Export12 Aprile 2024 10:47

Wine Meeting, i dati Ismea: si produce meno vino, ma i paesi top esportano sempre di più

A 100 anni dalla nascita dell’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, l’Italia ha voluto ospitare la Wine Interministerial Meeting presso la cantina Ca’ del Bosco, nel cuore della Franciacorta, in provincia di Brescia. Il ministro Lollobrigida con il Masaf ha riunito 31 paesi produttori per affrontare i temi di stretta attualità legati alla produzione vitivinicola e per programmare il prossimo futuro, sempre più legato alla sostenibilità ambientale e al cambiamento climatico.

Ismea ha provveduto a fotografare l’andamento del mondo vino in tutto il mondo. Nel nostro paese il comparto vale 13,8 miliardi di fatturato e vede impegnate su tutto il territorio 241 imprese, con 675mila ettari 2 33mila aziende vivificatrici. Nel 2023 la produzione è stata di 38 milioni di ettolitri, in calo del 23,2% rispetto all’anno precedente, ma è il volume globale a segnare il passo, almeno nei principali paesi produttori: nel 2023 si è fermato a 237 milioni di ettolitri. La media 2019-2023 segna un -5,4% per l’Italia, -18,2% per la Francia e -17,4% per la Spagna.

Nonostante altre nazioni stiano emergendo, come Australia, Cile, Stati Uniti e Sud Africa, il mondo segna un passo indietro anche per le superfici coltivate, che oggi arrivano a quasi 7,3 milioni di ettari rispetto ai 7,8 milioni del 2003. Del resto si beve meno, puntando però alla qualità. Nel 2023 si sono registrati 223 milioni di ettolitri consumati, 25 in meno rispetto al picco di 250 del 2008. In questo caso colpiscono i dati di singoli paesi: in Francia il calo 2023-2004 è stato del 27,8%, in Spagna quasi del 30% e in Italia del 21%. Al contrario si è assistito ad un vero e proprio boom negli Stati Uniti (+48,2%), Regno Unito (+17%), Cina (+12,5%) e Russia (+20,7%).

La vera battaglia dei produttori si gioca quindi sul mercato estero, piuttosto che su quello interno. In questo caso i dati confermano come sia questa la direzione attuale. Sempre per il periodo 2023-2004 l’Italia è cresciuta del 39%, la Spagna del 94%, mentre la Francia è scesa dell’8%. Boom per il Cile (+133%) e Argentina (+137%), ma con volumi decisamente minori rispetto ai tre paesi top. Nel periodo di riferimento 2023-2019 l’Italia prevale nei volumi di export, 21,4 milioni contro i 21,2 della Spagna e i 13,9 della Francia, ma sono i transalpini ad essere primi in classifica per il valore delle esportazioni con 10,8 miliardi di euro contro i 7,1 del nostro paese e i 2,9 degli iberici.

Sull’altra faccia della medaglia, quella delle importazioni, spiccano, sempre per il periodo 2023-2004, gli Stati Uniti con un +140% e soprattutto la Cina (+1046%). In Europa comprano più vino Germania (+23%), Regno Unito (+23%), Francia (+25%).

Chi consuma più vino? Gli Usa, con 33,7 milioni prevalgono su Francia, 24,6 e Italia, 23,2, mentre il podio dell’import vede Germania (14,2) davanti Regno Unito (13,2) e Stati Uniti (13).

A 100 anni dalla nascita dell’Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, l’Italia ha voluto ospitare la Wine Interministerial Meeting presso la cantina Ca’ del Bosco, nel cuore della Franciacorta, in provincia di Brescia. Il ministro Lollobrigida con il Masaf ha voluto riunire 31 paesi produttori per affrontare i temi di stretta attualità legati alla produzione vitivinicola e per programmare il prossimo futuro, sempre più legati alla sostenibilità ambientale e al cambiamento climatico.

Ismea ha provveduto a fotografare l’andamento del mondo vino in tutto il mondo. Nel nostro paese il comparto vale 13,8 miliardi di fatturato e vede impegnate su tutto il territorio 241 imprese, con 675mila ettari 2 33mila aziende vivificatrici. Nel 2023 la produzione è stata di 38 milioni di ettolitri, in calo del 23,2% rispetto all’anno precedente, ma è il volume globale a segnare il passo, almeno nei principali paesi produttori: nel 2023 si è fermato a 237 milioni di ettolitri. La media 2019-2023 segna un -5,4% per l’Italia, -18,2% per la Francia e -17,4% per la Spagna.

Nonostante altre nazioni stiano emergendo, come Australia, Cile, Stati Uniti e Sud Africa, il mondo segna un passo indietro anche per le superfici coltivate, che oggi arrivano a quasi 7,3 milioni di ettari rispetto ai 7,8 milioni del 2003. Del resto si beve meno, puntando però alla qualità. Nel 2023 si sono registrati 223 milioni di ettolitri consumati, 25 in meno rispetto al picco di 250 del 2008. In questo caso colpiscono i dati di singoli paesi: in Francia il calo 2023-2004 è stato del 27,8%, in Spagna quasi del 30% e in Italia del 21%. Al contrario si è assistito ad un vero e proprio boom negli Stati Uniti (+48,2%), Regno Unito (+17%), Cina (+12,5%) e Russia (+20,7%).

La vera battaglia dei produttori si gioca quindi sul mercato estero, piuttosto che su quello interno. In questo caso i dati confermano come sia questa la direzione attuale. Sempre per il periodo 2023-2004 l’Italia è cresciuta del 39%, la Spagna del 94%, mentre la Francia è scesa dell’8%. Boom per il Cile (+133%) e Argentina (+137%), ma con volumi decisamente minori rispetto ai tre paesi top. Nel periodo di riferimento 2023-2019 l’Italia prevale nei volumi di export, 21,4 milioni contro i 21,2 della Spagna e i 13,9 della Francia, ma sono i transalpini ad essere primi in classifica per il valore delle esportazioni con 10,8 miliardi di euro contro i 7,1 del nostro paese e i 2,9 degli iberici.

Sull’altra faccia della medaglia, quella delle importazioni, spiccano, sempre per il periodo 2023-2004, gli Stati Uniti con un +140% e soprattutto la Cina (+1046%). In Europa comprano più vino Germania (+23%), Regno Unito (+23%), Francia (+25%).

Chi consuma più vino? Gli Usa, con 33,7 milioni prevalgono su Francia, 24,6 e Italia, 23,2, mentre il podio dell’import vede Germania (14,2) davanti Regno Unito (13,2) e Stati Uniti (13).

Per quanto riguarda l’Italia, sul territorio sono presenti 527 tra DOP e IGP: accanto alle 77 Docg sono presenti 332 Doc e 118 Igt. Il consumo pro capite è di 37 litri, ma nel 2023 si è registrato un calo del 2%.

Tuttavia la superficie a vite, rispetto al 2016, è cresciuta del 5%. L’Italia sta lavorando per aumentare il valore del vino venduto, ma i dati Ismea rilevano che la risposta del mercato varia in funzione della tipologia: i Dop sono in crescita del 3%, mentre il valore delle Igp scende dell’1,5% (riferimento 2023-2014). Moderata la crescita dei vini da tavola (+1,6%).

Sull’export la conferma del cambiamento arriva ancora una volta dai numeri: la produzione tra il 2022 e il 2023 è calata, ma per esempio il valore è cresciuto del 12,3% sulle Dop frizzanti e del 4,2% per gli spumanti. Crollo invece per gli spumanti Igp (-28.9%). Interessante, sempre per le esportazioni, il dato dei vini frizzanti comuni (+9,9%).

In generale, negli ultimi 10 anni, l’export è cresciuto in valore per il 56%, con le Dop che pesano per il 67%% anche grazie alla misura OCM Vino.