News1 Marzo 2024 13:27

Pil, Istat: nel 2023 economia italiana in crescita dello 0,9%. Decelerazione rispetto al 2022 (4%)

Nel 2023 l’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022 (4,0%). La crescita  è stata principalmente stimolata dalla domanda nazionale al netto delle scorte, con un contributo di pari entità di consumi e investimenti. La domanda estera netta ha fornito un apporto lievemente positivo, mentre è stato negativo quello della variazione delle scorte. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, il valore aggiunto ha segnato crescite nelle costruzioni e in molti comparti del terziario, mentre ha subìto contrazioni in  agricoltura e nel complesso delle attività estrattive, manifatturiere e nelle altre attività industriali. La crescita dell’attività produttiva si è accompagnata a una espansione dell’input di lavoro e dei redditi. Il rapporto tra l’indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e il Pil ha registrato un miglioramento rispetto al 2022, con una pressione fiscale rimasta invariata. La riduzione della spesa per interessi si riflette in un miglioramento del saldo primario.

  • Nel 2023 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 2.085.376 milioni di euro correnti, con un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto dello 0,9%.
  • Dal lato della domanda interna nel 2023 si registra, in termini di volume, un incremento del 4,7% degli investimenti fissi lordi e dell’1,2% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le importazioni di beni e servizi sono scese dello 0,5% e le esportazioni sono cresciute dello 0,2%.
  • La domanda nazionale al netto delle scorte e la domanda estera netta hanno contribuito positivamente alla dinamica del Pil, rispettivamente per 2,0 e 0,3 punti percentuali, mentre l’apporto della variazione delle scorte è stato negativo per 1,3 punti.
  • Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 3,9% nelle costruzioni e dell’1,6% nelle attività dei servizi. Si rilevano contrazioni del 2,5% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e dell’1,1% nell’industria in senso stretto.
  • L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche (AP), misurato in rapporto al Pil, è  stato  pari  a -7,2%, a fronte del -8,6% nel 2022.
  • Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,4% (-4,3% nel 2022).

FIGURA 1. ANDAMENTO DEL PIL IN VOLUME

Anni 2008-2023, valori concatenati in milioni di euro (anno di riferimento 2015) e variazioni percentuali annuali

FIGURA 2. SALDI DI FINANZA PUBBLICA IN RAPPORTO AL PIL

Anni 2008-2023, incidenza percentuale sul Pil

IL PIL E LE SUE COMPONENTI

Nel 2023 l’insieme delle risorse disponibili, date dalla somma del Pil e delle importazioni, è aumentato in volume dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Dal lato degli impieghi i consumi finali nazionali sono cresciuti dell’1,2%,  gli investimenti fissi lordi del 4,7% e le esportazioni di beni e servizi dello 0,2%.

La crescita del Pil è stata accompagnata da un decremento delle importazioni di beni e servizi dello 0,5% (Tavola 4 dell’allegato statistico).

PROSPETTO 1. CONTO ECONOMICO DELLE RISORSE E DEGLI IMPIEGHI

Anno 2023, valori in milioni di euro

AGGREGATIValori a prezzi correntiVariazioni % 2023/2022Valori concatenati (anno di riferimento 2015)Variazioni % 2023/2022
Prodotto interno lordo ai prezzi di mercato2.085.376+6,21.788.713+0,9
Importazioni di beni e servizi fob702.213-6,2570.853-0,5
Consumi finali nazionali1.620.370+5,11.377.337+1,2
– Spesa delle famiglie residenti1.230.862+6,51.039.750+1,2
– Spesa delle AP378.494+0,8328.386+1,2
– Spesa delle ISP11.014+10,59.606+6,9
Investimenti fissi lordi441.440+3,8395.580+4,7
Variazione delle scorte-7.822
Oggetti di valore2.581+7,51.988+20,9
Esportazioni di beni e servizi fob731.019+2,0597.220+0,2

Il contributo alla variazione del Pil della domanda nazionale al netto delle scorte è risultato positivo (+2,0 punti percentuali). In particolare hanno fornito un apporto positivo di 0,7 punti la spesa delle famiglie residenti e ISP, di 0,2 punti la spesa delle AP, di 1,0 punti gli investimenti fissi lordi e oggetti di valore e di 0,3 punti percentuali la domanda estera netta. Il contributo della variazione delle scorte è stato negativo per 1,3  punti  percentuali (Prospetto 2).

PROSPETTO 2. CONTRIBUTI ALLA CRESCITA DEL PIL

Anni 2019-2023, prezzi dell’anno precedente

AGGREGATI20192020202120222023
Domanda nazionale al netto delle scorte+0,2-7,6+7,1+4,7+2,0
– Consumi finali nazionali0,0-6,2+3,5+3,0+1,0
  – Spesa delle famiglie residenti e Isp+0,1-6,2+3,2+2,8+0,7
  – Spesa delle AP-0,10,0+0,3+0,2+0,2
– Investimenti fissi lordi e oggetti di valore+0,2-1,4+3,7+1,8+1,0
Variazione delle scorte-0,4-0,5+1,1-0,2-1,3
Domanda estera netta+0,7-0,8+0,1-0,6+0,3
Prodotto interno lordo+0,5-9,0+8,3+4,0+0,9

La somma dei singoli contributi può differire da quella aggregata – e quindi dalla variazione del Pil – a causa dell’effetto degli arrotondamenti.

Nel 2023 il deflatore del Pil (Tavola 5 dell’allegato statistico) è aumentato del 5,3%, con un incremento del 5,2% per la spesa delle famiglie residenti e un calo dello 0,8% per gli investimenti fissi lordi.

Nel 2023 si è registrato un miglioramento nella ragione di scambio con l’estero, quale risultante di una crescita del deflatore delle esportazioni di beni e servizi (+1,8%) a fronte di un calo del deflatore delle importazioni (-5,7%).

la domanda interna e la domanda estera netta

Nel 2023 la spesa per consumi finali delle famiglie residenti è cresciuta in volume dell’1,2% (+4,9% nel 2022) (Tav.4 dell’allegato statistico).

Sul territorio economico, la spesa per consumi di servizi è aumentata del 3,8%, quella per beni è scesa dell’1,2%. Gli incrementi più significativi, in volume, si rilevano nelle seguenti funzioni di consumo: spese per trasporti (+7,1%), per alberghi e ristoranti (+5,4%) e per ricreazione e cultura (+4,2%). Si registrano variazioni particolarmente negative nelle spese per vestiario e calzature (-6,0%) e per mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa (-5,6%) (Tavola 23 dell’allegato statistico).

FIGURA 3. SPESA PER CONSUMI FINALI DELLE FAMIGLIE SUL TERRITORIO ECONOMICO PER TIPO DI PRODOTTO

Anni 2008-2023, variazioni percentuali annuali, valori concatenati (anno di riferimento 2015)

La spesa delle Amministrazioni pubbliche è cresciuta dell’1,2%, mentre quella delle Istituzioni sociali private (ISP) del 6,9% (Tavola 4 dell’allegato statistico).

Gli investimenti fissi lordi hanno segnato una crescita del 4,7% (+8,6% nel 2022), con aumenti del 3,1% degli investimenti in costruzioni, del 3,2% in macchinari e attrezzature, del 23,4% in mezzi di trasporto e del 5,9% in prodotti della proprietà intellettuale (Figura 4).

Le importazioni di beni e servizi sono diminuite in volume dello 0,5%, le esportazioni sono cresciute dello 0,2%.

FIGURA 4. INVESTIMENTI FISSI LORDI PER TIPO DI BENE

Anni 2008-2023, variazioni percentuali annuali, valori concatenati (anno di riferimento 2015)

i settori produttivi

Nel 2023 il valore aggiunto complessivo è aumentato in volume dell’1,1%; nel 2022 aveva registrato una crescita del 3,9%. L’incremento è stato del 3,9% nelle costruzioni e dell’1,6% nei servizi, mentre l’agricoltura, silvicoltura e pesca segna un calo del 2,5% e l’industria in senso stretto dell’1,1%. Nel settore terziario aumenti particolarmente marcati si registrano per servizi di informazione e comunicazione (+4,0%), attività immobiliari (+3,3%) e per attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi (+6,1%).

PROSPETTO 3. VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE

Anni 2019-2023, variazioni percentuali annuali, valori concatenati (anno di riferimento 2015)

AGGREGATI20192020202120222023
Valore aggiunto+0,5-8,4+8,0+3,9+1,1
Agricoltura, silvicoltura e pesca -1,6-4,6-0,7+2,4-2,5
Attività estrattiva, manifatturiera ed altre attività industriali-0,1-11,2+13,7-0,5-1,1
  di cui: attività manifatturiere-0,4 -13,4+15,0+3,8+0,2
Costruzioni+2,7-5,9+20,6+10,7+3,9
Servizi+0,6-7,9+6,1+4,8+1,6
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli; trasporto e magazzinaggio; servizi di alloggio e di ristorazione+1,8-17,7+14,0+11,0+1,1
Servizi di informazione e comunicazione+2,6-0,3+6,7+6,4+4,0
Attività finanziarie e assicurative+0,8+0,7-1,8+0,3-0,2
Attività immobiliari+1,1-3,1+0,7+0,9+3,3
Attività professionali, scientifiche e tecniche; amministrative e servizi di supporto-1,4-2,4+8,3+4,5+2,3
Ap, difesa, istruzione, salute e servizi sociali-0,6-4,2+3,2+0,5-0,4
Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento; riparazione di beni per la casa e altri servizi+0,1-16,6+3,6+8,9+6,1


occupazione e redditi da lavoro

Nel 2023 le unità di lavoro (Ula) sono aumentate del 2,2%, a sintesi di una crescita del 2,6% delle Ula dipendenti (Figura 5) e dell’1,2% delle Ula indipendenti. L’aumento ha riguardato quasi tutti i macrosettori: +1,4% nell’industria in senso stretto, +1,6% nelle costruzioni e +2,7% nei servizi (Tavole da 10 a 13 dell’allegato statistico). Unica eccezione l’agricoltura, silvicoltura e pesca in cui l’occupazione misurata in Ula è scesa del 2,4%.

I redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono aumentati rispettivamente del 4,4% e del 4,5% (Tavole da 14 a 17 dell’allegato statistico). Le retribuzioni lorde per unità di lavoro hanno registrato un incremento dell’1,9% nel totale dell’economia; nel dettaglio, vi sono stati aumenti dell’1,3% per il settore agricolo, del 3,4% per l’industria in senso stretto, del 2,6% per le costruzioni e dell’1,4% nei servizi.

FIGURA 5. UNITÀ DI LAVORO DIPENDENTI E RETRIBUZIONE LORDA PER ULA DIPENDENTE

Anni 2019-2023, variazioni percentuali annuali

indebitamento netto e saldo primario delle aMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Sulla base delle informazioni pervenute, l’Istat ha elaborato in via provvisoria le stime del conto consolidato delle Amministrazioni pubbliche per l’anno 2023. L’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è  stato  pari  a  -7,2% (-8,6% l’anno precedente). In valore assoluto l’indebitamento per il 2023 è di -149.475 milioni di euro, in diminuzione di circa 18,5 miliardi rispetto a quello dell’anno precedente (Prospetto 4).

PROSPETTO 4. AGGREGATI DI FINANZA PUBBLICA

Anni 2020-2023, milioni di euro a prezzi correnti e valori percentuali

AGGREGATI2020202120222023
Accreditamento (+)/Indebitamento (-) netto-155.845-159.169-167.958-149.475
Indebitamento netto/Pil (%)-9,4-8,7-8,6-7,2
Saldo primario (a)-98.536-95.475-85.080-70.864
Saldo primario/Pil (%)-5,9-5,2-4,3-3,4
Prelievo fiscale708.713776.089833.621886.328
Pressione fiscale (a) 42,742,642,542,5
Debito2.573.5392.679.9012.757.5472.862.809
Debito/Pil (%)154,9147,1140,5137,3

Fonti: per il Debito Pubblico Banca d’Italia, Collana Statistiche, “Finanza pubblica: fabbisogno e debito – dicembre 2023’ del 15 febbraio 2024.

 (a) vedi glossario

Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è ancora negativo e pari a -70.864 milioni di euro, con un’incidenza sul Pil del -3,4% (-4,3% nel 2022). Il saldo di parte corrente (risparmio o disavanzo delle AP) è positivo e pari a 12.641 milioni di euro (era -23.065 milioni nel 2022), risultato di un aumento  delle uscite correnti (circa 17,8 miliardi) e di una crescita delle entrate correnti di circa 53,5 miliardi di euro (Tavole 18 e 19 dell’allegato statistico).

entrate e uscite delle aMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Nel 2023 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 6,4% rispetto all’anno precedente (Prospetto 5). L’incidenza sul Pil è pari al 47,8%.

Le entrate correnti hanno registrato un aumento del 5,8%, attestandosi al 46,6% del Pil. In particolare, le imposte dirette sono cresciute del 10,2%, principalmente per l’aumento dell’IRPEF e dell’IRES. In aumento anche le sostitutive sugli interessi e sui redditi da capitale e le ritenute sugli utili distribuiti dalle società. Le imposte indirette hanno registrato una crescita anch’essa marcata (+5,4%), con aumenti significativi dell’imposta sull’energia elettrica, dopo la riattivazione degli oneri di sistema e delle accise, e di quella sugli oli minerali e derivati. In crescita, sebbene più contenuta, la dinamica di IVA e IRAP. In aumento rispetto al 2022 risultano anche i contributi sociali effettivi (+3,0%) e la produzione vendibile e per uso proprio (+5,9%) mentre scendono le altre entrate correnti (-5,2%).

L’aumento delle entrate in conto capitale (+39,7%) è dovuto principalmente alla crescita delle altre entrate in conto capitale e, in particolare, dei contributi agli investimenti dall’Unione europea relativi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) è risultata pari al 42,5%, invariata rispetto all’anno precedente, per effetto di una crescita del Pil a prezzi correnti (+6,2%) pari a quella delle entrate fiscali e contributive (+6,3%).

PROSPETTO 5. CONTO ECONOMICO CONSOLIDATO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

Anni 2020-2023, variazioni percentuali annuali

AGGREGATI2020202120222023
Produzione vendibile e per uso proprio-13,0+13,1+6,8+5,9
Imposte dirette-2,8+6,9+8,5+10,2
Imposte indirette-11,8+14,5+7,4+5,4
Contributi sociali-5,2+7,1+6,2+3,0
Altre entrate correnti-3,8+4,0+10,5-5,2
Totale entrate correnti-6,8+9,4+7,5+5,8
Totale entrate in conto capitale+19,1+97,0+52,6+39,7
Totale entrate-6,7+10,0+8,1+6,4
Redditi da lavoro dipendente+0,2+2,1+6,0-0,5
Consumi intermedi+1,8+7,5+7,7+2,4
Prestazioni sociali in natura acquistate+1,0+3,6+4,1+5,2
Prestazioni sociali in denaro+10,5-0,3+2,3+4,3
Altre uscite correnti+12,6+9,4+15,60,0
Interessi passivi-5,1+11,1+30,1-5,1
Totale uscite correnti+5,7+2,9+7,1+1,9
Totale uscite in conto capitale+42,7+64,4+11,5+14,8
Totale uscite+8,3+8,7+7,7+3,8

Nel 2023 le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,8% rispetto al 2022. In rapporto al Pil sono risultate pari al 55,0%. Al loro interno, le uscite correnti sono cresciute del 1,9% principalmente in conseguenza della dinamica dei consumi intermedi (+2,4%) e delle prestazioni sociali in denaro (+4,3%). La dinamica di queste ultime è da attribuirsi a un incremento della spesa per pensioni e rendite del 7,3%, dovuto anche alla forte indicizzazione ai prezzi, e a una riduzione del 3,6% della spesa per altre prestazioni sociali in denaro, in buona parte determinata dalla cessazione delle indennità una tantum erogate nel 2022 per contrastare gli effetti economici derivanti dall’emergenza energetica. Invariate le altre uscite correnti. In forte calo gli interessi (-5,1%, era +30,1% nel 2022) e in diminuzione i redditi da lavoro dipendente (-0,5%).

Le uscite in conto capitale sono aumentate del 14,8%, sintesi della sostenuta crescita sia dei contributi agli investimenti (+23,4%), sia degli investimenti (+25,9%), e di una contrazione delle altre uscite in conto capitale (-57,4%).