanile è importante per una società che in questo momento ha un altro elemento di preoccupazione: l’invecchiamento attivo della popolazione, il fatto che invece nel nostro Paese diventiamo sempre più “esperti” se non vogliamo dire anziani. 

Allora ecco che in questo momento l’autoimpiego come strumento per la creazione di nuova impresa e soprattutto il sostegno al lavoro a tempo indeterminato sono la risposta a chi invece sostiene che abbiamo, attraverso i nostri provvedimenti, aumentato o sostenuto il precariato. Quando un intervento che è stato fatto per riconsegnare all’alveo della contrattazione collettiva il contratto a termine quindi dare a chi stipula i contratti la facoltà di definire quali sono le casistiche per apporre un termine a un contratto di lavoro viene visto come un elemento di precarizzazione. 

Io rispondo dicendo che i dati attuali dell’occupazione ci dicono invece che non solo abbiamo nell’ultimo anno 500mila persone al lavoro in più, ma che la stragrande maggioranza di quei contratti sono dei contratti a tempo indeterminato. Cosa vuol dire? Che l’azienda, di fronte a una risorsa di qualità, in un momento in cui ci troviamo in una condizione di paradosso perché abbiamo il lavoro e non riusciamo a trovare i lavoratori, l’azienda quando si trova davanti un bravo ragazzo, una brava ragazza con voglia di lavorare investe su quelle persone, investe soprattutto sulla crescita di quell’idea imprenditoriale. E il nostro compito di governo è proprio quello di accompagnare chi vuole fare impresa a farlo nel modo più consapevole e soprattutto più regolare. 

Ma chi vuole fare cooperazione va sostenuto due volte, perché nel sostenere la cooperazione noi sosteniamo quelli che sono gli ideali alti della nostra società. E quando parlo di ideali alti ovviamente mi riferisco a quelli che sono contenuti nei primi 39 articoli della Costituzione della Repubblica italiana: il valore del lavoro come elemento di unione e non come invece elemento di perpetuazione delle disparità. In più c’è certamente da parte nostra anche da prestare attenzione a quelle che sono le sollecitazioni che vengono dai corpi sociali intermedi dello Stato, perché quella funzione di trait d’union tra i cittadini e lo Stato che voi svolgete è assolutamente fondamentale. Sapete che vengo dal mondo delle professioni e io so perfettamente qual è il ruolo e la funzione di chi deve intercettare i bisogni farsene carico e rappresentarli a chi ha dei compiti decisionali. Voi lo fate talmente bene che il Presidente Gardini mi ha detto Ministro mi scuso se la ho stalkerizzata in questi mesi, ma semplicemente perché mi ha rappresentato più lui di altri quella che era un’esigenza importante.