News7 Marzo 2024 11:13

Transazioni commerciali, Urso: minore rigidità sui termini di pagamento che vengono imposti, salvaguardare peculiarità

“Condividiamo l’obiettivo di contrastare i ritardi dei pagamenti, perché è un’esigenza del sistema produttivo dei nostri Paesi e quindi dell’Europa.

Dobbiamo con franchezza rispondere che riteniamo non adeguato l’atto giuridico del Regolamento, mentre preferiamo che resti una direttiva, come strumento sicuramente più idoneo in questo contesto, perché la direttiva ci consente di tenere conto delle diversità socio economiche e amministrative dei vari Paesi”.

Così Adolfo Urso, Ministro Mimit, nel corso della discussione sul “regolamnto relativo alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali”, nell’ambito del Consiglio Competitività in corso a Bruxelles.

“Per quanto riguarda il termine vincolante dei 30 giorni, anche in questo caso riteniamo che non possa essere posto in questo modo così netto. Preferiamo che siano mantenute le deroghe, che sicuramente ogni Stato può poi utilizzare tenendo conto dei contesti specifici. Per esempio anche noi abbiamo una normativa che, su un limite massimo di pagamento a 30 giorni, ammette alcuni eccezioni tra cui significativa, è stata da altri richiamata, quella nel settore sanitario.

Pertanto preferiamo che ci sia una minore rigidità sui termini di pagamento che vengono imposti e ci sia la possibilità di diversificare e valorizzare le peculiarità dei diversi rapporti commerciali esistenti, se nella pubblica amministrazione o tra privati. Per quanto riguarda l’autorità nazionale anche a nostro avviso ci sembra una é una imposizione eccessiva. tenendo conto che non è ben chiaro quale sia poi l’impatto del nuovo Regolamento, sia per quanto riguarda i poteri conferiti all’autorità di controllo, i compiti, la responsabilità, sia in termini ai costi che gli Stati dovrebbero comunque assumersi per realizzare questa nuova autorità di controllo.

Oltre a non essere chiaro, il rapporto tra l’Autorità e la magistratura nazionale, quali siano i rispettivi ambiti di giurisprudenza e chiediamo quindi che ci sia davvero una riflessione, con l’obiettivo che anche in questo caso prevalga il buon senso rispetto a una realtà attuale che tutti noi conosciamo”.