News10 Novembre 2023 11:35

Assemblea CNA, Meloni: artigianato cardine del sistema economico italiano. Pronti al referendum sulle riforme

“Ringrazio tutta la CNA, spina dorsale della nostra nazione, che consente all’Italia di produrre ricchezza e posti di lavoro. Non avete mai fatto mancare il vostro contributo e noi non faremo mancare la nostra disponibilità rispetto alle vostre necessità. Artigianato e piccole e medie imprese sono l’elemento cardine del nostro sistema economico: senza di loro non esisterebbe il Made in Italy e il nostro patrimonio di conoscenze, materiale e immateriale, che dobbiamo proteggere e valorizzare”.

Così Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, in occasione dell’Assemblea Nazionale 2023 di CNA organizzata a Roma.

“I provvedimenti di questo primo anno chiariscono il nostro indirizzo, come la legge sul Made in Italy e il fondo sovrano da oltre 1 miliardo di euro. Abbiamo chiesto lo scostamento per 15 miliardi e tagliato la spesa pubblica, concentrandoci su poche misure necessarie e espansive. Ci siamo anche dedicati al lavoro autonomo, come lo spostamento al prossimo anno della rata Irpef, norma inclusa in un quadro più ampio, come la tassa piatta confermata anche per il 2024, per i forfettari”, prosegue la Presidente.

“L’Italia attende la riforma del fisco, stiamo lavorando per darne attuazione, partendo dall’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito e su questo fronte abbiamo approvato un decreto per creare una collaborazione tra fisco e contribuente, primo passo per creare fiducia. Il decreto si concentra sull’accertamento, con il concordato preventivo per i successivi due anni – prima previsto solo per le grandi imprese fino ad oggi -, uno strumento significativo che rompe rispetto al passato: non disturbare chi vuole fare.

Tutto questo cancella anche la falsità ideologica che vede gli artigiani come evasori fiscali. Il nuovo rapporto tra cittadini e imprese si basa su principi aziendali: lavorando insieme si produce ricchezza, senza però calare l’attenzione verso l’evasione fiscale. Ci occuperemo di quella vera però, non di quella presunta.

Abbiamo poi rifinanziato la Sabatini, investito su chi vuole rilanciare il Mezzogiorno, per liberare le energie produttive. Sottoscrivo poi la scelta di CNA di mettere al centro dell’assemblea il lavoro, e anche il Governo sta investendo attraverso una superdeduzione del 120% per chi assume a tempo indeterminato e fino al 130% per altre categorie, come donne e ex percettori di RdC. Ma non solo, abbiamo aumentato le deduzioni e tutto questo sta dando i suoi frutti sul mercato del lavoro, che sta raggiungendo numeri record, mai visti: gli occupati sono aumentati di 512mila unità rispetto ad un anno fa, con un tasso di disoccupazione calato a livelli mai visti negli ultimi 14 anni.

Dobbiamo però colmare il divario con altri paesi europei, servono politiche attive del lavoro mirate, come quelle sulla formazione. Per questo abbiamo creato il liceo del Made in Italy, dobbiamo fare quello che è utile per colmare il divario, come quello sulle donne lavoratrici. Il sistema italiano mette in difficoltà le lavoratrici che vogliono avere figli, non possiamo permettercelo e dobbiamo costruire una cultura che non veda la genitorialità come un ostacolo. Abbiamo aumentato il congedo parentale, possiamo fare la differenza, mettendo in rete le tante buone pratiche che aumentano le produttività e il benessere delle persone.

Vogliamo che l’Italia cresca insieme a tutti i suoi cittadini. C’è un problema di salari che non si risolve con il minimo orario, ma solo con la contrattazione anche nei settori che non sono coperti. Il Governo è intervenuto con il taglio del cuneo contributivo, rinnovato anche nel 2024 e che porterà a un aumento medio di 100 euro mensili. Dobbiamo però intervenire sulla bassa crescita, dovuta a diversi fattori, ma c’è una sola endemica ragione per l’Italia: la bassa forza della politica italiana. In 75 anni di storia repubblicana i governi hanno avuto un orizzonte di un anno e mezzo e lo abbiamo pagato sulle scelte strategiche.

In questi 75 anni è cambiato tutto, ma non la parte istituzionale, per questo puntiamo alla riforma per dare maggiore stabilità: se il parlamento non deciderà saranno allora i cittadini a votare, con un referendum e sono convinto che saranno gli italiani a fare la scelta giusta”, conclude la Meloni.