News15 Febbraio 2024 16:24

Produzione, interrogazione Casasco (FI Camera): su meccanismo adeguamento carbonio alle frontiere (Cbam)

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00993

presentato da

CASASCO Maurizio

testo di

Martedì 13 febbraio 2024, seduta n. 243

  CASASCOSQUERI e DEBORAH BERGAMINI. — Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

con il regolamento (UE) 2023/956 del Parlamento europeo e del Consiglio del 10 maggio 2023, entrato in vigore il 1° ottobre 2023, è stato introdotto un «meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere» denominato Cbam («Carbon Border Adjustment Mechanism»);

il meccanismo prevede, una fase transitoria che terminerà il 31 dicembre 2025, l’applicazione dal 1° gennaio 2026 di un sovrapprezzo paragonabile a quello sostenuto dai produttori europei nell’ambito del vigente sistema di scambio delle quote di emissione (EU Ets), per le emissioni incorporate nei prodotti extra UE per alcune tipologie di merci la cui produzione è caratterizzata da un’alta intensità di carbonio, quali acciaio e altri e prodotti siderurgici, alluminio, cemento, fertilizzanti e altre materie prime:

lo scopo è quello di assicurare che gli sforzi di riduzione delle emissioni in ambito Ue non siano vanificati da un contestuale aumento delle emissioni al di fuori dei suoi confini;

nei confronti del Cbam, le associazioni cui fanno capo i soggetti obbligati hanno rilevato diverse criticità quali la complessità degli adempimenti, la mancanza di un metodo di calcolo univocamente valido per gestire la contabilità delle emissioni, l’effetto che le tensioni geopolitiche internazionali possono avere sull’applicazione dello strumento, tali da porre le imprese di fronte a scelte che non consentono di reggere il mercato;

ma soprattutto le associazioni del manifatturiero hanno rilevato l’evidenza che se si applica una tassa ambientale sulle materie prime, ma si lascia libero l’ingresso di prodotti finiti extra Ue nel mercato comunitario, realizzati con le stesse materie prime grezze, che se importate in Ue sarebbero soggette alla tassa ambientale Cbam, si produce un danno a tutto il settore della trasformazione manifatturiera che caratterizza l’industria italiana ed europea, già alle prese con gli alti costi dell’energia, con le difficoltà di approvvigionamento e con il progressivo incremento del costo delle quote di fissione previsto dal meccanismo Ets;

in questa ipotesi il Cbam non risolverebbe il problema ambientale, rappresentando invece un ulteriore elemento a favore dei processi di de-industrializzazione e delocalizzazione già in corso verso Paesi limitrofi extra UE, ad esempio Turchia e Serbia, che non applicano la tassazione CO2 alle materie prime che importano;

tale fenomeno è di particolare impatto soprattutto per l’Italia, che è un Paese che importa materie prime grezze per la trasformazione e realizza ed esporta prodotti finiti –:

quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in merito agli elementi distorsivi del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam) evidenziati in premessa e se non ritengano opportuno intervenire in sede Ue per la sua modifica.
(3-00993)