“Sono gli stessi rischi che corriamo in tanti settori, non c’è quello che prevalga assolutamente: una logica del profitto e i grandi gruppi multinazionali colonizzano ogni specificità, ogni o individualità nelle produzioni dei diversi Paesi, nelle eccellenze dei diversi Paesi. Quello è il rischio. Ma è un rischio generale, che riguarda l’agroindustria come riguarda la farmaceutica, come riguarda l’energia, come riguarda l’informazione. Naturalmente occorrono regole, non occorrono norme”.
Così a PMINEWS Massimo Cacciari in occasione del Forum Coldiretti organizzato a Roma.
“Ma l’Italia – e l’Europa in generale – dovrebbe battersi per un assetto plurale, Un assetto che in base a norme, regole precise, tuteli anche l’individualità e la personalità di ciascun Paese. Questo vale anche sotto il profilo culturale generale, bisogna riconoscere che è un processo, quello che è in atto, che va in tutt’altra direzione. Basti pensare che adesso c’è la rincorsa delle varie università per fare in inglese anche i corsi su Dante. Quindi è un processo di omologazione di pensiero unico, dentro cui stanno anche le questioni che riguardano l’egemonia delle grandi corporazioni multinazionali su settori come l’industria. La cosa incredibile è che l’Italia – pur essendo l’Italia – credo che sia la seconda o la terza come fatturato del settore turistico in Europa. Il che vuol dire che non stiamo valorizzando le nostre eccellenze, è chiaro, e dopodiché però ci sono delle norme, delle regole europee che fanno di tutto affinché non si valorizzino. Quindi qui c’è ancora fare una battaglia politica, a partire da organizzazioni come la Coldiretti, che devono da un lato rendersi conto che occorre normare il mercato, che ci devono essere delle regole per combattere ogni fenomeno di corruzione. Dall’altra parte è nevessario far sentire la propria voce soprattutto all’interno dell’Europa, della burocrazia europea, contare lì perché poi queste questioni si decidono lì, non si decidono a livello nazionale”.