News14 Febbraio 2024 17:02

Imprese, Urso: “voto a Coreper su differimento 2 anni ulteriori standard rendicontazione sostenibilità”

“L’accordo che proprio in queste ore andrà in votazione al Coreper recepisce una soluzione importante per le imprese, ossia il differimento di due anni di ulteriori standard di rendicontazione specifici in alcuni settori del nostro sistema produttivo”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso durante il question time alla Camera rispondendo a un’interrogazione sui nuovi standard europei contabili sulla sostenibilità, e a un possibile rinvio della normativa per il settore imprenditoriale.

 “Il differimento risponde all’esigenza di razionalizzare gli obblighi informativi in capo alle imprese per consentire loro di concentrare le proprie risorse nell’adempimento degli obblighi derivanti dal primo set di standard già adottati a livello europeo”, ha spiegato il ministro. “Nel condividere gli obiettivi della strategia in materia di finanza sostenibile, il governo è pienamente consapevole dei profili innovativi della materia e quindi anche della necessità di preservare, nella fase di recepimento della direttiva, la posizione competitiva della nostra industria rispetto ai partner europei e internazionali”. “Nei prossimi giorni”, ha informato Urso, “il Mef avrà pronta la bozza di decreto di recepimento della direttiva sull’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità, che sarà sottoposta a consultazione pubblica, a dimostrazione dell’importanza che il governo attribuisce a un processo implementativo che tenga conto anche e soprattutto delle esigenze delle imprese”. “Tant’è la nostra consapevolezza delle esigenze delle imprese che nel frattempo, proprio venerdì scorso, abbiamo bloccato l’approvazione di un’altra direttiva, che avrebbe avuto un impatto diffuso e pesante su tutte le filiere italiane”, aggiunge il ministro riferendosi alla direttiva che “disciplina l’obbligo per le imprese di verificare eventuali impatti non in linea con i criteri europei in ambito ambientale di governance nella propria catena del valore e quindi nelle proprie filiere. Con noi si sono schierate Germania, Svezia, Finlandia, Repubblica ceca, Slovacchia ed Estonia. E abbiamo affidato alla presidenza belga il compito di trovare una soluzione più sostenibile per le nostre imprese. L’Italia è diventata finalmente protagonista in Europa. E l’Europa ci dà ragione”.