News13 Dicembre 2023 10:47

Mercato del lavoro, nel terzo trimestre aumenta il numero degli occupati. I dati Istat

IL MERCATO DEL LAVORO

Nel terzo trimestre 2023, l’input di lavoro – misurato dalle ore lavorate – e il PIL aumentano in termini congiunturali e tendenziali, pur mostrando il secondo una dinamica più debole. L’input di lavoro è aumentato dello 0,4% rispetto al secondo trimestre 2023 e il PIL dello 0,1%; l’aumento rispetto al terzo trimestre 2022 si attesta all’1,8% e allo 0,1% rispettivamente.

Nel terzo trimestre 2023, gli occupati aumentano in termini congiunturali di 65 mila unità (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2023), a seguito della crescita dei dipendenti a tempo indeterminato (+75 mila, +0,5%) e degli indipendenti (+10 mila, +0,2%) che ha più che compensato il calo dei dipendenti a termine (-19 mila, -0,6% in tre mesi); il numero di disoccupati è sostanzialmente stabile (+2 mila, +0,1% in tre mesi) e prosegue il calo degli inattivi di 15-64 anni (-84 mila, -0,7%). I tassi presentano una dinamica simile: quellodi occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti), quello di disoccupazione è stabile al 7,6% e il tasso di inattività 15-64 anni cala al 33,3% (-0,2 punti). La crescita dell’occupazione e del relativo tasso interessa soltanto gli ultracinquantenni, tra i giovani infatti diminuiscono entrambi gli indicatori e tra i 35-49enni il calo del numero di occupati si associa alla stabilità del tasso.

Nei dati provvisori del mese di ottobre 2023 si osserva, rispetto al mese precedente, la crescita deglioccupati (+27 mila, +0,1%) e, soprattutto, dei disoccupati (+45 mila, +2,3%) che si traduce nell’aumento di entrambi i tassi (+0,1 punti rispetto al mese precedente); gli inattivi di 15-64 anni risultano in calo (-69 mila, -0,6%), così come il tasso di inattività(-0,2 punti).

L’occupazione, nel terzo trimestre 2023, cresce anche in termini tendenziali (+481 mila, +2,1% in un anno), coinvolgendo, ancora una volta, i dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e gli indipendenti (+1,6%), ma non i dipendenti a termine che diminuiscono (-2,3%); prosegue il calo dei disoccupati (-80 mila in un anno, -4,1%) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-442 mila, -3,4%). Tale dinamica si riflette nella crescita del tasso di occupazione (+1,3punti rispetto al terzo trimestre 2022) e nella diminuzione dei tassi di disoccupazione e di inattività (-0,4 e -1,1 punti, rispettivamente).

Dal lato delle imprese, nel terzo trimestre 2023, la crescita delle posizioni lavorative dipendenti prosegue,seppur rallentata, in termini sia congiunturali siatendenziali. Rispetto al trimestre precedente, le posizioni dipendenti aumentano dello 0,6%, con una crescita più marcata per le posizioni a tempo pieno (+0,7%, rispetto allo 0,3% di quelle a tempo parziale); anche la crescita tendenziale, pari al 2,7%, è più intensa tra i full time (+3,1%) rispetto ai part time (+1,6%). Le ore lavorate per dipendente crescono in termini congiunturali (+0,5%) e in termini tendenziali +(0,9%); il ricorso alla cassa integrazione si riduce a 6,1 ore ogni mille lavorate. Il tasso dei posti vacanti non subisce variazioni nel confronto congiunturale né in quello tendenziale. Il costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) aumenta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente, per effetto della crescita delle retribuzioni (+1,0%) e della stabilità degli oneri sociali; su base tendenziale, la crescita del costo del lavoro è pari a 3,3%, a seguito dell’aumento della componente retributiva (+3,3%) e, seppur lievemente inferiore, di quello degli oneri sociali (+3,1%). La dinamica appena descritta è sostenuta, in particolare, dagli incrementi retributivi definiti nei contratti collettivi nazionali, che per il settore dell’industria mostrano i loro effetti in questo trimestre.

PROSSIMA DIFFUSIONE: 13marzo 2024

PROSPETTO 1. INDICATORI DEL LAVORO. IIItrimestre 2023, valori assoluti e percentuali, numeri indice e variazioni in punti percentuali

 Dati destagionalizzatiDati grezziVariazioni tendenziali 
(III 2023/ III 2022)
 ValoriVariazioni congiunturali(III 2023/ II 2023) 
INPUT DI LAVORO (a) (b)
Contabilità Nazionale
   
Ore lavorate (valori assoluti in migliaia)11.262.0980,41,8
Agricoltura 567.8752,1-2,1
Industria in senso stretto 1.893.8800,51,3
Costruzioni 867.4022,22,2
Servizi 7.932.9420,12,2
OFFERTA DI LAVORO 
Rilevazione campionaria sulle Forze di lavoro
   
Occupati (valori assoluti in migliaia)23.5980,32,1
Occupati dipendenti 18.5520,32,2
      a tempo indeterminato15.6040,53,1
      a termine2.947-0,6-2,3
Occupati indipendenti5.0460,21,6
Tasso di occupazione 15-64 anni (valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 61,50,21,3
      15-34 anni44,9-0,10,8
      35-49 anni76,20,00,8
      50-64 anni63,80,62,3
Disoccupati (valori assoluti in migliaia)1.9480,1-4,1
Tasso di disoccupazione 15-74 anni(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 7,60,0-0,4
Inattivi 15-64 anni (valori assoluti in migliaia)12.346-0,7-3,4
Tasso di inattività 15-64 anni 
(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 
33,3-0,2-1,1
DOMANDA DI LAVORO DIPENDENTE (a) (c)Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela   
Posizioni lavorative dipendenti totali (g) (indice base 2015=100)122,10,62,7
      a tempo pieno 120,10,73,1
     a tempo parziale127,20,31,6
Posizioni lavorative in somministrazione (d) (g) (indice base 2015=100)182,90,0-2,1
Monte ore lavorate (e) (h) (indice base 2015=100)120,9 1,3 4,1   
Ore lavorate per posizione dipendente (e) (h) (indice base 2015=100)98,7  0,5  0,9    
Ore di Cig per mille ore lavorate (h)(incidenza ogni mille ore lavorate; variazione assoluta fra incidenze)ndnd-0.6   
Tasso di posti vacanti (h)
(valori percentuali e variazioni in punti percentuali) 
2,30,00,0
COSTO DEL LAVORO DIPENDENTE
Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Indagine retribuzioni contrattuali
   
Retribuzioni lorde di fatto (a) (c) (indice base 2015=100)108,61,03,3
Oneri sociali (a) (c) (indice base 2015=100)107,80,03,1
Costo del lavoro (a) (c) (indice base 2015=100)108,40,73,3
Retribuzioni lorde contrattuali di cassa per il totale economia 
(valori assoluti in euro media mensile) (f)
2.0973,2

(a) Dati provvisori. 

(b) Le variazioni tendenziali delle ore lavorate di Contabilità Nazionale sono calcolate sulla serie destagionalizzata e non grezza.

(c) Sezioni da B a S (escluso O) della classificazione Ateco 2007 delle attività economiche.

(d) Posizioni lavorative dipendenti relative a lavoratori assunti mediante agenzie di somministrazione. 

(e) La variazione tendenziale è calcolata sui dati corretti per gli effetti di calendario. 

(f) Dati non destagionalizzati calcolati con la struttura occupazionale a base fissa riferita a dicembre 2015.

(g) Fonte OROS.

(h) Fonte VELA-GI.

Principali risultati

Nel terzo trimestre 2023, l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico – espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale – torna ad aumentare (+0,4%) in termini congiunturali, dopo la contrazione nel trimestre precedente; prosegue inoltre la crescita in termini tendenziali, pari all’1,8%.

Il numero di occupati, stimati dalla Rilevazione sulle forze di lavoro al netto degli effetti stagionali, aumentadi 65 mila unità (+0,3% rispetto al secondo trimestre 2023) e si attesta a 23 milioni 598 mila; la crescitacoinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+75mila, +0,5%) e gli indipendenti (+10 mila, +0,2%), mentre si registra un calo dei dipendenti a termine (-19 mila, -0,6% in tre mesi). Il tasso di occupazione sale al 61,5% (+0,2 punti in tre mesi): l’aumento riguarda entrambe le componenti di genere, le tre ripartizioni territoriali e soltanto i 50-64enni (tra i 35-49 rimane stabile e tra i 15-34enni cala leggermente). Il tasso di disoccupazione rimane stabile al 7,6% equello di inattività cala al 33,3% (-0,2 punti rispetto al secondo trimestre 2023).

Nelle imprese dell’industria e dei servizi, la crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti registra un lieve rallentamento rispetto al trimestre precedente: le posizioni aumentano dello 0,6%, in particolare per la componente full time (+0,7%, a fronte dei part time che si fermano a +0,3%). Anche su base annua, la crescita – seppur ancora marcata –registra un calo d’intensità: le posizioni lavorative dipendenti aumentano del 2,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, con un contributo alla crescita maggiore per quelle a tempo pieno (+3,1%) e meno intenso per quelle a tempo parziale (+1,6%). 

Il monte ore lavorate e le ore lavorate per dipendente aumentano sia su base congiunturale (+1,3% e +0,5% rispettivamente) sia su base annua (+4,1% e +0,9%). Rispetto al terzo trimestre 2022, le ore di cassa integrazione (Cig) diminuiscono di 0,6 ore ogni mille ore lavorate.

Le posizioni in somministrazione rimangono stazionarie su base congiunturale, mentre prosegue, seppur con intensità ridotta, la diminuzione in termini tendenziali (-2,1%).

L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Ula registra una crescita, pari a 0,7%, in termini congiunturali dovuta all’aumento – dell’1,0% – delle retribuzioni (gli oneri sociali rimangono invariati); su base annua, invece, l’aumento sostenuto del costo del lavoro, pari al 3,3%, è il risultato della crescita di entrambe le componenti: 3,3% le retribuzioni e 3,1% gli oneri sociali.

Il tasso di posti vacanti, fermo al 2,3%, non varia rispetto al trimestre precedente né rispetto allo stesso trimestre del 2022.

In questo trimestre “Il punto su”, a pagina 17, dal titolo “La dinamica dell’occupazione per età” approfondisce le tendenze occupazionali – nell’ultimo trimestre e negli ultimi 15 anni – per le diverse fasce di età. 

Nella Nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza delle stime campionarie dei principali indicatori non destagionalizzati sull’offerta di lavoro e di alcuni indicatori sulla domanda di lavoro.

 FIGURA 1. ORE LAVORATE NEL TOTALE ECONOMIAI trim. 2018 – III trim. 2023, dati destagionalizzati, variazioni tendenziali ​ FIGURA 2. OCCUPATI (scala sinistra) E TASSO DI DISOCCUPAZIONE (scala destra) I trim. 2018 – III trim. 2023, dati destagionalizzati, valori assoluti in migliaia di unità e valori percentuali 
 FIGURA 3. OCCUPATI DIPENDENTI E INDIPENDENTI 
I trim. 2018 – III trim. 2023, dati destagionalizzati, valori (scala sinistra) e variazioni congiunturali assolute (scala destra)
 FIGURA 4. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI I trim 2018 – III trim 2023, indici destagionalizzati (base 2015=100) 
FIGURA 5. ORE LAVORATE PER DIPENDENTE (scala sinistraE INCIDENZA DELLA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI (scala destra) NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S) I trim. 2018 – III trim. 2023, indici destagionalizzati (base 2015=100) e incidenza per 1.000 ore lavorate FIGURA 6. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI IN SOMMINISTRAZIONE (scala sinistraE TASSO DI POSTI VACANTI (scala destra) NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S) I trim. 2018 – III trim. 2023, indici (base 2015=100) e valori percentuali destagionalizzati   

Offerta di lavoro 

Occupati, disoccupati, inattivi: l’andamento su base annua 

(dati non destagionalizzati)

Nel terzo trimestre 2023 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+481 mila, +2,1% rispetto al terzo trimestre 2022), la cui stima si attesta a 23 milioni 613 mila unità; in aumento anche il tasso di occupazione per le persone tra i 15 e i 64 anni cheraggiunge il 61,6% (+1,3 punti – Prospetto 2).

L’aumento dell’occupazione coinvolge i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%) – i dipendenti a termine diminuiscono (-70 mila, -2,3%) – e interessasolamente gli occupati a tempo pieno (+510 mila, +2,7%), poiché i lavoratori a tempo parzialediminuiscono (-29 mila, -0,7% – Prospetto 3).

PROSPETTO 2. TASSO DI OCCUPAZIONE 15-64 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA,CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIOIII trimestre 2023

CARATTERISTICHETasso di occupazione (%) Variazioni in punti percentuali su III trim. 2022
 Maschi e femmineMaschiFemmineMaschi e femmineMaschiFemmine
Totale61,670,952,21,31,11,4
RIPARTIZIONE      
Nord69,276,362,01,00,61,3
Centro66,073,858,10,91,50,2
Mezzogiorno48,761,735,71,91,62,1
CLASSE DI ETÀ      
15-34 anni44,851,537,90,80,90,6
    15-24 anni20,824,816,40,10,10,2
    25-34 anni67,676,957,81,61,81,3
35-49 anni75,987,064,90,80,41,1
50-64 anni64,174,953,72,32,12,5
CITTADINANZA      
Italiana61,570,252,61,31,11,4
Straniera62,476,849,41,51,61,3
TITOLO DI STUDIO      
Licenza media45,758,131,5-0,2-0,4-0,1
Diploma66,476,655,91,11,40,7
Laurea80,085,176,31,51,31,6

 Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

Il numero delle persone in cerca di occupazionescende a 1 milione 847 unità (-80 mila in un anno, 
-4,1%), per effetto della diminuzione dei disoccupati con precedenti esperienze di lavoro; in calo anche la quota, sul totale dei disoccupati, di chi è alla ricerca di lavoro da almeno 12 mesi, che si attesta al 54,6% (-1,5 punti), per un totale di 1 milione 9 mila persone.

Il tasso di disoccupazione scende al 7,3% (-0,4 punti in un anno), in calo soprattutto nel Centro, tra le donne e i giovani (Prospetto 4). 

Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: la pratica di rivolgersi a parenti, amici e conoscenti cresce e rimane la più diffusa (la quota sale al 76,4%, +1,4 punti); seguono l’invio di domande e curriculum (64,6%, +0,2 punti) e la consultazione di offerte di lavoro (48,1%, +2,4 punti). In forte aumento anche la quota di disoccupati che si rivolge al Centro pubblico per l’impiego (26,7%, +5,2 punti), mentre rimane sostanzialmente stabile il ricorso ad agenzie private di intermediazione o somministrazione (20,0%, +0,5 punti).

PROSPETTO 3. OCCUPATI PER TIPOLOGIA DI ORARIO, POSIZIONE PROFESSIONALE, CARATTERE DELL’OCCUPAZIONE. III trimestre 2023

Tipologia di orario, posizione professionale, carattere dell’occupazione Valori assoluti (in migliaia)Variazioni su III trim. 2022Incidenza %
  Assolute 
(in migliaia)
PercentualiIII trim 2022III trim 2023
Totale23.6134812,1100,0100,0
a tempo pieno19.4675102,782,082,4
a tempo parziale4.145-29-0,718,017,6
Dipendenti18.5684012,278,578,6
Permanenti15.5684703,165,365,9
a tempo pieno13.0105204,254,055,1
a tempo parziale2.558-50-1,911,310,8
A termine3.000-70-2,313,312,7
a tempo pieno2.139-50-2,39,59,1
a tempo parziale861-20-2,23,83,6
Indipendenti5.045811,621,521,4
a tempo pieno4.319400,918,518,3
a tempo parziale726415,93,03,1
      
con dipendenti1.472292,06,26,2
senza dipendenti3.573511,518,618,4

  Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

PROSPETTO 4. TASSO DI DISOCCUPAZIONE 15-74 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA,CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIO. III trimestre 2023

CARATTERISTICHETasso di disoccupazione (%)Variazioni in punti percentuali su III trim. 2022
 Maschi e femmineMaschiFemmineMaschi e femmineMaschiFemmine
Totale7,36,38,6-0,4-0,3-0,7
RIPARTIZIONE      
Nord4,53,65,5-0,4-0,1-0,7
Centro5,74,76,9-0,9-0,9-0,8
Mezzogiorno13,311,416,5-0,4-0,2-0,8
CLASSE DI ETÀ      
15-34 anni12,911,714,5-0,9-0,3-1,6
    15-24 anni21,720,523,5-0,8-0,6-1,2
    25-34 anni10,08,611,7-0,9-0,2-1,8
35-49 anni6,85,28,70,20,20,1
50-74 anni4,33,84,9-0,6-0,7-0,5
CITTADINANZA      
Italiana6,96,08,1-0,4-0,4-0,6
Straniera10,28,612,4-0,30,4-1,2
TITOLO DI STUDIO      
Licenza media10,49,312,8-0,20,0-0,5
Diploma6,95,68,8-0,6-0,4-0,9
Laurea4,33,05,40,10,00,1

                                                        Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

Nel terzo trimestre 2023 prosegue il calo del numero di inattivi di 15-64 anni (-442 mila, -3,4% in un anno) che scende a 12 milioni 433 mila unità; diminuiscono coloro che non cercano e non sono disponibili a lavorare (-135 mila, -1,3%) e, soprattutto, le forze di lavoro potenziali (-307 mila, -11,7%), ossia la componente degli inattivi più vicina al mercato del lavoro.

Il calo degli inattivi si riflette nella diminuzione del tasso di inattività 15-64 anni che scende al 33,5% 
(-1,1 punti – Prospetto 5). 

PROSPETTO 5. TASSO DI INATTIVITÀ 15-64 ANNI PER SESSO, RIPARTIZIONE GEOGRAFICA,CLASSE DI ETÀ, CITTADINANZA E TITOLO DI STUDIOIII trimestre 2023

CARATTERISTICHETasso di inattività (%)Variazioni in punti percentuali su III trim. 2022
 Maschi e femmineMaschiFemmineMaschi e femmineMaschiFemmine
Totale33,524,342,8-1,1-1,0-1,1
RIPARTIZIONE      
Nord27,520,834,4-0,8-0,5-1,0
Centro30,022,437,5-0,3-0,90,3
Mezzogiorno43,630,157,1-2,0-1,7-2,2
CLASSE DI ETÀ      
15-34 anni48,541,755,7-0,4-0,80,1
    15-24 anni73,568,878,50,10,10,1
    25-34 anni25,015,834,5-1,0-1,8-0,1
35-49 anni18,68,228,9-1,0-0,7-1,2
50-64 anni32,922,043,4-2,1-1,7-2,4
CITTADINANZA      
Italiana33,925,142,7-1,0-0,9-1,2
Straniera30,416,043,4-1,5-2,3-0,9
TITOLO DI STUDIO      
Fino licenza media48,835,863,70,30,40,3
Diploma28,618,838,7-0,8-1,2-0,2
Laurea16,312,219,3-1,6-1,4-1,8

 Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

In particolare, diminuiscono gli inattivi che non cercano lavoro perché in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca (-151 mila, -22,8%) e, con minore intensità, quelli che non cercano lavoro poiché in pensione/non interessati (-135 mila, -6,7% – Prospetto 6) e gli scoraggiati (-76 mila, -6,9%), ossia chi dichiara di non aver cercato lavoro perché ritiene di non riuscire a trovarlo.

PROSPETTO 6. INATTIVI 15-64 ANNI PER SESSO E MOTIVO DELLA MANCATA RICERCA DEL LAVOROIII trimestre 2023

CARATTERISTICHE Valori assoluti (in migliaia)Variazioni percentualisu III trim. 2022
 Maschi e femmineMaschiFemmineMaschi e femmineMaschiFemmine
Totale12.4334.5097.924-3,4-4,0-3,1
Scoraggiamento1.032413618-6,9-12,1-3,0
Motivo familiare2.7931202.673-1,2-8,7-0,8
Studio4.2302.0352.196-0,40,8-1,5
Aspetta esiti512243268-22,8-27,7-17,7
Pensione, non interessa1.8727451.127-6,7-5,3-7,6
Altro motivo1.9959531.042-1,40,2-2,8

              Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

Nel terzo trimestre 2023, l’aumento del tasso di occupazione è più marcato nel Mezzogiorno (+1,9 punti in un anno) rispetto al Nord e al Centro (+1,0 e +0,9 punti, rispettivamente), così come la diminuzione di quello di inattività (-2,0 punti in confronto a -0,8 nel Nord e -0,3 punti nel Centro); il tasso di disoccupazione, invece, diminuisce soprattutto nel Centro (-0,9 punti rispetto a -0,4 punti nella altre due ripartizioni).

Le donne mostrano una crescita del tasso di occupazione di poco superiore rispetto agli uomini (+1,4 punti contro +1,1 punti) e una diminuzione più intensa di quello di disoccupazione (-0,7 punti rispetto a -0,3 punti gli uomini); simile il calo del tasso di inattività (-1,1 punti le donne e -1,0 punti gli uomini).  

Tra gli stranieri è di poco superiore la crescita del tasso di occupazione (+1,5 punti rispetto +1,3 punti gli italiani) ed è anche più intensa la diminuzione di quello di inattività (-1,5 e -1,0 punti, rispettivamente); il tasso di disoccupazione presenta un calo di intensità simile (-0,3 punti gli stranieri e -0,4 punti gli italiani).

Gli individui di 50-64enni mostrano la crescita più consistente del tasso di occupazione (+2,3 punti rispetto a +0,8 punti dei 35-49enni e dei giovani di 15-34 anni) e la diminuzione più intensa del tasso di inattività (-2,1 punti rispetto a -1,0 e -0,4 punti, rispettivamente). Il tasso di disoccupazione diminuiscetra i giovani (-0,9 punti) e tra gli over50 (-0,6 punti),mentre è in lieve aumento per i 35-49enni (+0,2 punti).

Si ampliano i divari per livello di istruzione, a sfavore di chi ha un basso titolo di studio. Il tasso di occupazione, in aumento per i laureati (+1,5 punti) e i diplomati (+1,1 punti), diminuisce lievemente tra chi ha conseguito fino alla licenza media (-0,2 punti); tra i laureati il valore dell’indicatore (80,0%), superiore di circa 14 punti a quello dei diplomati (66,4%), è quasi doppio rispetto a quello di chi possiede al massimo la licenza media (45,7%). Inoltre, tra questi ultimi il tasso di inattività aumenta di +0,3 punti (48,8%), a fronte di una diminuzione di -1,6 punti tra i laureati (pari a 16,3%) e di -0,8 punti tra i diplomati (28,6%); il tasso di disoccupazione è in lieve aumento per i laureati e cala negli altri casi, passando dal 4,3% tra i laureati(+0,1 punti), al 6,9% tra i diplomati (-0,6 punti) fino a raggiungere il 10,4% per quanti possiedono un basso titolo di studio (-0,2 punti). 

 FIGURA 7. OCCUPATI PER GENEREI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità  FIGURA 8. OCCUPATI PER RIPARTIZIONE TERRITORIALEI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
 FIGURA 9. OCCUPATI PER CLASSE DI ETÀI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità FIGURA 10. OCCUPATI PER CITTADINANZAI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
 FIGURA 11. OCCUPATI PER POSIZIONE PROFESSIONALEI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità FIGURA 12. OCCUPATI PER REGIME ORARIOI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità
FIGURA 13. DISOCCUPATI PER DURATA DELLA DISOCCUPAZIONEI 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unitàFIGURA 14. INATTIVI 15-64 ANNI PER TIPOLOGIA DI INATTIVITA’I 2020 – III 2023, variazioni tendenziali assolute in migliaia di unità 

           Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro

Domanda di lavoro delle imprese

Nel terzo trimestre 2023, prosegue la crescita della domanda di lavoro trainata soprattutto dalla componente a tempo pieno. In particolare, al netto degli effetti stagionali e rispetto al trimestre precedente, l’aumento delle posizioni totali nell’industria risulta pari allo 0,4%, a seguito della crescita dei full time (+0,5%) più marcata di quella dei part time (+0,1%); nei servizi privati l’aumento delle posizioni è d’intensità lievemente maggiore (+0,6%) e, anche in questo caso, è trainato dalla componente dei full time (+0,8% rispetto a +0,3% dei part time – Prospetto 7). 

La crescita tendenziale delle posizioni lavorative rallenta rispetto al trimestre precedente, rimanendo intensa nei servizi (+3,0%) e più contenuta nell’industria (+2,2%). In entrambi i comparti, le posizioni full time aumentano più di quelle part time: la crescita dei primi è pari al 2,5% nell’industria e al 3,6% nei servizi, quella dei secondi a 0,1% nell’industria e a 2% nei servizi. La quota dei part time sul totale delle posizioni scende all’11,9% nell’industria (-1,7 punti percentuali rispetto al terzo trimestre 2022) e al 38,2% nei servizi (-0,8 punti percentuali).

Nel terzo trimestre 2023, si arresta il calo congiunturale delle posizioni lavorative in somministrazione che ha caratterizzato i cinque trimestri precedenti; la variazione rispetto al secondo trimestre 2023 è infatti nulla, quale sintesi di un lieve aumento dei full time (+0,1%) e di una riduzione dei part time 
(-0,4%). In termini tendenziali, le posizioni in somministrazione continuano a diminuire (-2,1%), seppur in misura ridotta rispetto al trimestre precedente, per effetto della diminuzione sia della componente a tempo pieno (-2,2%) sia di quella a tempo parziale (-2,1%). L’incidenza della componente part time sul totale delle posizioni in somministrazione sale al 25,2% (+0,4 punti percentuali in termini tendenziali).  

Il monte ore lavorate cresce su base congiunturale (dati destagionalizzati) – dell’1,2% sia nell’industria sianei servizi – e su base annua (al netto degli effetti di calendario), del 2,7% nell’industria e del 4,9% nei servizi. Rispetto al secondo trimestre 2023, aumentano, seppur meno marcatamente del monte ore, anche le ore lavorate per dipendente: +0,3% nell’industria e +0,2% nei servizi (dati destagionalizzati); nel confronto con il terzo trimestre 2022 (al netto degli effetti di calendario), la crescita nell’industria (+0,1%) è decisamente più contenuta di quella nei servizi, pari all’1,3% (Prospetto 8).

Le imprese industriali e dei servizi privati, nel terzo trimestre 2023, hanno utilizzato 6,1 ore di Cig ogni mille ore lavorate, registrando una diminuzione di 0,6 ore rispetto allo stesso trimestre del 2022 (Prospetto 9). La diminuzione si osserva solo nei servizi, che hanno utilizzato 2,6 ore (1,3 ore in meno rispetto al terzo trimestre del 2022), mentre nell’industria le ore utilizzate salgono a 12,0 (0,9 ore in più).

L’incidenza delle ore di straordinario sulle ore lavorate è pari al 3,1%, stabile rispetto al terzo trimestre 2022 (Prospetto 9).

Il tasso di posti vacanti destagionalizzato si attesta al 2,3%, lo stesso valore che si registra per i servizi, mentre scende al 2,2% nell’industria; rispetto al trimestre precedente, resta invariato per il totale dell’economia e per l’industria, scendendo di 0,1 puntinei servizi. Il dato grezzo resta invariato nell’industria e aumenta nei servizi di 0,1 punti percentuali 

PROSPETTO 7. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTIPER TEMPO DI LAVORO E SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2023 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali 

SETTORIDati destagionalizzatiIII 2023
II 2023
Dati grezziIII 2023
III 2022
Quotadipendenti a tempo parziale sul totale dipendenti
 Totali(b)Tempo pieno (b)Tempo parziale (b)Totali(b)Tempo pieno (b)Tempo parziale (b)III 2023III 2023 
III 2022
Industria (B-F)0,40,50,12,22,5-0,111,9-1,7
B-E Industria in senso stretto0,40,4-0,11,82,0-0,312,0-1,6
B Estrazione di minerali da cave e miniere-0,3-0,3-0,6-0,2-0,1-1,66,4-1,5
C Attività manifatturiere0,20,3-0,11,61,9-0,312,1-1,6
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata0,81,2-4,04,75,01,55,8-3,3
E Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti e risanamento0,70,80,42,02,5-0,513,6-2,9
 F Costruzioni1,31,30,73,74,10,711,5-3,4
Servizi (G-S escluso O) 0,60,80,33,03,62,038,2-0,8
G-N Servizi di mercato 0,60,80,32,93,61,635,6-1,1
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli0,70,90,23,03,71,737,6-1,3
H Trasporto e magazzinaggio 0,40,5-0,31,82,1-0,316,3-1,8
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione1,01,20,85,06,43,955,2-0,9
J Servizi di informazione e comunicazione0,40,30,93,83,93,416,6-0,6
K Attività finanziarie ed assicurative-0,1-0,20,20,91,2-0,615,8-1,9
L Attività immobiliari 1,61,91,26,98,54,941,7-2,1
M Attività professionali, scientifiche e tecniche1,92,21,26,58,32,027,1-4,2
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese0,20,7-0,30,00,9-1,145,2-1,1
di cui: Posizioni lavorative in somministrazione (ex interinali)0,00,1-0,4-2,1-2,2-2,125,20,4
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi0,60,80,43,53,53,555,10,0
P Istruzione-0,11,3-1,06,67,36,055,9-0,5
Q Sanità e assistenza sociale0,50,70,43,03,22,855,9-0,2
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,50,91,94,13,94,350,50,2
S Altre attività di servizi0,60,70,53,52,64,055,60,5
Industria e servizi di mercato (B-N) 0,50,70,22,73,11,426,7-1,1
Industria  e servizi (B-S, escluso O) 0,60,70,32,73,11,629,1-1,0

Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese e Oros

(a) Dati provvisori.

(b) Gli indici destagionalizzati degli aggregati settoriali delle posizioni a tempo pieno e a tempo parziale sono sintesi degli indici destagionalizzati delle due componenti per i settori di riferimento (metodo indiretto). A seguire, gli indici destagionalizzati delle posizioni lavorative totali sono sintesi degli indici destagionalizzati delle posizioni a tempo pieno e parziale per singolo settore e aggregato settoriale.

PROSPETTO 8. MONTE ORE LAVORATE E ORE LAVORATE PER DIPENDENTE NELLE IMPRESE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2023 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali

SETTORIMonte ore lavorate Ore lavorate per dipendente 
 Dati destagionalizzati (b)Dati correttiper gli effetti
di calendario(b)
Dati destagionalizzati (b)Dati corretti per gli effetti
di calendario (b)
 III 2023
II 2023
III 2023
III 2022
III 2023
II 2023
III 2023
III 2022
Industria (B-F)1,22,70,30,1
B-E Industria in senso stretto1,02,10,8-0,3
B Estrazione di minerali da cave e miniere2,6-2,00,62,9
C Attività manifatturiere0,91,90,1-0,4
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata0,83,7-0,7-0,8
E Fornitura di acqua; reti fognarie, gestione dei rifiuti e risanamento3,15,10,91,5
 F Costruzioni1,94,80,20,8
Servizi (G-S escluso O) 1,24,90,21,3
G-N Servizi di mercato 1,75,00,61,4
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli1,75,40,31,0
H Trasporto e magazzinaggio 1,63,11,4-0,7
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione2,47,10,61,0
J Servizi di informazione e comunicazione2,25,11,71,6
K Attività finanziarie ed assicurative0,52,60,41,8
M Attività professionali, scientifiche e tecniche0,86,61,11,2
N Noleggio, agenzie di viaggio,  servizi di supporto alle imprese0,72,30,30,4
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi-1,14,4-1,70,3
P Istruzione0,66,00,1-1,5
Q Sanità e assistenza sociale0,23,0-1,30,2
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 4,78,44,14,9
S Altre attività di servizi-7,64,8-1,0-1,9
Industria e servizi di mercato (B-N) 1,44,00,90.9
Industria  e servizi (B-S, escluso O) 1,34,10,50,9

Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela

(a) Dati provvisori.

(b) Gli indici sul monte ore lavorate e sulle ore lavorate per dipendente sono destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario utilizzando il metodo diretto, ossia separatamente per ciascun settore di attività economica e per l’indice totale. Le serie aggregate possono pertanto differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto). 

(c) I dati sul monte ore lavorate e sulle ore lavorate per dipendente della sezione L non sono pubblicati separatamente per la ridotta numerosità della sua popolazione. Sono comunque inclusi nel calcolo di quelli per gli aggregati superiori: G-N, G-S escluso O, B-N e B-S escluso O.

PROSPETTO 9. ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI E ORE DI STRAORDINARIO PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2023 (a), incidenza sulle ore lavorate e variazioni tendenziali

SETTORIOre di cassa integrazione guadagni(rapporto per 1000 ore lavorate e variazioni tendenziali)Ore di straordinario(rapporto per 100 ore lavorate e variazioni tendenziali)
 III 2023     III 2023 (b)
III 2022
III 2023     III 2023 (b)
III 2022
Industria (B-F)12,00,93,0-0,2
Industria in senso stretto (B-E)13,60,93,1-0,3
Costruzioni F6,60,92,90,3
Servizi (G-S, escluso O)2,6-1,33,10,0
Servizi di mercato (G-N)2,8-1,53,20,0
Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi (P-S)0,8-0,32,00,0
Industria e servizi di mercato (B-N)6,6-0,53,1-0,1
Industria e servizi (B-S, escluso O)6,1-0,63,10,0

Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela 

(a) Dati provvisori (b) Differenze assolute

PROSPETTO 10. TASSO DI POSTI VACANTI PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2023 (a), valori percentuali, differenze congiunturali e tendenziali in punti percentuali

SETTORIDati destagionalizzati (b)Dati grezzi
 III 2023III  2023II 2023III 2023III 2023III 2022
Industria (B-F)2,20,02,20,0
B-E Industria in senso stretto1,9-0,11,8-0,1
B Estrazione di minerali da cave e miniere1,30,11,30,2
C Attività manifatturiere1,9-0,11,8-0,1
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata0,9-0,30,9-0,4
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti
e risanamento
1,90,41,60,6
F Costruzioni3,30,23,3-0,2
Servizi (G-S, escluso O)2,3-0,12,10,1
G-N Servizi di mercato2,30,02,10,1
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli2,10,02,20,4
H Trasporto e magazzinaggio 1,80,41,60,1
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione3,80,22,60,1
J Servizi di informazione e comunicazione2,6-0,32,6-0,4
K Attività finanziarie ed assicurative1,20,11,20,2
L-N Attività immobiliari, professionali e noleggio (c)2,0-0,12,0-0,2
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi2,30,02,40,6
P Istruzione1,9-0,22,30,8
Q Sanità e assistenza sociale2,40,32,40,7
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento2,90,22,00,3
S Altre attività di servizi2,70,12,60,3
Industria e servizi di mercato (B-N)2,30,02,10,0
Industria e servizi (B-S, escluso O)2,30,02,10,0

Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela 

(a) Dati provvisori 

(b) Gli indici sono destagionalizzati utilizzando il metodo diretto, ossia separatamente per ciascun settore di attività economica e per l’indice totale. Le serie aggregate, trattate con tale metodo, possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto).

(c) I dati della sezione L non sono pubblicati separatamente per la ridotta numerosità della sua popolazione. Sono comunque inclusi nel calcolo di quelli per gli aggregati superiori: G-N, G-S escluso O, B-N e B-S escluso O.

(d) 

PROSPETTO 11. RETRIBUZIONI DI FATTO, ONERI SOCIALI E COSTO DEL LAVORO PER ULA PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA.  III trimestre 2023 (a), variazioni percentuali congiunturali e tendenziali 

SETTORIRetribuzioni per UlaOneri sociali per UlaCosto del lavoro per Ula
 Dati destagionalizzati (b)Dati grezziDati destagionalizzati (b)Dati grezziDati destagionalizzati (b)Dati grezzi
 III 2023
II 2023
III 2023
III 2022
III 2023
II 2023
III 2023
III 2022
III 2023
II 2023
III 2023
III 2022
Industria (B-F)1,74,70,83,71,54,3
B-E Industria in senso stretto1,64,70,63,81,44,4
B Estrazione di minerali da cave e miniere0,94,60,64,10,84,6
C Attività manifatturiere1,65,00,74,01,54,7
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata1,23,11,32,01,22,8
E Fornitura di acqua; reti fognarie  gestione dei rifiuti e risanamento0,71,5-0,31,30,41,4
 F Costruzioni1,84,11,63,71,73,9
Servizi (G-S escluso O) 0,62,6-0,32,80,42,6
G-N servizi di mercato 0,72,7-0,72,90,32,8
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, 
riparazione di autoveicoli e motocicli
0,83,10,23,80,63,2
H Trasporto e magazzinaggio -2,43,2-1,23,6-2,13,3
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione0,61,1-1,03,60,21,7
J Servizi di informazione e comunicazione1,12,90,32,60,92,8
K Attività finanziarie ed assicurative0,72,60,52,00,72,4
L Attività immobiliari0,82,20,42,90,72,4
M Attività professionali, scientifiche e tecniche1,73,80,02,51,33,5
N Noleggio, agenzie di viaggio, 
servizi di supporto alle imprese
0,63,5-1,62,40,03,1
P-S Istruzione, sanità e assistenza sociale, attività artistiche e altre attività di servizi0,52,1-0,61,30,21,9
P Istruzione0,53,2-0,12,00,42,9
Q Sanità e assistenza sociale0,51,5-1,50,1-0,11,1
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento -0,91,0-0,12,3-0,71,3
S Altre attività di servizi1,04,60,84,01,04,5
Industria e servizi di mercato (B-N) 1,03,4-0,13,30,73,5
Industria e servizi (B-S, escluso O) 1,03,30,03,10,73,3

Fonte: Rilevazioni Grandi Imprese, Oros e Vela

(a) Dati provvisori. 

(b) Gli indici degli aggregati settoriali di retribuzioni e oneri sociali sono destagionalizzati utilizzando il metodo diretto, ossia ciascuna serie elementare relativa al singolo aggregato settoriale viene trattata separatamente rispetto al relativo indice totale. Tutti gli indici destagionalizzati relativi al costo del lavoro vengono, invece, ottenuti con metodo indiretto, come sintesi dei relativi indici destagionalizzati di retribuzioni e oneri sociali. Tuttavia sugli aggregati settoriali anche quest’ultima variabile risulta destagionalizzata indipendentemente dalle serie elementari relative al singolo aggregato settoriale. In via generale, il metodo indiretto garantisce la coerenza tra le serie aggregate e le serie componenti, mentre le serie trattate direttamente possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione (metodo indiretto).

In termini congiunturali, il costo del lavoro per Ula, per effetto dei miglioramenti previsti dai contratti nazionali in vigore, registra un aumento più marcato nell’industria (+1,5%) rispetto ai servizi (+0,4%); anche in termini tendenziali, la crescita nell’industria (+4,3%) risulta più marcata di quella dei servizi (+2,6%) (Prospetto 11).

Le retribuzioni per Ula aumentano di più nell’industria che nei servizi, sia su base trimestrale (+1,7%, contro+0,6%) sia su base annuale (+4,7% contro +2,6%).Gli oneri sociali per Ula, invece, crescononell’industria (+0,8%) e si riducono, dello 0,3%, nei servizi in termini congiunturali, registrando una crescita tendenziale per entrambi, molto più sostenuta nell’industria (+3,7%contro +2,8% di servizi).

Le retribuzioni contrattuali di cassa per dipendente (Prospetto 12) crescono del +3,2% nel complesso dell’economia, registrando aumenti differenziati nei vari settori: agricoltura (+1,8%), industria (+4,7%) e servizi (+2,6%); la dinamica più favorevole si osserva per le attività manifatturiere (+5,0%), per la sanità e assistenza sociale (+4,6%) e per l’istruzione (+4,5%). Con riferimento all’aggregato industria e servizi di mercato (settori B-N), la crescita delle retribuzioni contrattuali di cassa, pari a +3,2%, è sostanzialmente in linea con quella registrata dalle retribuzioni di fatto per Ula (+3,4%). 

PROSPETTO 12. RETRIBUZIONI CONTRATTUALI DI CASSA PER DIPENDENTE PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA. III trimestre 2023, media mensile in euro; variazioni percentuali tendenziali 

SETTORIValori assolutiIII 2023III 2023
III 2022
   
A Agricoltura1.6461,8
Industria (B-F)2.1234,7
B-E Industria in senso stretto2.1324,8
B Estrazione di minerali da cave e miniere2.6924,1
C Attività manifatturiere2.1185,0
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata2.5304,0
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento2.0862,0
F Costruzioni2.0843,9
Servizi (G-S)2.0982,6
G-N Servizi di mercato2.0082,0
G Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli1.8842,3
H Trasporto e magazzinaggio 2.1242,1
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione1.5920,3
J Servizi di informazione e comunicazione2.2542,6
K Attività finanziarie e assicurative3.1461,2
L Attività immobiliari1.8652,0
M Attività professionali, scientifiche e tecniche1.9252,2
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese1.7232,8
O Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria2.401 1,5
P Istruzione2.2684,5
Q Sanità e assistenza sociale2.0064,6
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento1.7651,7
S Altre attività di servizi1.8443,1
Industria e servizi di mercato (B-N)2.0593,2
Totale economia2.0973,2

Fonte: Rilevazione retribuzioni contrattuali

FIGURA 15. MONTE ORE LAVORATE PER SETTORE. I 2018 – III 2023, indici destagionalizzati (base 2015=100) FIGURA 17. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI TOTALI PER SETTORE. I 2018- III 2023, indici destagionalizzati (base 82015=100) FIGURA 19. RETRIBUZIONI DI FATTO PER ULA PER SETTORE. I 2018- III 2023, variazioni tendenziali percentuali FIGURA 21. COSTO DEL LAVORO PER SETTORE. I 2018 – III 2023, variazioni tendenziali percentuali (base 2015=100)FIGURA 16. TASSO DI POSTI VACANTI PER SETTORE. I trim. 2018 – III trim. 2023, dati destagionalizzati, valori percentuali FIGURA 18. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI A TEMPO PARZIALE PER SETTORE. I 2018 – III 2023, indici destagionalizzati (base 2015=100)FIGURA 20. ONERI SOCIALI PER ULA PER SETTORE.               I 2018- III 2023, variazioni tendenziali percentuali FIGURA 22. RETRIBUZIONI DI FATTO E RETRIBUZIONI CONTRATTUALI DI CASSA PER SETTORE. I 2018 – III 2023, variazioni tendenziali percentuali (base 2015=100)    
il punto su  La dinamica dell’occupazione per età Nel terzo trimestre 2023 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (481 mila, +2,1% in un anno), iniziata nel secondo trimestre 2021. Nonostante l’aumento coinvolga anche i giovani di 15-34 anni (+81 mila, +1,5%), si concentra tra gli individui ultracinquantenni: +440 mila tra chi ha fino a 64 anni e + 72 mila tra i 65-89enni1 (+5,3% e 10,4% rispettivamente); al contrario, il numero di occupati 35-49enni diminuisce (-111 mila, -1,3%). Il tasso di occupazione, invece, aumenta per tutte le classi di età – sebbene con intensità diversa (+0,8 punti sia per i giovani di 15-34 anni sia per adulti 35-49 e +2,3 punti per i 50-64enni) – a indicare come la diminuzione degli occupati tra gli adulti di 35-49 anni sia dovuta alla dinamica demografica negativa: la popolazione in questa fascia d’età è fortemente diminuita (-2,3% in un anno), a fronte di una sostanziale stabilità di quella tra i 15-34enni (-0,3%) e di un aumento di quella con almeno 50 anni (+1,4% tra i 50-64enni e +1,0% tra i 65-89enni). Il tasso di occupazione, essendo il rapporto tra il numero di occupati e la popolazione residente, può infatti aumentare anche quando il numero di occupati diminuisce, se tale diminuzione è meno marcata di quella della corrispondente popolazione. Scendendo in un maggiore dettaglio per età (Figure 1 e 2), tra il terzo trimestre 2022 e il terzo trimestre 2023, nella classe di età 15-24 gli occupati aumentano leggermente, a fronte di una popolazione sostanzialmente stabile, e il tasso di occupazione rimane quasi invariato (+0,1 punti percentuali); nelle classi tra i 25 e i 39 anni, all’aumento degli occupati corrisponde una diminuzione della popolazione con un conseguente aumento del tasso di occupazione (che varia tra 1,2 e 1,9 punti), nella classe tra 40 e 44 anni la diminuzione degli occupati è inferiore a quella della popolazione (il tasso di occupazione aumenta di 0,7 punti) e nella classe 45-49 il calo degli occupati è simile a quello della popolazione (il tasso di occupazione registra un aumento di appena 0,1 punti). Infine, nelle classi di età tra 55 e 89 anni, la crescita degli occupati è molto più marcata di quella della popolazione e l’aumento del tasso di occupazione raggiunge i 4,1 punti tra i 60-64enni. FIGURA 1. OCCUPATI E POPOLAZIONE 15-89 ANNI PER CLASSE DI ETA’. III TRIMESTRE 2023. Variazioni tendenziali percentualiFIGURA 2. TASSO DI OCCUPAZIONE PER CLASSE DI ETA’. III TRIMESTRE 2023. Valori percentuali (scala sinistra) e variazioni tendenziali in punti percentuali (scala destra)  Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoroLa concentrazione della crescita dell’occupazione tra le classi di età più elevate concorre a determinare l’aumento, per il terzo trimestre consecutivo, dell’occupazione tra i dipendenti a tempo indeterminato (+470 mila, +3,1%) e gli indipendenti (+81 mila, +1,6%); tra gli ultracinquantenni, caratterizzati dalla più alta quota di tali posizioni lavorative, i dipendenti a tempo indeterminato aumentano infatti di +369 mila e gli indipendenti di 109 mila(Figure 3 e 4). La crescita degli occupati a tempo indeterminato si osserva anche per le classi di età fino a 39 anni (150 mila): tra i più giovani (15-29enni) si associa alla riduzione sia del lavoro a termine sia di quello indipendente, tra i 30-34enni alla leggera crescita di entrambi e tra i 35-39enni alla diminuzione del lavoro a termine e all’aumento di quello indipendente. Per le classi di età più anziane l’incremento sembrerebbe soprattutto legato a una mancata uscita per pensionamento, mentre per i giovani potrebbe anche essere dovuto alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. 1 La definizione di occupato si riferisce alla popolazione di 15-89 anni. Per maggiori informazioni sulla definizione internazionale di occupato utilizzata dalla Rilevazione sulle forze di lavoro, si veda il glossario presente nel comunicato stampa. FIGURA 3. OCCUPATI PER CLASSE DI ETA’ E POSIZIONE. III TRIMESTRE 2023. Variazioni tendenziali assolute in migliaia FIGURA 4. OCCUPATI PER CLASSE DI ETA’ E POSIZIONE. III TRIMESTRE 2023. Valori percentuali   Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoroLa dinamica dell’ultimo anno prosegue il cambiamento strutturale osservato nel lungo periodo, più o meno accelerato in relazione alla congiuntura economica. Gli ultimi quindici anni – attraversati dalle crisi del mercato del lavoro 2009-2013 e da quella derivata dall’emergenza sanitaria del 2020 – hanno registrato un progressivo invecchiamento della forza lavoro, dovuto a diversi fattori che si sommano al progressivo invecchiamento della popolazione (tra gli ultracinquantacinquenni si concentra la generazione dei baby-boomers): la maggiore partecipazione al mercato del lavoro (soprattutto per le donne), lo slittamento in avanti dell’ingresso (anche per percorsi di formazione via via più lunghi) e il prolungamento della permanenza in età sempre più avanzate (a seguito dell’inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione). La quota degli occupati tra 15 e 34 anni di età è scesa dal 30,1% del terzo trimestre 2008 al 22,7% del terzo 2023, mentre quella di chi ha almeno 50 anni è aumentata dal 24,2% al 40,4%. Il bilancio occupazionale positivo, rispetto al terzo trimestre 2008 (+458 mila), è la sintesi di un calo di circa 1 milione e 600 mila occupati tra 15 e 34 anni e di circa 1 milione 900 mila occupati tra 35 e 49 anni che è stato più che compensato dall’aumento di quasi 4 milioni di occupati di 50 anni e più (Figura 5). Malgrado il forte recupero negli ultimi due anni, il tasso di occupazione tra i giovani di 15-34 anni è diminuito di quasi sei punti, quello dei 35-49enni è tornato sostanzialmente simile (-0,2 punti), mentre per la classe di età tra 50 e 64 anni è aumentato di 17 punti (Figura 6). FIGURA 5. OCCUPATI PER CLASSE DI ETA’. III 2008- III 2023. Variazioni assolute in migliaia (base terzo trimestre 2008)FIGURA 6. TASSO DI OCCUPAZIONE PER CLASSE DI ETA’. III 2008- III 2023. Variazioni in punti percentuali (base terzo trimestre 2008)  Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoroLa quota di occupati a tempo indeterminato – salita dal 64,8% del terzo trimestre 2008 al 65,9% del terzo 2023 – è aumentata per gli ultracinquantenni (da 62,6% a 67,7%) e, in misura minore, per i 35-49enni (da 67,9% a 69,5%), mentre è diminuita tra i 15-34enni (da 61,8% a 56,8%). In questa classe di età la quota dei dipendenti a tempo determinato raggiunge, nel terzo trimestre 2023, il 28,8%, salendo al 52,2% tra chi ha meno di 25 anni di età.  

Revisioni

Nei prospetti che seguono vengono riportate le revisioni ai dati distinte secondo le diverse fonti utilizzate. Le revisioni ai dati distinte secondo le diverse fonti utilizzate. Le revisioni sono calcolate come differenza tra le variazioni percentuali o tra le differenze fra i tassi rilasciate con l’ultimo comunicato stampa e quelle diffuse con il comunicato precedente. Motivazioni e caratteristiche delle revisioni sono descritte nella Nota metodologica allegata, nella sezione di pertinenza. 

Il Prospetto 17 riporta le revisioni delle variazioni congiunturali di occupati, disoccupati, inattivi, tasso di occupazione, tasso di disoccupazione e tasso di inattività, di fonte Rilevazione sulle forze lavoro, prodotte nel momento in cui viene aggiunta una nuova osservazione nella procedura di destagionalizzazione.

PROSPETTO 17. OCCUPATI, DISOCCUPATI, INATTIVI, TASSO DI OCCUPAZIONE, TASSO DI DISOCCUPAZIONE, TASSO DI INATTIVITÀ. II trimestre 2022 – II trimestre 2023, revisioni delle variazioni congiunturali percentuali, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato e le stime precedenti

PERIODIOccupatiDisoccupatiInattiviTasso di occupazioneTasso di disoccupazioneTasso diinattività
III trim. 2022-0,10,50,00,00,00,0
IV trim. 20220,0-0,50,00,00,00,0
I trim. 20230,0-0,30,00,00,00,0
II trim. 20230,0-0,50,00,00,00,0

Il Prospetto 18 riepiloga le revisioni delle variazioni tendenziali e congiunturali degli indici delle posizioni lavorative dipendenti totali, a tempo pieno e a tempo parziale, delle retribuzioni di fatto, degli oneri sociali e del costo del lavoro per Ula, nel totale industria e servizi, secondo gli Indicatori sulle imprese (Oros e GI). Per le variazioni tendenziali si tratta della revisione corrente effettuata ogni trimestre; per le variazioni congiunturali a questa si somma la revisione prodotta dalla procedura di destagionalizzazione nel momento in cui si aggiunge una nuova osservazione. 

PROSPETTO 18. POSIZIONI LAVORATIVE DIPENDENTI, RETRIBUZIONI DI FATTO, ONERI SOCIALI, COSTO DEL LAVORO PER ULA NEL TOTALE INDUSTRIA E SERVIZI PRIVATI (B-S). III trimestre 2022 – II trimestre 2023, revisioni delle variazioni percentuali, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato (indici in base 2015=100) e le stime precedenti (indici in base 2015=100)

PERIODOPosizioni lavorative dipendenti totaliPosizioni lavorative  dipendenti a tempo pienoPosizioni lavorative  dipendenti a tempo parzialeRetribuzioni Oneri socialiCosto del lavoro
 Tend. (a)Cong. (b)Tend. (a)Cong. (b)Tend. (a)Cong. (b)Tend. (a)Cong. (b)Tend. (a)Cong. (b)Tend. (a)Cong. (b)
III trim. 2022-0,10,1-0,20,10,10,1-0,1-0,4-0,20,0-0,1-0,2
IV trim. 2022-0,10,00,00,0-0,1-0,20,00,20,00,20,00,1
I trim. 2023-0,1-0,1-0,1-0,1-0,10,00,00,20,0-0,10,00,2
II trim. 20230,00,00,00,00,10,10,00,00,0-0,10,00,0

(a) Calcolate sugli indici grezzi

(b) Calcolate sugli indici destagionalizzati

Il Prospetto 19 dà conto delle revisioni sulle variazioni tendenziali e congiunturali degli indici del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente, nonché del tasso di posti vacanti nel totale delle imprese con dipendenti nel complesso delle attività economiche, secondo gli Indicatori sulle imprese (Vela e GI). Per le variazioni congiunturali, la revisione è prodotta dalla procedura di destagionalizzazione all’aggiunta di una nuova osservazione. Per le variazioni tendenziali del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente si tratta della revisione prodotta dalla procedura di correzione per gli effetti di calendario sempre nel momento in cui viene aggiunta una nuova osservazione. 

PROSPETTO 19. MONTE ORE LAVORATE, ORE LAVORATE PER DIPENDENTE, TASSO DI POSTI VACANTI NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (B-S). IIItrimestre 2022 – II trimestre 2023, revisioni delle variazioni percentuali e delle differenze assolute, differenze in punti percentuali tra le serie di questo comunicato e le stime precedenti (indici in base 2015=100)

PERIODIMonte ore lavorate Ore lavorate per dipendenteTasso di posti vacanti
 Tendenziale (a)Congiunturale(b)Tendenziale (a)Congiunturale(b)Tendenziale (c)Congiunturale (b)
III trim. 20220,0-0,10,0-0,10,00,0
IV trim. 20220,00,10,00,10,00,0
I trim. 20230,00,10,00,00,00,0
II trim. 20230,00,20,00,10,00,0

(a) Calcolate sui dati corretti per gli effetti di calendario. 

(b) Calcolate sui dati destagionalizzati.

   (c) I dati grezzi sono rivisti una volta all’anno, in occasione della diffusione degli indicatori per il I trimestre.

Glossario

Cassa integrazione guadagni (Cig): strumento attraverso il quale lo Stato interviene a sostegno delle imprese costrette a contrarre o sospendere la propria attività a causa di situazioni di crisi o difficoltà tipizzate dalla legge. Consiste nell’erogazione gestita dall’Inps di un’indennità sostitutiva della retribuzione in favore dei dipendenti sospesi dal lavoro o sottoposti a riduzione di orario. Si distinguono tre forme di Cig: 

• ordinaria (Cigo). Si applica al settore industriale in caso di sospensione o contrazione dell’attività produttiva per situazioni aziendali dovute a eventi temporanei e non imputabili all’imprenditore o ai lavoratori o a situazioni temporanee di mercato; 

• straordinaria (Cigs). Si applica alle imprese in difficoltà in caso di ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione aziendale, crisi aziendale e nei casi di procedure concorsuali; 

• in deroga (Cigd). È un sostegno economico per operai, impiegati e quadri sospesi dal lavoro che non hanno (o non hanno più) accesso alla cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria. Sostiene economicamente anche apprendisti, lavoratori interinali e a domicilio di aziende in Cigo e Cigs. 

Classificazione Ateco 2007: è la versione nazionale della nomenclatura europea Nace.Rev.2, pubblicata sull’Official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento CE n. 1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006) e adottata dall’Istat il 1° gennaio 2008.

Contratto di solidarietà: accordo stipulato tra l’azienda e le rappresentanze sindacali avente ad oggetto la diminuzione dell’orario di lavoro, al fine di mantenere l’occupazione in caso di crisi aziendale (contratti di solidarietà difensivi, art. 1 legge 863/84) o favorire nuove assunzioni attraverso una contestuale e programmata riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione (contratti di solidarietà espansivi art. 2 legge 863/84).

Costo del lavoro: somma delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali.

Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalla variabilità attribuibile alla composizione del calendario nei singoli periodi (mesi o trimestri) dell’anno, dovuta al diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti e alla presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile. Il ricorso a tale trasformazione dei dati consente di cogliere in maniera più adeguata sia le variazioni tendenziali (calcolate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia le variazioni medie annue. 

Dati destagionalizzati: dati depurati, mediante apposite tecniche statistiche, dalle fluttuazioni attribuibili alla componente stagionale (dovute a fattori meteorologici, consuetudinari, legislativi, ecc.) e, se significativi, dagli effetti di calendario. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.

Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:

• hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive; oppure

• inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Forze di lavoro: insieme delle persone occupate e disoccupate.

Inattivi: persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero le persone non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate).

Monte ore lavorate (nelle posizioni dipendenti):nell’ambito delle rilevazioni sulle imprese il numero totale delle ore di lavoro ordinario e straordinario prestate dai dipendenti con contratto di lavoro.

Occupati: comprendono le persone tra 15 e 89 anni che nella settimana di riferimento:

• hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;

• sono temporaneamente assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;

• sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro, indipendentemente dalla durata dell’assenza;

• sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento dell’attività (da tali mansioni e compiti va escluso l’adempimento di obblighi legali o amministrativi);

• sono temporaneamente assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi.

Le precedenti condizioni prescindono dalla sottoscrizione di un contratto di lavoro e gli occupati stimati attraverso l’indagine campionaria sulle Forze di lavoro comprendono pertanto anche forme di lavoro irregolare. 

Occupati dipendenti permanenti o a tempo indeterminato: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale non è definito alcun termine. 

Occupati dipendenti a termine: occupati con un rapporto di lavoro dipendente, regolato o meno da contratto, per il quale è espressamente indicato un termine di scadenza.

Occupati indipendenti: coloro che svolgono la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione. Sono compresi: imprenditori; liberi professionisti, lavoratori autonomi, coadiuvanti nell’azienda di un familiare (se prestano lavoro nell’impresa senza il corrispettivo di una retribuzione contrattuale come dipendenti), collaboratori (con e senza progetto) e prestatori d’opera occasionali.

Oneri sociali: complesso dei contributi a carico del datore di lavoro versati agli enti di previdenza ed assistenza sociale e degli accantonamenti di fine rapporto. 

Ore di cassa integrazione guadagni: ore complessive di cassa integrazione guadagni, ordinaria, straordinaria e in deroga, e ore di solidarietà di cui le imprese hanno usufruito nel trimestre di riferimento dell’indagine.

Ore di solidarietà: ore non lavorate a causa dell’applicazione dei contratti di solidarietà. 

Ore di straordinario: ore prestate al di fuori dell’orario ordinario di lavoro, al netto delle compensazioni delle banche ore. Le ore di lavoro domenicale, festivo o notturno sono considerate come straordinario solo se non rientrano nell’orario normale dei turni di lavoro continui, avvicendati o nelle banche delle ore.

Ore lavoratenell’ambito degli schemi di contabilità nazionale misurano le ore effettivamente lavorate, retribuite e non retribuite, in qualsiasi posizione professionale (dipendente e indipendente), purché finalizzate alla produzione del reddito. Rientrano nel calcolo, le ore effettivamente lavorate durante il normale orario di lavoro, le ore lavorate in aggiunta alle ore abituali (straordinario), il tempo che si impiega in attività quali la preparazione del posto di lavoro e quello corrispondente a brevi periodi di riposo sul lavoro. Sono escluse: le ore pagate ma non effettivamente lavorate (ferie annuali, festività e assenze per malattia, eccetera), le pause per i pasti e il tragitto tra casa e lavoro. 

Ore lavorate per dipendente: numero medio delle ore di lavoro ordinario e straordinario prestate dai dipendenti con contratto di lavoro. Sono calcolate in rapporto alle posizioni lavorative dipendenti.

Ore ordinarie: sono tutte le ore lavorate, comprese quelle notturne e festive, con esclusione delle ore di straordinario, di cassa integrazione guadagni e ore non lavorate relative ad assenze per ferie, festività, permessi personali ed in genere delle ore non lavorate, anche se per esse è stata corrisposta una retribuzione. 

Posizione lavorativa dipendente: è contraddistinta da contratto di lavoro tra una persona fisica e un’unità produttiva (impresa o istituzione privata), che prevede lo svolgimento di una prestazione lavorativa a fronte di un compenso (retribuzione). Le posizioni lavorative rappresentano, quindi, il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate, ad una determinata data di riferimento. Come il numero di occupati anche le posizioni lavorative rappresentano pertanto una variabile di stock ad un certo istante nel tempo. Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, eccetera. 

Posizione lavorativa in somministrazione (ex interinali): posizione lavorativa dipendente con contratto di somministrazione. I lavoratori con contratto di somministrazione vengono rilevati tra i dipendenti delle agenzie di somministrazione di lavoro e non tra i dipendenti delle unità utilizzatrici. Le posizioni in somministrazione non includono il personale delle agenzie fornitrici di lavoro temporaneo assunto con contratto di lavoro dipendente diverso dalla somministrazione. Il gruppo di attività economica Ateco 2007 in cui è classificata questa tipologia di lavoro è “Attività delle agenzie di lavoro temporaneo (gruppo 78.2)” che rientra nella sezione N “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”.

Posti vacanti: sono quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. I dati qui presentati si riferiscono ai posti vacanti per lavoratori dipendenti in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento. Misurano, dunque, le ricerche di personale che a questa data sono già iniziate e non ancora concluse (perché un candidato idoneo non è già stato assunto e perché l’impresa non ha deciso di interrompere la ricerca). 

Retribuzione contrattuale di cassa: retribuzione comprendente tutte le voci retributive considerate mensilmente nell’indice delle retribuzioni contrattuali alle quali si aggiungono eventuali arretrati e una tantum. Gli importi riferiti a ciascuna voce retributiva sono attribuiti ai mesi di effettiva erogazione. La retribuzione di cassa è calcolata per tutti i livelli di inquadramento previsti in occasione della definizione della base (che è la stessa degli indici delle retribuzioni contrattuali), al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali. Gli aggregati superiori vengono quindi determinati secondo una struttura occupazionale costante, che consente di monitorare la dinamica retributiva al netto degli effetti dovuti a mutamenti nella struttura dell’occupazione per qualifica, livello di inquadramento.

Retribuzioni di fatto: salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e individuali, e dalle norme in vigore. Le retribuzioni di fatto si differenziano da quelle contrattuali perché queste ultime comprendono per definizione solo le competenze determinate dai contratti nazionali di lavoro.

Rilevazione Oros e indagini GI e Vela: la rilevazione Oros produce informazioni trimestrali sull’andamento di occupazione (unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, Ula), retribuzioni e oneri sociali nelle imprese con dipendenti di imprese e istituzioni private di tutte le classi dimensionali. Gli indicatori Oros sono stimati ricorrendo all’integrazione dei dati amministrativi di fonte Inps con le informazioni derivanti dall’indagine mensile sulle imprese di grandi dimensioni (GI). L’indagine Vela è una rilevazione trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate che misura, assieme alla rilevazione mensile su occupazione, orari di lavoro, retribuzioni e costo del lavoro nelle grandi imprese, i posti vacanti e le ore lavorate e quelle retribuite nelle imprese con dipendenti del settore privato non agricolo.

Rilevazione sulle retribuzioni contrattuali: Le statistiche derivanti dall’indagine sulle retribuzioni contrattuali si basano sul concetto di “prezzo della prestazione di lavoro”. Fanno quindi riferimento a un collettivo di lavoratori costante e caratterizzato da una composizione fissa per qualifica (operai, impiegati, dirigenti) e per livello di inquadramento contrattuale (base). La base attualmente vigente è quella dicembre 2015=100. Esse soddisfano l’esigenza di valutare la dinamica delle retribuzioni al netto degli effetti dovuti a: mutamenti nella struttura dell’occupazione per qualifica, livello di inquadramento, regime orario (full-time/part-time), anzianità, straordinari, contrattazione decentrata, assenze, conflitti ecc.

Settimana di riferimento: nell’indagine sulle forze di lavoro è la settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista).

Scoraggiati: inattivi di 15-64 anni che non hanno cercato lavoro nelle 4 settimane precedenti l’intervista perché ritengono di non riuscire a trovarne uno. 

Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro.

Tasso di inattività: rapporto percentuale tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento. 

Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento.

Tasso di posti vacanti: rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Il tasso di posti vacanti misura, quindi, la quota di tutti i posti di lavoro dipendente, occupati e vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale. 

Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula): Negli schemi di contabilità nazionale le unità di lavoro rappresentano le posizioni lavorative ricondotte ad unità equivalenti a tempo pieno e forniscono una misura del volume di lavoro che partecipa al processo di produzione del reddito realizzato sul territorio economico di un paese. Tale calcolo è necessario in quanto le ore lavorate in ciascuna posizione lavorativa possono variare rispetto ad uno standard a tempo pieno, a seconda che si tratti di attività principale o secondaria svolta dalla persona, dell’orario di lavoro (a tempo pieno o part-time), della posizione contributiva o fiscale (regolare, non regolare). Le unità di lavoro sono calcolate come quoziente tra il totale delle ore effettivamente lavorate ed un numero standard di ore lavorate in media da una posizione a tempo pieno.

Nell’indagine Oros (Occupazione, Retribuzioni, Oneri Sociali) rappresentano le posizioni lavorativedipendenti ricondotte ad unità equivalenti a tempo pieno e forniscono una misura dell’input di lavoro retribuito dall’impresa. Sono calcolate come quoziente tra il totale delle ore retribuite ed il numero standard di ore lavorate in media da una posizione a tempo pieno, come previsto dalla contrattazione nazionale. Nei dati di fonte Inps per le posizioni a tempo pieno non si hanno ore retribuite ma giornate, riportate ad ore utilizzando coefficienti settoriali di ore giornaliere lavorabili. A differenza del numero di posizioni lavorative, le Ula escludono il contributo dei lavoratori in cassa integrazione e solidarietà e, al pari delle componenti del costo del lavoro, sono al netto dei dirigenti. 

Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo immediatamente precedente.

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente. 

Nota metodologica

Caratteristiche delle fonti Istat sul mercato del lavoro

 Rilevazione sulle forze di lavoroIndicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese)Contabilità nazionaleIndicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese)Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Tipologia di fonteIndagine campionaria CAPI-CATI riferita alla popolazione residente in famiglia, che stima il numero di persone occupate, disoccupate e inattive. Campione (a due stadi) annuale composto da oltre 250 mila famiglie residenti in Italia (per un totale di circa 600 mila individui) distribuite in circa 1.400 comuni. Rilevazione di tipo censuario realizzata attraverso l’integrazione tra:• dati dell’indagine mensile sulle grandi imprese con 500 e più dipendenti (GI);• dati di fonte amministrativa per le imprese con dipendenti di piccola e media dimensione e di grandi dimensioni non coperti dall’indagine mensile GI (denunce retributive e contributive Inps, DM2013 virtuale).Elaborazione di tipo statistico, che permette di stimare l’input di lavoro, attraverso l’integrazione e il confronto di fonti statistiche e amministrative e utilizzando metodi di stima indiretti.  Rilevazione censuaria per le imprese con 500 dipendenti e più (GI). Rilevazione campionaria per le imprese con meno di 500 dipendenti (Vela), campione di circa 26.000 imprese (ruotato di un terzo ogni anno). Rilevazione basata su un campione di 73 CCNL relativi al trattamento economico di 2.855 figure professionali caratterizzate dall’appartenere ad un certo contratto, a una determinata qualifica e a uno specifico livello di inquadramento.
Unità di rilevazione/Soggetti obbligati alla fornitura dei datiFamiglie residenti sul territorio nazionale, Sono escluse le comunità e le convivenze (istituti religiosi, caserme, ecc.).Imprese e istituzioni private attive residenti in Italia con dipendenti.Unità produttive residenti sul territorio economico del paese. Sono incluse le persone residenti e non residenti che lavorano presso unità di produzione residenti e sono escluse le persone residenti che lavorano presso unità di produzione non residenti sul territorio economico del paese.Imprese e istituzioni private attive residenti in Italia con dipendenti. Unità di rilevazione: l’impresa per Vela, l’unità funzionale per GI.  Associazioni di categoria.
Copertura in termini di occupazioneOccupazione dipendente e indipendente, regolare o irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007. Occupazione dipendente regolare nei settori di attività economica di industria e servizi, da B a S, escluso O, dell’Ateco 2007. Occupazione dipendente e indipendente, regolare e irregolare, nei settori di attività economica da A a U dell’Ateco 2007. Occupazione dipendente regolare nei settori di attività economica di industria e servizi, da B a S, escluso O, dell’Ateco 2007.  Occupati dipendenti (esclusi apprendisti e dirigenti) il cui trattamento economico è regolato da CCNL appartenenti ai settori di attività economica da A a Sdell’Ateco 2007.
Unità di analisiIndividui di 15 anni e più residenti in famiglia. Unità funzionali delle unità economiche (Imprese e istituzioni private) con dipendenti. Per le grandi imprese vengono utilizzate prevalentemente le unità funzionali, per i dati amministrativi le unità funzionali sono approssimate dalle imprese e istituzioni private.  Input di lavoro totale: occupati interni, posizioni lavorative, ore effettivamente lavorate e unità di lavoro equivalenti a tempo pieno Ula.Unità economiche (imprese e istituzioni private) con dipendenti.Contratti nazionali collettivi di lavoro.
   Rilevazione sulle forze di lavoroIndicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese)Contabilità nazionaleIndicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese)Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Definizione dei principali indicatori Occupati: persone di 15-89 anni che nella settimana di riferimento: • hanno svolto almeno un’ora di lavoro a fini di retribuzione o di profitto, compresi i coadiuvanti familiari non retribuiti;• sono assenti dal lavoro perché in ferie, con orario flessibile (part time verticale, recupero ore, etc.), in malattia, in maternità/paternità obbligatoria, in formazione professionale retribuita dal datore di lavoro;• sono in congedo parentale e ricevono e/o hanno diritto a un reddito o a prestazioni legate al lavoro;• sono assenti in quanto lavoratori stagionali ma continuano a svolgere regolarmente mansioni e compiti necessari al proseguimento);• sono assenti per altri motivi e la durata prevista dell’assenza è pari o inferiore a tre mesi. Disoccupati: persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:• hanno effettuato almeno un’azione di ricerca di nell’ultimo mese e sono disponibili a lavorare entro le due settimane successive; oppure• inizieranno un lavoro entro tre mesi ma sarebbero disponibili ad iniziare entro due settimane qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.  Inattivi (non forze di lavoro): persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero le persone non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate). Posizioni lavorative: definite come il numero di posti di lavoro occupati da lavoratori dipendenti con un contratto di lavoro (a tempo pieno e a tempo parziale), indipendentemente dalle ore lavorate. Sono inclusi anche i lavoratori che, legati all’unità produttiva da regolare contratto di lavoro, sono temporaneamente assenti per cause varie quali: ferie, permessi, maternità, cassa integrazione guadagni, solidarietà, ecc. Retribuzioni di fatto: salari, stipendi e competenze accessorie in denaro, al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali, corrisposte ai lavoratori dipendenti direttamente e con carattere di periodicità, secondo quanto stabilito dai contratti, dagli accordi aziendali e individuali, e dalle norme in vigore. Oneri sociali: complesso dei contributi a carico del datore di lavoro versati agli enti di previdenza ed assistenza sociale e degli accantonamenti di fine rapporto.Costo del lavoro: somma delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali.Ula: unità di lavoro dipendente equivalenti a tempo pieno al netto della Cig.   L’input di lavoro che contribuisce al prodotto interno lordo (PIL) realizzato dal sistema economico nel periodo di riferimento è misurato tramite tre definizioni di occupazione: • le ore effettivamente lavorate da tutte le posizioni lavorative (monte ore lavorate).• occupati interni (persone residenti e non residenti occupate nelle unità produttive residenti)• posizioni lavorative(posti di lavoro ricoperti dagli occupati interni)• unità di lavoro (Ula) (posizioni equivalenti a tempo pieno). Occupati e posizioni lavorative includono i lavoratori temporaneamente assenti per Cig. Le Ula sono calcolate al netto della Cig. Le ore effettivamente lavorate includono gli straordinari ed escludono le ore di Cig, ferie, malattia, permessi. Ore lavorate dai dipendenti regolari, comprensive di ore ordinarie e straordinarie effettivamente svolte nel trimestre di riferimento delle indagini. Ore di cassa integrazione guadagni, comprensive di ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga, e di ore di solidarietà di cui le imprese hanno usufruito nel trimestre di riferimento delle indagini.Tasso di posti vacanti: rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate. Questo tasso misura la quota di tutti i posti di lavoro dipendente, occupati e vacanti, per i quali è in corso una ricerca di personale.Retribuzioni contrattuali basate su una definizione di retribuzione contrattuale mensile calcolata come dodicesimo della retribuzione spettante nell’arco dell’annoin base alle misure tabellari stabilite dai CCNL. Gli elementi retributivi considerati sono: paga base, indennità di contingenza, aumenti periodici di anzianità, indennità di turno e altre eventuali indennità di carattere generale (nei comparti in cui assumono rilevanza), mensilità aggiuntive e altre erogazioni corrisposte regolarmente in specifici periodi dell’anno. Durata contrattuale del lavoro:ore di lavoro che devono essere effettuate, per contratto, dai lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo pieno, al netto di quelle che vengono retribuite senza essere lavorate, per ferie, festività e permessi retribuiti di diversa natura (riduzione annua del lavoro, recupero festività soppresse, studio, assemblea). Indicatori di tensione contrattuale:  dipendenti con il contratto scaduto e durata della vacanza contrattuale Retribuzioni contrattuali di cassa e competenza:  livelli retributivi che incorporano oltre alle voci stipendiali considerate per il calcolo degli indici anche una tantum e arretrati. Nella retribuzione di competenza sono assegnati ai periodi a cui sono contrattualmente riferibili (ad esempio per gli arretrati il periodo di vacanza contrattuale); Nella retribuzione di cassa l’attribuzione delle stesse voci è prevista ai mesi in cui questi sono state effettivamente corrisposte. 
 Rilevazione sulle forze di lavoroIndicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese)Contabilità nazionaleIndicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese)Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Misura dei principali indicatori Indicatori:Consistenza (stock) degli occupati (dipendenti e indipendenti), dei disoccupati, degli inattivi e dei relativi tassi.  Riferimento temporale:Settimana cui si riferiscono le informazioni raccolte (in genere quella che precede l’intervista). Nell’arco dell’anno, le informazioni vengono rilevate attraverso la distribuzione uniforme del campione familiare in tutte le settimane.  Stima:prodotta con uno stimatore di calibrazione interpretabile come media degli stock settimanali. Indicatori:Consistenza (stock) delle posizioni lavorative dipendenti.Rapporto tra la consistenza delle retribuzioni di fatto e delle Ula.Rapporto tra la consistenza degli oneri sociali e delle Ula.Rapporto tra la consistenza del costo del lavoro e delle Ula. Vengono rilasciati solo indici in base 2015=100. Riferimento temporale:Posizioni lavorative e costo del lavoro vengono rilevati ogni mese. Nei dati di fonte amministrativa vengono conteggiate tutte le posizioni lavorative dipendenti con un contratto di lavoro e le relative voci di costo del lavoro dichiarate in riferimento anche ad un solo giorno nel mese; nei dati d’Indagine gli stock mensili si ottengono come media fra gli stock di inizio e a fine mese.Stima:Media trimestrale degli stock mensili.  Indicatori:Consistenza (stock) del monte ore lavorate, degli occupati interni, delle posizioni lavorative, delle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula),  Riferimento temporale:Occupazione media del periodo (trimestre e anno).  Indicatori:Monte ore lavorate dai dipendenti nel trimestre. Ore lavorate per posizione dipendente nel trimestre. Quota di straordinario come percentuale sulle ore lavorate.Ore di cassa integrazione guadagni per 1.000 ore lavorate. Tasso di posti vacanti. Per il monte ore lavorate e le ore lavorate per dipendente vengono rilasciati solo indici in base 2015=100.Riferimento temporale:Il monte ore lavorate include tutte le ore lavorate nel trimestre dai dipendenti delle imprese. Le ore di cassa integrazione guadagni includono tutte quelle effettivamente utilizzate nel trimestre di riferimento delle indagini. Il numero di posti vacanti si riferisce a quelli in essere all’ultimo giorno del trimestre di riferimento. Stima:Le ore lavorate per dipendente si ottengono dividendo il monte ore lavorate per la semisomma del numero di posizioni dipendenti all’ultimo giorno del trimestre di riferimento e del trimestre precedente. Il tasso di posti vacanti si ottiene come rapporto percentuale fra il numero di posti vacanti all’ultimo giorno del trimestre di riferimento e la somma di questi posti vacanti e delle posizioni occupate alla medesima data. Indicatori:Retribuzioni contrattuali orarie e per dipendente per qualifica e per contratto o per Ateco Rilasciate come indici mensili e in media annua  (base dicembre  2015=100).Retribuzioni contrattuali di cassa medie mensili per AtecoValori assoluti trimestraliRetribuzioni contrattuali di cassa e competenza per contrattoValori assoluti annuiQuota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento (indicatore generico). Riferimento temporale:L’evoluzione delle applicazioni contrattuali viene osservata mensilmente. 
 Rilevazione sulle forze di lavoroIndicatori sulle imprese (Rilevazioni Oros e Grandi imprese)Contabilità nazionaleIndicatori su ore lavorate e posti vacanti (Rilevazioni Vela e Grandi Imprese)Retribuzioni contrattuali (numeri indice e livelli retributivi)
Variazioni Rispetto a:• trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate).  • stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze).Rispetto a:• trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate). • allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze).Rispetto a:• trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate). • allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali destagionalizzate).Rispetto a:• trimestre precedente (congiunturali destagionalizzate). • allo stesso trimestre dell’anno precedente (tendenziali grezze e tendenziali corrette per gli effetti di calendario).Rispetto a:• variazioni mensili (congiunturali e tendenziali) per i numeri indice.• Variazioni tendenziali trimenstrali per le retribuzioni medie mensili di cassa per ateco. .
Periodicità di diffusione e dettaglio territoriale dei datiA cadenza mensile e trimestrale: stime indicatori a livello nazionale. A cadenza trimestrale: stime indicatori nel dettaglio ripartizionale e regionale. A cadenza annuale: stime degli indicatori nel dettaglio provinciale.A cadenza trimestrale: stime degli indicatori a livello nazionale.  A cadenza annuale e trimestrale: stime dell’input di lavoro a livello nazionale. A cadenza annuale: stime dell’input di lavoro nel dettaglio regionale e provinciale. A cadenza trimestrale: stime degli indicatori a livello nazionale.  A cadenza mensile: numeri indice e indicatori di tensione contrattuli. A cadenza trimestrale: retribuzioni contrattuali di cassa per ateco. A cadenza annuale : medie annue degli indici e retribuzioni annue di cassa ecompetenza per contratto e di cassa per ateco
Tempestività68 giorni rispetto al trimestre di riferimento.68 giorni rispetto al trimestre di riferimento.60 giorni rispetto al trimestre di riferimento.68 giorni rispetto al trimestre di riferimento.Per i posti vacanti, anche a 45 giorni rispetto al trimestre di riferimento (stima preliminare).Circa 25 giorni rispetto al mese di riferimento 
Riferimento all’ultima diffusione Percorso parlante: www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro Link diretto:Il mercato del lavoro- una lettura integrata Link a sezione Congiuntura:Congiuntura: lavoro I dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)Percorso parlante: www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro Link diretto:Il mercato del lavoro- una lettura integrata Link a sezione Congiuntura:Congiuntura: lavoro I dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)Percorso parlante: www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro Link a sezione Congiuntura:Congiuntura: Conti Nazionali I dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)Percorso parlante: www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro Link diretto:Il mercato del lavoro- una lettura integrata Link a sezione Congiuntura:Congiuntura: lavoro I dati vengono rilasciati trimestralmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat)Percorso parlante: www.istat.itArgomento: lavoro e retribuzioni > Archivio >Il mercato del lavoro Link diretto:Archivio comunicati  Link a sezione Congiuntura:Congiuntura: lavoro I dati vengono rilasciati mensilmente sul datawarehouse dell’Istat (I.stat) 

La Rilevazione sulle forze di lavoro

Introduzione e quadro normativo

La Rilevazione sulle forze di lavoro è una indagine campionaria condotta mediante interviste alle famiglie, il cui obiettivo primario è la stima dei principali aggregati dell’offerta di lavoro, occupati e disoccupati.

Le principali caratteristiche della rilevazione, dagli aspetti metodologici alle definizioni delle variabili e degli indicatori, sono armonizzate a livello europeo, coerentemente con gli standard internazionali definiti dall’ILO. La rilevazione è regolata da specifici atti del Consiglio della Commissione europea, il principale dei quali è il Regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio, che si applica dal 1° gennaio 2021 (per approfondimenti sul regolamento quadro e gli atti delegati e di esecuzione, si veda https://www.istat.it/it/archivio/253081).

L’indagine è inserita nel Piano Statistico Nazionale (edizione in vigore: Psn 2020-2022, aggiornamento 2022, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 26 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 201 del 29 agosto 2023).

Popolazione di riferimento, unità di rilevazione e di analisi

La popolazione di riferimento è costituita da tutti i componenti delle famiglie residenti in Italia, anche se temporaneamente all’estero. Dalla popolazione di riferimento sono quindi esclusi i membri permanenti delle convivenze: ospizi, brefotrofi, istituti religiosi, caserme, ecc.

L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, definita come insieme di persone legate o meno da vincoli di parentela o affettivi, dimoranti abitualmente nella stessa abitazione e che condividono il reddito (contribuendo al reddito e/o beneficiandone) e/o le spese familiari.

L’unità di analisi nel comunicato stampa trimestrale “Il Mercato del lavoro” è l’individuo di 15 anni o più.

Il disegno di campionamento

Il disegno campionario è a due stadi, rispettivamente comuni e famiglie, con stratificazione delle unità di primo stadio. Tutti i comuni con popolazione superiore ad una soglia prefissata per ciascuna provincia, detti autorappresentativi, sono presenti nel campione con probabilità pari a uno. I comuni la cui popolazione è al di sotto delle suddette soglie, detti non autorappresentativi, sono raggruppati in strati. Essi entrano nel campione attraverso un meccanismo di selezione casuale che prevede l’estrazione di un comune non autorappresentativo da ciascuno strato. Per ciascun comune campione viene estratto dalla lista anagrafica un campione casuale semplice di famiglie.

A partire dal terzo trimestre 2012 è stato introdotto un nuovo disegno campionario, che ha previsto l’aggiornamento delle informazioni di stratificazione e l’introduzione di una rotazione casuale dei comuni campione.

Da gennaio 2004 la rilevazione è continua, cioè le informazioni sono rilevate con riferimento a tutte le settimane di ciascun trimestre. Il campione trimestrale è uniformemente ripartito tra i 3 mesi, tenendo conto del numero di settimane che compongono ciascun mese (rispettivamente 4 o 5). Il mese di riferimento è composto dalle settimane, da lunedì a domenica, che cadono per almeno quattro giorni nel mese di calendario.

Ogni famiglia viene intervistata per due trimestri consecutivi, esce temporaneamente dal campione per i due successivi trimestri, poi viene nuovamente intervistata per altri due trimestri. Ne consegue che circa il 50% delle famiglie sono reintervistate a distanza di 3 mesi e il 50% a distanza di 12 mesi, a meno delle mancate risposte. Complessivamente, ogni famiglia rimane nel campione per un periodo di 15 mesi. Considerando che le transizioni dall’inattività all’occupazione degli individui di età superiore a 74 anni sono pressoché nulle, per ridurre la molestia statistica su questo target di popolazione, dal 1 gennaio 2011 le famiglie composte da soli ultra 74-enni inattivi non vengono reintervistate.

Il sistema di rotazione delle famiglie nei campioni trasversali incorpora una struttura longitudinale, ma non si tratta di un panel poiché l’individuo non viene reintervistato se nell’arco di tempo tra una intervista e la successiva ha cambiato residenza o si è trasferito all’estero. La componente longitudinale rappresenta la popolazione residente in uno stesso comune sia all’inizio sia alla fine del periodo considerato: tale popolazione “compresente” si definisce “popolazione longitudinale”. Viene calcolata a partire dalla popolazione ad inizio periodo in età da lavoro (15 anni e più) sottraendo quella deceduta nel periodo, quella che ha cambiato residenza e quella emigrata all’estero.

La raccolta delle informazioni

L’intervista alla famiglia viene effettuata mediante tecnica mista Capi (Computer assisted personal interview) e Cati (Computer assisted telephone interview). La prima intervista a ciascuna famiglia viene condotta con tecnica Capi, le interviste successive vengono condotte con tecnica Cati (ad eccezione delle famiglie senza telefono o con capofamiglia straniero). In generale l’intervista viene condotta nella settimana successiva a quella di riferimento, o meno frequentemente nelle tre settimane che seguono.

Taluni quesiti della rilevazione, a motivo della difficoltà nella risposta da fornire o della sensibilità dell’argomento trattato, prevedono la facoltà di non rispondere.

Ulteriori informazioni sulla Rilevazione sulle forze di lavoro e il questionario utilizzato per la raccolta dei dati sono disponibili al seguente link: http://www.istat.it/it/archivio/8263.

L’elaborazione dei dati: processo, strumenti e tecniche

Il terzo trimestre 2023 va da lunedì 3 luglio 2023 a domenica 1 ottobre 2023. 

Nel terzo trimestre 2023 sono state intervistate circa 59 mila famiglie (pari a circa 111 mila individui) residenti in 1.477 comuni distribuiti in tutte le province del territorio nazionale. 

Lo stimatore utilizzato è uno stimatore di ponderazione vincolata i cui pesi finali, assegnati alle osservazioni campionarie, sono definiti in modo da produrre stime di popolazione residente (per sesso e classi di età) coerenti con i corrispondenti totali noti di fonte anagrafica, nell’ambito di diversi domini territoriali (regioni, province autonome di Trento e Bolzano, province, grandi comuni).

In occasione dell’uscita del primo trimestre 2021, l’intera serie storica dei dati trimestrali fa riferimento alla nuova definizione; alle serie storiche mensili ricostruite già diffuse, si sono aggiunte le serie storiche trimestrali destagionalizzate per ripartizione e per settore di attività economica, anch‘esse provvisorie e disponibili per il periodo compreso tra gennaio 2004 e dicembre 2020. L’intera serie storica dei dati trimestrali è stata ricostruita facendo ricorso a un approccio macro che ha tenuto conto delle definizioni introdotte dal nuovo regolamento. Inoltre, si sono diffuse le stime grezze (non destagionalizzate) dei principali indicatori coerenti con la nuova definizione, la cui ricostruzione, disponibile per il triennio 2018-2020, è stata possibile grazie all’inserimento di specifici quesiti aggiuntivi nel questionario della Rilevazione sulle forze di lavoro a partire dal 1 gennaio 2018. Tale ricostruzione è stata resa definitiva con l’uscita dei dati del quarto trimestre 2021 e include anche il passaggio alla nuova popolazione intercensuaria. Tutti i lavori di ricostruzione delle serie storiche effettuati in occasione del passaggio al nuovo regolamento sono stati svolti con il contributo del Grant Eurostat (number 826320): ‘Quality improvement and breaks in time series exercise for the LFS in view of the entry into force of the new IESS regulation — 2018-IT-LFS QUALITY BREAKS’.

Al fine di poter analizzare opportunamente i dati in un’ottica congiunturale, i principali indicatori trimestrali vengono destagionalizzati. Le serie trimestrali destagionalizzate sono prodotte a partire dalle corrispondenti serie mensili destagionalizzate, in modo da assicurare la coerenza tra le diverse serie. A partire dal comunicato del quarto trimestre 2017 è stata introdotta la nuova procedura di destagionalizzazione per i dati trimestrali, come già avvenuto per i dati mensili diffusi il 1 marzo 2016 relativi a gennaio 2016. La destagionalizzazione delle serie mensili viene condotta con il metodo diretto, ossia ciascuna serie elementare viene trattata separatamente, utilizzando l’algoritmo Tramo-Seats implementato nel software Demetra (versione 2.2). Le serie destagionalizzate trimestrali si ottengono mediante il calcolo di medie ponderate dei dati destagionalizzati mensili, con pesi pari al numero di settimane di cui è composto ciascun mese (4 o 5). 

I dati assoluti rilevati dall’indagine, elaborati all’unità, vengono arrotondati alle migliaia nei valori e nelle variazioni assolute. Le variazioni sono calcolate sui dati all’unità e non su quelli arrotondati alle migliaia. Nelle variazioni percentuali, nei tassi e nelle differenze in punti percentuali l’arrotondamento è al primo decimale. Le variazioni in punti percentuali tra i tassi vengono calcolate sui tassi con tutti i decimali prima di essere approssimate. 

L’output: principali misure di analisi

La Rilevazione sulle forze di lavoro ha l’obiettivo di produrre stime sulla partecipazione al mercato del lavoro.

La popolazione di riferimento viene ripartita in tre gruppi esaustivi e mutualmente esclusivi: gli occupati, coerentemente con gli standard dell’ILO, sono costituiti dalle persone che hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuita nella settimana di riferimento (oltre alle persone assenti dal lavoro in quella settimana); i disoccupati (o persone in cerca di occupazione), che cercano attivamente un lavoro e sarebbero disponibili a iniziare a lavorare; gli inattivi (o non forze di lavoro), che non lavorano e non cercano lavoro (o non sarebbero disponibili a iniziare a lavorare), per esempio perché impegnati negli studi, in pensione, o dediti alla cura della casa e/o della famiglia. Gli occupati e i disoccupati, insieme, costituiscono le forze di lavoro, cioè la parte di popolazione attiva nel mercato del lavoro.

La definizione di disoccupazione e i principi per la formulazione dei quesiti necessari a identificare gli occupati e i disoccupati sono riportati nel Regolamento di esecuzione (UE) 2019/2240 della Commissione europea.

Nel comunicato stampa trimestrale “Il mercato del lavoro” viene diffusa la stima degli aggregati principali, valori assoluti e tassi, per genere, classe di età, ripartizione territoriale, cittadinanza e titolo di studio, oltre ad un’analisi degli occupati per posizione professionale e carattere dell’occupazione.

Il tasso di occupazione misura la quota di popolazione che ha un lavoro: in un’ottica economica rappresenta la parte di offerta di lavoro che ha trovato incontro con la domanda, in rapporto alla popolazione. Il tasso di disoccupazione è dato dal rapporto tra i disoccupati e la forza lavoro: rappresenta quindi la quota di forza lavoro che non ha trovato un incontro con la domanda, in rapporto alla forza lavoro stessa. Il tasso di inattività misura la quota di popolazione che non partecipa al mercato del lavoro. 

La componente longitudinale consente di individuare sia il numero di transizioni in entrata e in uscita dai diversi status occupazionali (occupati, disoccupati, non forze di lavoro), sia le caratteristiche degli individui coinvolti in tali transizioni. Le matrici di transizione prodotte in base alla popolazione longitudinale sono ottenute in modo da assicurare la coerenza con le stime trasversali correntemente diffuse e relative alla popolazione complessiva della RFL.

Domanda di lavoro

Gli indicatori sulla domanda di lavoro nelle imprese con dipendenti sono ottenuti attraverso l’integrazione di tre diverse rilevazioni statistiche facenti parte di un sistema congiunto di produzione di dati: la “Rilevazione mensile sull’occupazione, gli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese”, di tipo censuario su imprese con oltre 500 dipendenti (GI); la “Rilevazione trimestrale sui posti vacanti e le ore lavorate”, campionaria, dalla quale per questi indicatori sono ottenuti i dati sulle imprese con 1-499 dipendenti (Vela); la “Rilevazione trimestrale su Occupazione Retribuzioni e Oneri Sociali” (Oros) che integra dati amministrativi di fonte Inps (Dichiarazioni Mensili contributive) relativi ad imprese con almeno 1 dipendente con dati dell’indagine GI coprendo, in tal modo, tutte le classi dimensionali. Ad completamento di questi indicatori, vengono inoltre presentati dati trimestrali relativi alle retribuzioni contrattuali di cassa derivanti dall’indagine mensile sulle retribuzioni contrattuali (Irc). 

Introduzione e quadro normativo

Gli indicatori sulle variabili relative alle ore lavorate e ai posti vacanti sono prodotti utilizzando dati rilevati dalle indagini GI e Vela mentre dalla rilevazione Oros sono tratti dati per il controllo, la correzione e il riporto all’universo. Gli indici relativi alle posizioni lavorative dipendenti e al costo del lavoro sono, invece, calcolati sulla base dei dati della rilevazione Oros. Infine, l’indicatore sulle retribuzioni contrattuali di cassa viene compilato analizzando le componenti retributive attribuibili esclusivamente alla contrattazione nazionale (valori tabellari, voci a carattere generale e continuativo quantificabili attraverso i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e mensilità aggiuntive) a cui si sommano gli importi erogati a titolo di una tantum e arretrati.

La produzione di statistiche trimestrali sulla domanda di lavoro consente di adempiere, per le variabili relative al mercato del lavoro, al Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sulle statistiche europee sulle imprese n. 2019/2152). Inoltre, questi indicatori vengono usati per la produzione dell’indice trimestrale del costo del lavoro orario, disciplinato dal Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul Labour Cost Index n. 450/2003 e delle statistiche trimestrali sui posti vacanti in conformità con il Regolamento quadro del Parlamento europeo e del Consiglio n. 453/2008

Gli indicatori sulla domanda di lavoro vengono, infine, utilizzati quali principali fonti per la trimestralizzazione delle variabili su input e costo del lavoro nell’ambito dei Conti Nazionali trimestrali (Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 549/2013). 

I dati sulle retribuzioni contrattuali e sugli orari di lavoro sono desunti dai contratti o accordi collettivi di lavoro, o da leggi e regolamenti che disciplinano la materia. 

Occorre, tuttavia, ricordare che l’indice delle retribuzioni contrattuali ha caratteristiche prettamente nazionali e non è incluso tra quelli sottoposti a Regolamenti europei. Oltre ad essere il più tempestivo indicatore dell’evoluzione delle retribuzioni assume particolare importanza in quanto è alla base di numerose disposizioni normative (e non) per l’adeguamento di importi retributivi, pensionistici e canoni per determinate categorie di dipendenti e servizi. 

Le rilevazioni GI, Vela, Oros e Irc sono inserite nel Programma Statistico Nazionale (edizione in vigore: Psn 2020-2022, aggiornamento 2021-2022 pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 7 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 44 del 21 febbraio 2023).

Popolazione di riferimento, unità di rilevazione e di analisi

Gli indicatori sulla domanda di lavoro si riferiscono a imprese e istituzioni private attive, residenti sul territorio nazionale, con dipendenti e operanti nei settori dell’industria e dei servizi (sezioni di attività economica da B a S ad esclusione di O della classificazione Ateco 2007). La copertura in termini di classe dimensionale varia a seconda degli indicatori prodotti: i dati sui posti vacanti e sulle variabili relative alle ore lavorate descrivono le imprese con almeno 1 dipendente, gli indicatori su posizioni lavorative dipendenti e costo del lavoro rappresentano le imprese con almeno 1 dipendente che hanno corrisposto nel trimestre di riferimento retribuzioni imponibili a fini contributivi. L’unità di rilevazione e l’unità di analisi sono le unità economiche (ossia imprese e istituzioni private) con dipendenti; nel caso dell’indagine GI, le unità funzionali.

Per gli scopi degli indicatori prodotti, l’insieme degli occupati si riferisce a tutti i lavoratori dipendenti e comprende operai, impiegati e apprendisti, a prescindere dal tipo di contratto (tempo indeterminato, determinato, stagionale, ecc.) e dal tipo di prestazione lavorativa (tempo pieno, tempo parziale). I dirigenti, esclusi dagli indici relativi al costo del lavoro, sono invece compresi in tutte le variabili di input del lavoro. In particolare, per ciò che concerne i posti vacanti e le variabili relative alle ore lavorate, la loro inclusione è avvenuta a partire dal primo trimestre 2016 a seguito dell’avvio, da parte delle indagini Vela e GI, della raccolta dei dati specifici.

I lavoratori in somministrazione, inclusi solo negli indicatori prodotti dalla rilevazione Oros, vengono considerati dal lato delle società fornitrici e sono, quindi, classificati nella sezione N “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”, come esplicitato nelle raccomandazioni dei regolamenti europei. 

La lunghezza delle serie storiche degli indicatori sulla domanda di lavoro differisce per gli aggregati diffusi: per le sezioni da B a N ore lavorate e posti vacanti sono calcolati a partire dal primo trimestre 2004 per le imprese con almeno 10 dipendenti e dal primo trimestre 2016 per il totale imprese, mentre le posizioni lavorative e le variabili di costo del lavoro sono disponibili a partire dal primo trimestre 2000. Per le sezioni da P a S tutti gli indicatori sono disponibili dal primo trimestre 2010, ad eccezione di ore lavorate e posti vacanti per il totale imprese disponibili dal primo trimestre 2016. Le serie storiche degli indicatori su ore lavorate e posti vacanti relativi al totale imprese con dipendenti sono calcolati a partire dal 2016. 

La raccolta dei dati

La rilevazione GI raccoglie i dati su tutte le imprese del panel di riferimento dell’indagine, individuato ogni 5 anni tenendo conto del campo di osservazione (Ateco e classe dimensionale). L’ultimo panel di riferimento è stato definito nel 2018 sui dati medi annui del 2015 nei settori da B a S dell’Ateco 2007. Complessivamente nel 2021 le imprese nella rilevazione GI sono circa 1.460.

L’indagine Vela si basa su un campione che segue uno schema di rotazione di circa un terzo delle unità ogni primo trimestre dell’anno. A partire dal 2016, questo campione include non solo imprese con 10-499 dipendenti, ma anche imprese con un numero di dipendenti inferiore a 10. Nell’anno 2021 si è proceduto ad una estensione e riallocazione del campione di indagine; a seguito di questa operazione le imprese con 10-499 dipendenti incluse nel campione sono risultate pari circa a 13.300, mentre quelle con meno di 10 dipendenti pari a circa 15.700. 

La raccolta dei dati delle rilevazioni GI e Vela avviene mediante un questionario (mensile per GI, trimestrale per Vela) compilabile in formato elettronico sul Portale Istat delle imprese (https://imprese.istat.it/). Nella media del 2019, le imprese rispondenti sono state circa il 66 per cento di quelle appartenenti al campione dell’indagine Vela e circa il 94 per cento di quelle contattate dall’indagine GI.

La rilevazione Oros compila i propri indicatori utilizzando quale fonte primaria le dichiarazioni contributive (DM2013 virtuale) che i datori di lavoro con almeno 1 dipendente devono presentare mensilmente all’Inps. Mentre i dati rilevati dalla fonte GI vengono utilizzati integralmente nella rilevazione Oros, dai dati amministrativi vengono prodotte le stime degli indicatori per le imprese rimanenti. Con riferimento all’anno 2015, le imprese di fonte GI coprono una quota di occupazione pari al 22% circa del totale Oros. I dati di fonte GI sono censuari sull’insieme delle imprese coperte. Quelli amministrativi dell’Inps sono, invece, totalitari in riferimento alle stime definitive e rappresentano oltre il 95% dell’occupazione coperta rispetto alle stime provvisorie. La quota rimanente è da attribuirsi alle dichiarazioni contributive non ancora pervenute alla data di acquisizione dei dati presso l’Inps.

L’elaborazione dei dati: processo, strumenti e tecniche

I dati raccolti dalle indagini Vela e GI sono riportati all’universo con una procedura di calibrazione, che impone come vincolo il numero delle posizioni occupate della rilevazione Oros sulla popolazione di imprese con almeno 10 dipendenti. A questo fine viene utilizzato il software generalizzato ReGenesees, sviluppato in Istat. Il medesimo software è usato anche per il calcolo degli errori campionari degli indicatori sui posti vacanti e sulle ore lavorate. 

Al fine di trarre dalla fonte amministrativa le variabili rilevanti a fini statistici, le dichiarazioni mensili dell’Inps vengono sottoposte a complesse procedure di ricostruzione, supportate dai metadati legislativi e amministrativi, completi e continuamente aggiornati, conservati in una Banca Dati Normativa della rilevazione Oros. L’elevato livello di copertura dei dati amministrativi Inps acquisiti in una prima modalità “provvisoria” e in una seconda modalità “definitiva”, rispettivamente a circa 45 giorni e a 1 anno e 30 giorni dall’ultimo mese del trimestre di riferimento, rende l’insieme di dati sostanzialmente una rappresentazione della popolazione totale. La presenza di un numero ridotto di dichiarazioni mensili ritardatarie, che caratterizzano solamente la prima acquisizione, rende possibile il calcolo degli indicatori Oros come enumerazione dei dati disponibili a cui si aggiunge una ridotta percentuale di imputazione, a livello di singola unità, nel caso di stima provvisoria. Per migliorare la qualità delle stime vengono eseguite procedure di controllo e correzione anche con l’utilizzo di altre fonti amministrative (tra cui C.C.I.A.A., ecc.). L’Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) integrato con dati amministrativi di fonte Agenzia delle Entrate consentono di acquisire informazioni sul codice di attività economica e sulla natura giuridica dell’unità, utili per la loro collocazione nel campo di osservazione della rilevazione Oros.

La stima delle variabili relativa alle unità di grandi dimensioni viene ottenuta, sia per le variabili relative alle ore lavorate e ai posti vacanti sia per le variabili posizioni lavorative e costo del lavoro, integrando i dati elaborati dalle rilevazioni Vela e Oros con quelli dell’indagine GI. L’integrazione tra le tre fonti richiede l’armonizzazione del contenuto informativo delle variabili e l’individuazione delle unità compresenti, al fine di escludere possibili duplicazioni. Il linkage, che avviene trimestralmente, passa attraverso l’analisi delle frequenti trasformazioni giuridiche (scorpori, fusioni etc.) che tipicamente interessano le imprese di grandi dimensioni e che vengono rilevate in tempi diversi dalle tre fonti. 

Una particolare attenzione viene rivolta alla stima delle posizioni lavorative dipendenti per la sottopopolazione di imprese non rilevate dall’indagine GI, per tener conto di alcuni elementi mancanti nei dati amministrativi Inps. Queste unità vengono sottoposte ad alcuni specifici trattamenti nell’ambito della rilevazione Oros, finalizzati a ricostruire:

– l’assenza delle posizioni lavorative delle dichiarazioni contributive ritardatarie, stimate attraverso un approccio d’imputazione per regressione;

– la mancanza, nelle dichiarazioni contributive, delle informazioni relative ai dipendenti non retribuiti poiché assenti per l’intero mese per vari motivi (ad esempio aspettativa, Cig ecc.). In tal caso si interviene misurando le componenti mancanti con il supporto di informazioni di fonte amministrativa ausiliarie. 

L’imputazione dei dati mancati per le imprese non rilevate dall’indagine GI e tratti dalla fonte amministrativa viene effettuata anche sulle variabili di costo del lavoro. Tuttavia, considerato il ridotto impatto che i dati mancanti hanno sui valori pro capite delle variabili di costo del lavoro stimate da Oros, l’imputazione viene effettuata secondo criteri di selettività, ossia limitata ad un insieme ridotto di unità influenti.

Sono diffuse in forma grezza e destagionalizzata a livello di sezione Ateco le seguenti serie: indici del monte ore lavorate, indici delle ore lavorate per dipendente, tasso di posti vacanti, indici di retribuzioni lorde, oneri sociali e costo del lavoro per Ula, indici delle posizioni lavorative dipendenti anche distinte per tempo di lavoro (tempo pieno e tempo parziale) e con l’aggiunta del dettaglio sulle posizioni lavorative in somministrazione. Gli indici del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente sono diffusi anche in forma corretta per gli effetti di calendario. Sono invece diffuse solo in forma grezza le serie della quota di straordinario e dell’incidenza della cassa integrazione guadagni sulle ore lavorate.

La procedura di destagionalizzazione adottata è Tramo-Seats, basata su un approccio Reg-ARIMA. La procedura di correzione per gli effetti di calendario, laddove significativi, viene operata con il metodo di regressione (applicato utilizzando la procedura Tramo), il quale individua l’effetto del diverso numero di giorni lavorativi o di giorni specifici della settimana in essi contenuti, della presenza di festività nazionali civili e religiose, fisse e mobili (festività pasquali), nonché dell’anno bisestile attraverso l’introduzione di un regressore nel modello univariato che descrive l’andamento della serie.

Va inoltre ricordato che gli indici vengono destagionalizzati e corretti per gli effetti di calendario utilizzando il metodo diretto, ossia ciascuna serie elementare (per settore e/o per variabile) viene trattata separatamente rispetto alla relativa serie totale. Fanno eccezione le serie delle posizioni lavorative totali per sezione Ateco, ottenute indirettamente aggregando le serie destagionalizzate delle posizioni full time e part time delle rispettive sezioni, e i totali settoriali delle singole componenti part time, full time e totali, ricavate per somma delle serie destagionalizzate dei settori sottostanti; sono trattate indirettamente anche tutte le serie settoriali del totale costo del lavoro, ricavate dalla sintesi dei relativi indici destagionalizzati di retribuzioni e oneri sociali. Tale sistema di aggregazione del costo del lavoro implica però che gli aggregati settoriali destagionalizzati di questa variabile risultino indipendenti dalle serie elementari relative al singolo aggregato settoriale. In via generale, il metodo indiretto garantisce la coerenza tra le serie aggregate e le serie componenti, mentre le serie trattate direttamente possono differire da quelle che si otterrebbero dalla sintesi degli indici dei livelli inferiori di classificazione ovvero da metodo indiretto.

L’output: principali misure di analisi

Gli indicatori sulle ore lavorate misurano le variazioni dei valori trimestrali del monte ore lavorate e delle ore lavorate per dipendente rispetto al corrispondente valore medio dell’anno base. Il monte ore lavorate è la somma delle ore ordinarie e straordinarie effettivamente lavorate dai dipendenti. Le ore lavorate per dipendente sono ottenute dividendo il monte ore lavorate per la media delle posizioni occupate dai dipendenti nel trimestre.

Per le ore di straordinario e per quelle di Cassa integrazione guadagni (Cig) vengono calcolati alcuni rapporti caratteristici. Per le ore di straordinario, si definisce l’incidenza rispetto al totale delle ore lavorate dai dipendenti, sia ordinarie sia straordinarie; il rapporto è espresso per cento ore lavorate. 

Le ore di Cassa integrazione guadagni vengono misurate come ore complessive di Cig ordinaria, straordinaria o in deroga e ore di contratto di solidarietà utilizzate nel trimestre di riferimento ogni mille ore lavorate dai dipendenti. I rapporti medi annui sono calcolati come media aritmetica semplice dei quattro trimestri. 

I posti vacanti sono definiti come quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo.

Il tasso di posti vacanti è definito come il rapporto percentuale fra i posti vacanti e la somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate nell’ultimo giorno del trimestre di riferimento. Questo indicatore, misurando la quota di posti di lavoro per i quali le imprese cercano lavoratori idonei, corrisponde alla parte di domanda di lavoro non soddisfatta. Esso presenta una diretta analogia con il tasso di disoccupazione, che misura la quota di forze di lavoro in cerca di un’occupazione e rappresenta, quindi, la parte di offerta non impiegata.

Gli indicatori sulle posizioni lavorative dipendenti misurano le variazioni dei valori medi mensili delle posizioni lavorative nel trimestre di riferimento rispetto al corrispondente valore medio dell’anno base. Tra le posizioni lavorative dipendenti, di particolare interesse sono quelle in somministrazione. Quest’ultimo indicatore, stimato sui dati delle agenzie di somministrazioni di lavoro, presenti nei dati amministrativi, rappresenta una componente della domanda di lavoro particolarmente sensibile all’andamento del ciclo economico, anticipatrice dell’andamento dell’occupazione complessiva. Al fine di ottenere una misurazione statisticamente significativa dei lavoratori in somministrazione, i dati amministrativi sono sottoposti ad una particolare procedura di trattamento, per ottenere il numero di posizioni lavorative a partire da quello dei rapporti di lavoro (missioni). Analogamente, vengono ricondotte a posizioni lavorative a tempo pieno anche i rapporti di lavoro con contratto intermittente (chiamate). Leposizioni lavorative dipendenti vengono rese disponibili anche per tempo di lavoro, ossia nel dettaglio del tempo pieno e del tempo parziale. L’osservazione della dinamica per tempo di lavoro consente di evidenziare con maggiore precisione le peculiarità dei dati d’impresa, mettendo in luce come il sistema produttivo si adegui tempestivamente all’andamento economico e alle modifiche normative e istituzionali che hanno ricaduta diretta sulla domanda di lavoro dipendente. In particolare, la tipologia contrattuale a tempo parziale consente al datore di lavoro una maggiore flessibilità nella definizione dell’orario di lavoro, favorendo una redistribuzione dell’input di lavoro in funzione delle esigenze produttive contingenti. 

La dinamica delle variabili di costo del lavoro viene misurata attraverso gli indici delle retribuzioni lorde medie per unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula), degli oneri sociali medi per Ula e del costo del lavoro medio per Ula, come sintesi dei due precedenti. Le Ula utilizzate sono una misura dell’occupazione al netto dei dipendenti posti in cassa integrazione guadagni (Cig). Le retribuzioni per unità di lavoro sono ottenute dividendo la media trimestrale dei valori assoluti del monte retributivo per il corrispondente numero medio di Ula. 

È da notare che la rilevazione Oros, analogamente all’indagine GI, fornisce numeri indice sulla dinamica delle retribuzioni e del costo del lavoro al lordo delle trattenute fiscali e previdenziali. Tali indicatori si riferiscono alle effettive erogazioni mensili corrisposte dalle imprese, secondo un criterio “di cassa” e non “di competenza”. Ciò comporta ampie variazioni degli indici nei trimestri in cui vengono corrisposte mensilità aggiuntive e/o in cui si verificano circostanze di carattere episodico (corresponsione di premi, arretrati e gratifiche, slittamento di pagamenti di mensilità aggiuntive, rinnovi contrattuali, ecc.). Inoltre, tali indici si differenziano da quelli di “prezzo del lavoro” (ad esempio l’indice delle retribuzioni contrattuali prodotto mensilmente dall’Istat) poiché, oltre a registrare l’evoluzione delle retribuzioni e del costo del lavoro di fatto, incorporano anche l’effetto dei mutamenti nella composizione dell’occupazione. A causa di tali effetti di composizione, l’indice di un aggregato può presentare un valore che non è compreso tra il massimo e il minimo degli indici dei singoli settori che compongono l’aggregato stesso. Un effetto analogo si può presentare per i tassi di variazione calcolati su qualsiasi periodo.

Gli indici che descrivono le variabili di input e del costo del lavoro vengono calcolati dividendo i valori trimestrali delle variabili di riferimento per i corrispondenti valori medi dell’anno base. I valori medi dell’anno base e gli indici medi annui sono calcolati come media aritmetica semplice dei quattro trimestri di riferimento. 

I valori degli indici e delle rispettive variazioni congiunturali e tendenziali, nonché dei tassi e delle loro differenze congiunturali e tendenziali sono diffusi utilizzando valori arrotondati alla prima cifra decimale, coerentemente con gli standard di comunicazione e diffusione usati a livello europeo.

Tutti gli indicatori sulla domanda di lavoro sono prodotti e diffusi per sezione di attività economica della classificazione Ateco 2007 e per aggregati di sezioni.

La diffusione dei dati del mercato del lavoro

La precisione delle stime

Al fine di valutare l’accuratezza delle stime prodotte da un’indagine campionaria è necessario tenere conto dell’errore campionario che deriva dall’aver rilevato le informazioni di interesse solo su una parte (campione) della popolazione. Tale errore può essere espresso in termini di errore assoluto (standard error) o di errore relativo (cioè l’errore assoluto diviso per la stima, che prende il nome di coefficiente di variazione, CV). In questo paragrafo, per ciascuna delle principali variabili di interesse sull’offerta di lavoro, sono riportate per le stime puntuali l’errore relativo e per le variazioni tendenziali gli errori assoluti (standard error), ottenuti tenendo conto dello schema di rotazione adottato nel disegno campionario dell’indagine. 

A partire da questi è possibile costruire l’intervallo di confidenza che, con un prefissato livello di fiducia, contiene al suo interno il valore vero, ma ignoto, del parametro oggetto di stima. L’intervallo di confidenza è calcolato aggiungendo e sottraendo alla stima di interesse il suo errore campionario assoluto, moltiplicato per un coefficiente che dipende dal livello di fiducia; considerando il tradizionale livello di fiducia del 95%, il coefficiente corrispondente è pari a 1,96. Nei prospetti A e B si riportano gli errori relativi (CV) e assoluti (standard error) delle stime non destagionalizzate dei principali indicatori sull’offerta di lavoro e sulle caratteristiche dell’occupazione e delle rispettive variazioni tendenziali.

PROSPETTO A. ERRORI RELATIVI E ASSOLUTI DELLE STIME NON DESTAGIONALIZZATE DEI PRINCIPALI INDICATORI DELL’OFFERTA DI LAVORO. Terzo trimestre 2023

  Stima  Errore relativo (CV)Variazioni tendenziali  (In migliaia e in punti percentuali)
   Stima Standard Error
MASCHI    
Occupati (migliaia di unità)13.6770,00298623747
Disoccupati (migliaia di unità)9130,024517-2528
Inattivi 15-64 anni (migliaia di unità)4.5090,008241-18642
FEMMINE    
Occupati (migliaia di unità)9.9350,00463524452
Disoccupati (migliaia di unità)9340,024546-5529
Inattivi 15-64 anni (migliaia di unità)7.9240,005601-25649
TOTALE    
Occupati (migliaia di unità)23.6130,00273848123
Disoccupati (migliaia di unità)1.8470,018607-8017
Inattivi 15-64 anni (migliaia di unità)12.4330,004897-44225
GIOVANI 15-24 ANNI    
Occupati (migliaia di unità)1.2030,017381980
Disoccupati (migliaia di unità)3330,038856-1444
Inattivi (migliaia di unità)4.2580,0052871070
MASCHI    
Tasso di occupazione 15-64 (valore percentuale)70,90,0029391,10,6
Tasso di disoccupazione 15-74 (valore percentuale)6,30,024369-0,30,2
Tasso di inattività15-64 (valore percentuale)24,30,008241-1,00,2
FEMMINE    
Tasso di occupazione 15-64 (valore percentuale)52,20,0046461,40,5
Tasso di disoccupazione 15-74 (valore percentuale)8,60,024183-0,70,2
Tasso di inattività 15-64 (valore percentuale)42,80,005601-1,10,3
TOTALE    
Tasso di occupazione 15-64 (valore percentuale)61,60,0027071,30,3
Tasso di disoccupazione 15-74 (valore percentuale)7,30,018437-0,40,2
Tasso di inattività15-64 (valore percentuale)33,50,004897-1,10,5
GIOVANI 15-24 ANNI    
Tasso di occupazione (valore percentuale)20,80,0173810,10,5
Tasso di disoccupazione (valore percentuale)21,70,035983-0,81,0
Incidenza dei disoccupati sulla popolazione(valore percentuale)5,70,038856-0,20,3
Tasso di inattività (valore percentuale)73,50,0052870,10,5

PROSPETTO B. ERRORI RELATIVI E ASSOLUTI DELLE STIME NON DESTAGIONALIZZATE DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEGLI OCCUPATI   Terzo trimestre 2023

 Stima puntuale (migliaia di unità)Errore relativo (CV)Variazioni tendenziali  (in migliaia)
   Stima Standard Error
Occupati23.6130,00273848123
POSIZIONE    
Dipendenti 18.5680,00387340193
      a tempo indeterminato15.5680,00467747088
      a termine 3.0000,013622-7043
Indipendenti 5.0450,0108058171
CARATTERE OCCUPAZIONE  0 
Tempo pieno 19.4670,00325851072
Tempo parziale 4.1450,010627-2955

Attraverso alcuni calcoli è possibile ricavare gli intervalli di confidenza con livello di fiducia del 95% (=0,05). Tali intervalli comprendono i parametri ignoti della popolazione con probabilità pari a 0,95. Nel prospetto seguente sono illustrati i calcoli per la costruzione dell’intervallo di confidenza della stima degli occupati e del tasso di disoccupazione dell’ultimo trimestre. Questa procedura può essere applicata per calcolare l’intervallo di confidenza per tutti gli indicatori sull’offerta e sulla domanda di lavoro per cui sono pubblicati gli errori relativi o, nel caso di variazioni tendenziali, quelli assoluti.

PROSPETTO C. CALCOLO ESEMPLIFICATIVO DELL’INTERVALLO DI CONFIDENZA

 Occupati (migliaia di unità)Tasso di disoccupazione (%)
Stima puntuale:23.6137,3
  Errore relativo (CV)0,0027380,018437
Stima intervallare  
  Semi ampiezza dell’intervallo:(23.613*0,002738)*1,96 = 127(7,3*0,018437)*1,96 = 0,135
  Limite inferiore dell’intervallo di confidenza:23.613-127 = 23.4867,3-0,135 = 7,0
  Limite superiore dell’intervallo di confidenza:23.613+127 = 23.7407,3+0,135 = 7,6
Variazione tendenziale:481-0,4
  Standard Error23,140,1630
Stima intervallare  
  Semi ampiezza dell’intervallo:23,14*1,96= 450,16*1,96 = 0,3
  Limite inferiore dell’intervallo di confidenza:481-45 =436-0,4-0,3 = -0,7
  Limite superiore dell’intervallo di confidenza:481+45 =526-0,4+0,3 = -0,1

Sono diffusi anche gli errori relativi di alcuni indicatori sulla domanda di lavoro: monte ore lavorate, ore lavorate per posizione dipendente e tasso di posti vacanti (Prospetto D). Le serie storiche di questi errori relativi a partire dal primo trimestre 2014 sono disponibili in un file excel pubblicato nella pagina web del comunicato stampa. 

PROSPETTO D. ERRORI RELATIVI DELLE STIME NON DESTAGIONALIZZATE DEI PRINCIPALI INDICATORI DELLA DOMANDA DI LAVORO Terzo trimestre 2023

 Stima puntuale Errore relativo (CV)
Monte ore lavorate (indice base 2015=100)115,50,00318
Ore lavorate per posizione dipendente (indice base 2015=100)92,70,00306
Tasso di posti vacanti (valori percentuali)2,10,02700

Le stime che derivano dalla rilevazione OROS e dall’indagine su Grandi Imprese non sono soggette ad errore campionario in quanto la prima è basata interamente su dati di fonte amministrativa e la seconda è un’indagine totale.

I principali Istituti di statistica non pubblicano errori campionari riferiti a stime destagionalizzate. In alcuni casi sono pubblicati gli errori campionari delle stime non destagionalizzate ritenendo che questi siano del tutto simili a quelli riferiti alle corrispondenti stime destagionalizzate. L’Istat sta conducendo studi al fine di verificare se tale approccio sia applicabile anche agli indicatori diffusi dall’Istituto. 

Nella pagina web del comunicato stampa è disponibile il file excel che riporta i coefficienti dei modelli utilizzati per l’interpolazione degli errori campionari delle stime di frequenze mediante i quali è possibile calcolare, in misura approssimata, l’errore relativo di una generica stima.

Tempestività e revisione 

Gli indicatori trimestrali sul mercato del lavoro sono diffusi a circa 68 giorni dalla fine del trimestre di riferimento. I dati trimestrali non destagionalizzati della Rilevazione sulle forze di lavoro non sono soggetti a revisione. Le serie destagionalizzate, al contrario, sono soggette a revisione, in quanto la procedura di destagionalizzazione viene replicata in occasione di ogni diffusione dei dati, includendo ogni volta l’ultimo dato disponibile e aggiornando la stima dei parametri dei modelli (partial concurrent approach). All’inizio di ciascun anno vengono identificati i nuovi modelli per la destagionalizzazione.

A partire dalla pubblicazione del comunicato stampa del primo trimestre 2018 i “triangoli delle revisioni” degli indicatori prodotti dalla Rilevazione sulle forze di lavoro, precedentemente allegati al comunicato stampa, vengono diffusi nella sezione “revisioni” della pagina web sulla congiuntura al link:https://www.istat.it/it/congiuntura/revisioni/indicatori-congiunturali-oggetto-di-revisione.

L’analisi delle revisioni è utile per valutare l’impatto delle informazioni aggiuntive che si rendono disponibili dopo il primo rilascio. Nel caso delle forze lavoro questa analisi quantifica l’effetto dovuto al processo di destagionalizzazione. Nella pagina web sono diffusi i triangoli dei principali indicatori, insieme a statistiche sintetiche calcolate sulle revisioni di dati destagionalizzati. Inoltre, attraverso alcuni grafici e una selezione di indicatori statistici, si fornisce una lettura semplificata del processo di revisione. 

In dettaglio, vengono pubblicate le revisioni di occupati, disoccupati e inattivi di 15-64 anni, e dei tassi di occupazione 15-64 anni, di disoccupazione e di inattività 15-64 anni. 

Degli indicatori sui posti vacanti per i principali aggregati di attività economica vengono diffuse anche stime preliminari a circa 45 giorni dalla fine del trimestre di riferimento, che possono poi essere riviste in occasione della pubblicazione a 68 giorni. 

Ogni anno, di regola in occasione della diffusione degli indici relativi al primo trimestre, vengono riviste le serie storiche sulle variabili relative alle ore lavorate e sui posti vacanti degli otto trimestri precedenti, per incorporare negli indicatori le informazioni che si rendono disponibili successivamente alla pubblicazione delle prime stime. Gli elementi considerati nel processo di revisione sono i seguenti: 

– le risposte pervenute dalle imprese dopo la pubblicazione delle prime stime;

– la revisione dei microdati dell’indagine GI per i quattro trimestri dell’anno precedente;

– il consolidamento della popolazione usata per il riporto all’universo nella rilevazione Oros.

Come conseguenza di questa politica di revisione, gli indicatori relativi all’anno in corso e al precedente relativi alle ore lavorate e ai posti vacanti sono provvisori. In occasione della pubblicazione di indicatori sulle ore lavorate in base 2015=100 (si veda la Nota Informativa diffusa per l’occasione), sono stati rivisti gli ultimi tre anni (2015, 2016 e 2017) anche per i posti vacanti. Inoltre, le serie destagionalizzate e quelle corrette per gli effetti di calendario possono essere soggette a revisione ad ogni pubblicazione. 

Le variabili sulle posizioni lavorative dipendenti e sul costo del lavoro vengono riviste per tre trimestri successivi fino a quando, dopo un anno dalla prima diffusione, viene rilasciata la stima definitiva. Le revisioni di queste variabili vengono effettuate per incorporare le informazioni che si rendono disponibili successivamente alla prima pubblicazione, quali:

– la disponibilità dell’insieme completo delle dichiarazioni DM2013 virtuali; 

– la revisione dei microdati dell’indagine GI per i quattro trimestri dell’anno precedente;

– l’aggiornamento di informazioni di carattere strutturale sulle unità oggetto di rilevazione;

– le eventuali revisioni occasionali nella metodologia di stima degli indicatori.

Con la prima diffusione in base 2015=100, le serie storiche degli indicatori sulle posizioni lavorative dipendenti e sul costo del lavoro (si veda la Nota Informativa allegata) sono state interamente riviste.

Ogni trimestre i dati destagionalizzati e/o corretti per gli effetti di calendario relativi a tutti gli indicatori di input e costo del lavoro già pubblicati sono interamente soggetti a revisione. Ciò avviene per effetto dell’approccio di correzione utilizzato, di tipo model based: l’aggiunta di una nuova informazione trimestrale consente una migliore stima delle componenti non direttamente osservabili, con un impatto sull’intera serie storica dei dati sottoposti a correzione. In aggiunta, revisioni straordinarie sono dovute alla revisione periodica (di norma all’inizio dell’anno, in corrispondenza della diffusione dei dati relativi al primo trimestre) dei modelli statistici utilizzati per la destagionalizzazione.

Una scheda informativa sulle revisioni degli indicatori sulle variabili relative alla domanda di lavoro e il loro calendario sono pubblicati a questo indirizzo:

http://www.istat.it/it/congiuntura/revisioni/indicatori-congiunturali-oggetto.

In aggiunta, nella stessa pagina web, con l’obiettivo di quantificare, sintetizzare e valutare il processo di revisione delle stime preliminari rispetto a quelle pubblicate in periodi successivi, alcuni dei principali indicatori sul costo del lavoro vengono sottoposti ad analisi delle revisioni, attraverso il rilascio dei “triangoli delle revisioni”. In particolare, vengono pubblicate le revisioni degli indicatori del costo del lavoro, degli oneri sociali e delle retribuzioni per Ula relative all’aggregato industria e servizi di mercato (sezioni da B a N Ateco 2007). 

Informazioni sulla riservatezza dei dati

I dati raccolti dalle Rilevazioni sulle forze lavoro, Vela, GI, Oros e Irc sono tutelati dal segreto statistico e sottoposti alla normativa sulla protezione dei dati personali. Questi possono essere utilizzati, anche per successivi trattamenti, esclusivamente per fini statistici dai soggetti del Sistema statistico nazionale e possono, altresì, essere comunicati per finalità di ricerca scientifica alle condizioni e secondo le modalità previste dall’art. 7 del Codice di deontologia per il trattamento di dati personali effettuato nell’ambito del Sistema statistico nazionale e dal regolamento comunitario n. 679/2016. Le stime diffuse in forma aggregata, sono tali da non poter risalire ai soggetti che hanno fornito i dati o a cui si riferiscono. 

Copertura e dettaglio territoriale

Le stime trimestrali del comunicato “Il mercato del lavoro” sono prodotte per le macroripartizioni geografiche e per le regioni. 

Le stime annue (diffuse sul data warehouse I.Stat) sono prodotte anche per le province.

Gli indicatori sulle variabili relative alla domanda di lavoro sono disponibili solo per l’intero territorio nazionale. 

Diffusione

A seguito della nuova normativa europea (Regolamento Ue 2019/1700), che introduce innovazioni metodologiche e organizzative della Rilevazione sulle forze di Lavoro, le attività di diffusione subiranno alcune modifiche. In particolare il data warehouse I.Stat, che abitualmente rende disponibili le serie mensili e trimestrali – destagionalizzate e non – verrà aggiornato a dicembre 2021.

Tuttavia, per questo comunicato e per tutti i successivi del 2021, saranno disponibili in allegato alcune tavole con una ricostruzione provvisoria delle serie storiche per poter effettuare i confronti. A partire da dicembre 2021 sarà disponibile la ricostruzione definitiva delle serie storiche da gennaio 2004.

Nel data warehouse I.Stat restano comunque disponibili le serie vecchie storiche della Rilevazione sulle forze lavoro dal 1997 fino a tutto il 2020. Dati precedenti al 1977, in particolare dal 1959, anno di avvio dell’indagine sulle forze lavoro, sono presenti nella banca dati Serie storiche http://seriestoriche.istat.it/. Si sottolinea ancora una volta che tali stime non sono coerenti con il nuovo regolamento.

Vengono inoltre diffusi i file dei microdati trimestrali (il file contenente i dati elementari rilevati nel corso dell’indagine), solitamente a circa 68 giorni dal trimestre di riferimento. I microdati del 2021 verranno resi disponibili tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022(http://www.istat.it/it/prodotti/microdati).

Le serie trimestrali grezze, destagionalizzate e corrette per gli effetti di calendario sulle variabili relative alle ore lavorate, ai posti vacanti, alle posizioni lavorative e al costo del lavoro sono disponibili suI.Stat, alla sezione “Lavoro e retribuzioni/Occupazione dipendente e retribuzioni”. Queste serie sono disponibili nella pagina web del comunicato stampanel file excel “Serie storiche” relativo alla domanda di lavoro.

Gli effetti dell’emergenza sanitaria sulle tecniche e metodologie della rilevazione 

Riguardo alla Rilevazione sulle forze di lavoro, nel 2020 non è sempre stato possibile effettuare lo svolgimento delle interviste in modalità Capi, con conseguente riorientamento delle interviste in modalità telefonica. Numerosi controlli sono stati effettuati per verificare la distorsione indotta dal cambiamento di tecnica e dalla ridotta numerosità campionaria; il sistema di vincoli per il riporto all’universo ha consentito di correggerne gli effetti distorsivi con un contenuto aumento dell’errore campionario, in linea con i requisiti richiesti da Eurostat. Ciò ha anche permesso diffondere i dati con il consueto livello di disaggregazione e di affidabilità. Il processo di destagionalizzazione è stato effettuato prendendo in considerazione le indicazioni contenute nelle linee guida diffuse da Eurostat. Alla luce delle eccezionali variazioni nei livelli degli aggregati indotte dall’emergenza sanitaria, nei modelli statistici di destagionalizzazione, ove statisticamente significativi, sono stati introdotti regressori aggiuntivi (per l’esplicitazione dei valori anomali di tipo Level Shift). Tale procedura ha consentito di gestire il valore anomalo con l’obiettivo di contenere il più possibile le possibili future revisioni dei dati, dettate da una maggiore disponibilità di informazione e una più completa valutazione della situazione.

Nell’indagine sui posti vacanti e le ore lavorate (Vela), nel terzo trimestre 2023, il numero di record utilizzati per la stima, incluse le imprese rispondenti e imputate provenienti dalla rilevazione Grandi Imprese, è pari a 17.804, contro 17.387 del trimestre precedente, e 17.829 del terzo trimestre 2022. In questo trimestre, la mancata risposta totale è stata trattata in fase di calibrazione secondo le procedure consuete. 

Per quanto riguarda la rilevazione Oros, anche i dati amministrativi hanno evidenziato un rientro ai livelli di copertura precedenti, a seguito del graduale venir meno degli effetti dei provvedimenti di sospensione degli adempimenti contributivi indirizzati ad alcune tipologie d’impresa. Per poter misurare con maggiore accuratezza la riduzione di input di lavoro conseguente all’eccezionale ricorso alla Cig e ad altre forme di flessibilità dell’orario di lavoro, che ha fatto seguito all’emergenza epidemiologica, la metodologia di stima delle Ula, al denominatore delle variabili di costo del lavoro Oros, è stata reindirizzata verso un utilizzo più mirato dei dati amministrativi sulle giornate e le ore retribuite; il raccordo con i dati calcolati con la vecchia metodologia ha comunque consentito di ottenere stime armonizzate con le precedenti serie storiche.