News14 Febbraio 2024 17:04

Stellantis, Urso: “Se azienda non rispetta impegni fondo automotive andrà a nuovi insediamenti”

“Mi fa piacere che anche le forze politiche che sono state al governo negli ultimi dieci anni, quando sono state assunte le decisioni che hanno depauperato il tessuto industriale dell’automotive in Italia oggi si interroghino sui progetti del gruppo Stellantis, che erano già chiari ed evidenti quattro anni fa, quando fu realizzata l’operazione su cui allora si sarebbe potuto, sì, intervenire, come fece e con forza il governo francese a tutela della produzione e quindi del lavoro nazionale. Fu deciso invece di non farlo. Tra l’altro si preferì non usare nemmeno lo strumento del golden power”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso durante il question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione del Partito democratico sulla produzione in Italia di Stellantis.

“In quel momento”, prosegue il ministro, “si sarebbero potuti porre vincoli stringenti sia sulla governance sia sui livelli produttivi e occupazionali, sugli investimenti in modelli, ricerca, tecnologia, tali da garantire gli stabilimenti italiani e quindi anche le aziende dell’indotto. Io stesso da presidente del Copasir lo feci presente al Parlamento nelle relazioni pubbliche”.

“Sapendo che la storia non si riavvolge, e con lo spirito costruttivo che sempre ci ispira, siamo subito intervenuti avviando un confronto serrato con l’azienda e coinvolgendo finalmente tutti gli attori – Regioni, sindacati, aziende della filiera con le loro associazioni d’impresa – con l’obiettivo di restituire centralità al nostro paese nei piani di sviluppo del gruppo Stellantis. È stato costituito un tavolo automotive e un altro dedicato in modo specifico a Stellantis, con riunioni che sono in corso anche in queste ore”, informa Urso.

“Per salvaguardare la filiera italiana occorre raggiungere un milione di veicoli l’anno, obbiettivo annunciato alla stampa dallo stesso amministratore delegato Tavares in luglio al termine del primo confronto al Mimit”, ricorda il ministro. “In quella sede l’azienda ci disse che riteneva cruciale il Regolamento Euro 7, che così come formulato dalla Commissione avrebbe pregiudicato la stessa sopravvivenza dei produttori europei. Nessuno se l’aspettava ma noi ci siamo riusciti: abbiamo radicalmente cambiato il Regolamento Euro 7. Abbiamo inoltre realizzato il piano incentivi, con un miliardo di euro quest’anno per incrementare la produzione nazionale”.

“Ora tocca all’azienda mantenere gli impegni assunti”, sottolinea il ministro. “Ove non lo facesse, ove non aumentasse la produzione, che si è ridotta drasticamente negli ultimi anni, le risorse del fondo automotive, pari a circa 6 miliardi di euro, saranno destinate dal prossimo anno anch’esse integralmente a sostenere nuovi insediamenti produttivi, per potenziare la componentistica e certamente anche per supportare l’insediamento di un secondo produttore di auto. Progetto che comunque vogliamo perseguire e su cui siamo al lavoro da diversi mesi, con significative interlocuzioni internazionali”.