In Parlamento7 Maggio 2024 11:33

Meta, interrogazione Furfaro (Pd Camera): su informazione politica social media

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02746

presentato da

FURFARO Marco

testo di

Lunedì 6 maggio 2024, seduta n. 287

  FURFARO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

dalle informazioni condivise dalla multinazionale Meta inc. e da un’indagine condotta in Italia sulle performance delle pagine Facebook di personaggi e opinionisti politici, emerge che la stessa big tech ha implementato una policy di controllo, gestione e manipolazione dell’informazione politica sulle sue piattaforme principali, Facebook, Instagram e Threads che opera attraverso analisi condotte da un’IA;

tale policy, di cui la multinazionale non ha condiviso nessun dettaglio sul preciso funzionamento, analizza i contenuti pubblicati sui suoi social media, comprendendone il significato e, se accertata una loro natura politica, sociale o civica, ne altera la visibilità organica sulla base di criteri, considerazioni e calcoli che oggi rimangono sconosciuti;

nel 2021 Meta comunicò di aver iniziato a implementare questa policy perché secondo una sedicente inchiesta (riservata) «le persone non volevano che la politica prendesse il sopravvento». Altresì, nella stessa comunicazione Meta ammetteva che tutti i contenuti politici, sociali e civici rappresentavano stabilmente solo il 3 per cento del totale, una percentuale ben lontana dal minimo rischio di «sopravvento», elemento che ci fa oggi dubitare delle reali intenzioni della multinazionale stessa quando ha deciso di avviare il progetto;

allo stesso modo, Meta afferma di star applicando questa policy erga omnes, ossia su tutti i suoi utenti. Tenendo conto che solo su Facebook ci sono oltre 3 miliardi di utenti con una pubblicazione di foto e stories settimanali che a oggi si aggira attorno ai 10 miliardi di contenuti, risulta anche qui abbastanza difficile credere che essa stia oggi facendo lavorare un’IA per analizzarli tutti, quotidianamente. Un processo monumentale che risulta abbastanza improbabile essere stato messo in atto;

dalle analisi condotte qui in Italia, risulta poi un’esuberanza di contenuti a forte carattere politico (e spesso anche a carattere diffamatorio, razzista, intimidatorio, omofobo e violento) pubblicati su Facebook che non solo hanno avuto un grande successo in termini di interazioni, ma che, sempre a quanto risulta, sono stati addirittura promossi gratuitamente dalla piattaforma. Tutti questi contenuti hanno una caratteristica comune: sono stati pubblicati da pagine non ufficiali («community», «blog personali», «organizzazioni», «satira» eccetera), sulle quali dunque questa policy di Meta sembra non operare;

questi due elementi confermano l’idea che Meta non stia applicando questa policy su tutti gli utenti, bensì su ristrette liste di utenti che la multinazionale ritiene in grado di condizionare l’opinione pubblica e su cui sta evidentemente operando un controllo serrato, eterodirigendone la visibilità sulla base di criteri, modalità e considerazioni che oggi rimangono del tutto ignote;

allo stesso modo, anche la Commissione europea sembra persuasa di una non regolarità di queste pratiche, dato che in data 30 aprile 2024 ha ufficialmente avviato un’inchiesta su Meta sulla base del fondato sospetto che la multinazionale stia a oggi retrocedendo «i contenuti politici nei sistemi di raccomandazione di Instagram e Facebook, compresi i loro feed in maniera non conforme agli obblighi del DSA»;

l’intera situazione desta – dunque – gravissima preoccupazione. Una multinazionale proprietaria di un’infrastruttura critica dove oggi si informano oltre 40 milioni di italiani che ha deciso di iniziare a controllare i flussi d’informazione politica, gestendone la visibilità secondo criteri ad avviso dell’interrogante occulti, ambigui e opachi è un pericolo per l’intero sistema democratico. Si tenga infatti presente che è dalle informazioni che i cittadini assimilano che nasce l’opinione politica, dunque il voto. Ma se le fonti dalle quali provengono quelle informazioni sono alterate, evidentemente anche il voto risulta inquinato –:

se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra esposta e quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intenda adottare al fine di garantire la libera espressione nel rispetto delle disposizioni previste dal nostro ordinamento anche in vista delle prossime elezioni europee.
(4-02746)