News15 Febbraio 2024 16:37

Petrolio, interrogazione Ghirra (Avs Camera): su golden power per Saras

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02333

presentato da

GHIRRA Francesca

testo di

Mercoledì 14 febbraio 2024, seduta n. 244

  GHIRRA. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

com’è noto la Saras s.p.a. è una società costituita nel 1962, operativa nel settore della raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica; tra i suoi impianti è inclusa la più grande raffineria a sito unico del Mediterraneo, posizionata strategicamente in un sito industriale in Sardegna, a Sarroch, la cui raffineria, con una capacità di 300 mila barili/giorno fornisce prodotti petroliferi all’Italia e al resto dell’Europa, mentre il suo impianto di generazione di energia elettrica, uno dei più grandi nel suo genere, ha una potenza installata di 575 megawatt contribuisce per oltre il 40 per cento al fabbisogno energetico della Sardegna; inoltre, la Saras ha un importante portafoglio di rinnovabili che comprende 171 megawatt di impianti eolici operativi e una pipeline di progetti eolici e solari rispettivamente di 593 megawatt e 79 megawatt;

all’interno dello stabilimento operano circa 1300 lavoratori diretti ai quali si aggiungono quasi 3 mila dell’indotto: numeri che nel contesto territoriale del Sud Sardegna, alle prese con una crisi sociale ed economica pressoché cronica, rappresentano un importante argine alla disoccupazione;

da notizie di stampa si è appreso della decisione delle società che fanno capo alla famiglia Moratti (Massimo Moratti s.a.p.a. di Massimo Moratti, Angel Capital Management S.p.A. «ACM» e Stella Holding S.p.A.) di vendere le proprie quote che rappresentano circa il 35 per cento del capitale azionario di Saras, del valore complessivo di circa 1,7 miliardi di euro, a Vitol B.V., colosso olandese nel trading di materie prime, o a una società interamente controllata e designata da Vitol, a un prezzo pari euro 1,75 per azione; il perfezionamento dell’affare è subordinato all’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari necessarie: si tratta in particolare delle autorizzazioni ai sensi dei regolamenti dell’Unione europea sulle sovvenzioni estere e in materia di concorrenza (antitrust) e della normativa sulla golden power italiana;

una volta ottenute le eventuali autorizzazioni, l’intera partecipazione detenuta dalla famiglia Moratti in Saras sarà trasferita a Vitol e l’operazione determinerà l’insorgere dell’obbligo di promuovere un’offerta pubblica di acquisto («OPA») sul capitale azionario di Saras, che sarà promossa da Vitol allo stesso prezzo per azione (euro 1,75 per azione), ovvero al prezzo rettificato in caso di distribuzione di un dividendo prima del completamento dell’operazione;

da ulteriori notizie di stampa si apprende che le organizzazioni sindacali hanno diffuso una nota in cui, in attesa di conoscere il nuovo piano industriale, manifestano grande preoccupazione per il futuro del sito produttivo e, più in generale, per l’occupazione diretta e indotta;

considerato che, se autorizzata la cessione, un’altra importante azienda nazionale non sarà più italiana ma olandese; prima di Sarroch era stata la volta di Priolo, nell’area industriale del siracusano, i cui impianti erano stati ceduti dalla società russa Lukoil al gruppo cipriota Goi Energy, alleato con la multinazionale svizzera Trafigura; in quel caso il via libera all’operazione era arrivato con alcune prescrizioni e obblighi per l’acquirente, sia per quanto riguarda futuri investimenti, sia per ciò che concerne il mantenimento della forza lavoro e il livello di produzione del sito siciliano –:

quali determinazioni i Ministri interrogati intendano adottare, al fine di preservare adeguate garanzie in tema di occupazione, livelli produttivi, futuri investimenti e tutela ambientale;

se il Governo intenda di aprire un dossier «golden power», visto che nel giro di otto mesi sono passate di mano le due principali raffinerie italiane, e quali possibili ripercussioni il cambio di proprietà potrebbe determinare in termini di occupazione ma anche di investimenti, sviluppo e prospettive di sviluppo di un territorio già messo a dura prova dalla crisi del comparto industriale.
(4-02333)