News4 Novembre 2023 18:11

Imballaggi Ue, Confindustria, Confcooperative, Confagricoltura, Confcommercio, Confartigianato, Cassartigiani, Federdistribuzione a Meloni: in gioco il 30% del Pil. LA LETTERA

I presidenti di Confindustria – Carlo BONOMI, Confederazione Cooperative Italiane – Maurizio GARDINI, Casartigiani – Giacomo BASSO, CLAAI – Stefano FUGAZZA, Confagricoltura – Massimiliano GIANSANTI, Confartigianato – Marco GRANELLI, Confcommercio – Carlo SANGALLI, Federdistribuzione – Carlo Alberto BUTTARELLI scrivono a Giorgia Meloni, a Tajani, Lollobrigida, Fitto, Pichetto Fratin e Urso per mettere in guardia il governo italiano sulle conseguenze che potrebbe portare il nuovo regolamento imballaggi che rischia di colpire oltre il 30% del Prodotto Interno Lordo del paese.

Qui di seguito PMINEWS pubblica la lettera in formato PDF e a seguire in formato testuale.


Gentile Presidente,

nelle prossime settimane il delicato negoziato in corso da mesi a livello UE sulla proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio – che ha visto impegnati, nelle diverse sedi, il Governo, le diverse forze politiche, e tutte le rappresentanze delle categorie produttive nazionali – giungerà alla sua fase decisiva, sia in Parlamento europeo che in seno al Consiglio dell’UE. La Presidenza spagnola avrebbe intenzione di accelerare ulteriormente il negoziato e far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre, preannunciando riunioni del COREPER già nel mese di novembre.

Nonostante l’impegno del Governo e il progressivo sollevarsi di voci critiche da parte di un numero crescente di Paesi europei, i testi attualmente all’esame dei competenti gruppi tecnici confermano – e a tratti persino peggiorano – l’impostazione originaria della proposta della Commissione europea, rischiando di consolidare orientamenti molto pericolosi per il sistema produttivo e distributivo nazionale.

Un’impostazione simile rischia di colpire oltre il 30% del nostro Prodotto Interno Lordo, recando gravi danni non solo a tutti i produttori di imballaggi, ai loro fornitori di materie prime e all’intera industria italiana del riciclo, ma anche e soprattutto penalizzando le imprese che utilizzano tali imballaggi per commercializzare ed esportare merci in Italia e all’estero, dalle cooperative agricole a tutte le filiere della ristorazione, della produzione, trasformazione e distribuzione agro- alimentare, dalla cosmetica alla farmaceutica, dai pubblici esercizi al turismo, dalla piccola, media e grande distribuzione organizzata, al vending e alla logistica, con il pericolo concreto di gravi danni per intere filiere strategiche della nostra economia. Sono a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro, nonché filiere e modelli produttivi e di consumo caratteristici del nostro made in Italy.

Grazie anche all’impegno del Governo, il dibattito politico creatosi negli ultimi mesi a livello europeo ha registrato crescente consapevolezza sulla necessità di prevedere su soluzioni alternative, molto più realistiche e orientate a rafforzare, anziché a smantellare, l’economia circolare (ad esempio eliminando le restrizioni infondate e foriere di rischi per la sicurezza alimentare, o prevedendo esenzioni ad hoc per i paesi e i materiali con alti tassi di riciclo).

In vista dei prossimi passaggi istituzionali diventa però necessario e urgente che le problematiche evidenziate sin qui dall’Italia a livello tecnico si traducano in un’alleanza politica di un numero Paesi sufficientemente ampio da determinare un radicale riorientamento dell’impianto di questa proposta legislativa.

Si tratta – questa la vera sfida – di difendere e promuovere le virtù di un modello, quello dell’economia circolare italiana, di assoluta eccellenza in Europa e, quindi, nel mondo, costruito in oltre trent’anni di fruttuosa collaborazione pubblico-privato e su cui sono stati investiti miliardi sia da parte delle imprese che da parte delle autorità pubbliche, per favorire crescenti livelli di riciclo di imballaggi sempre più sicuri e sostenibili; un modello grazie al quale la nostra economia e la nostra società hanno raggiunto vette di assoluta eccellenza in termini di innovazioni tecnologiche e di sostenibilità ambientale e rispetto al quale sarebbe inconcepibile, ora, chiederci fare giganteschi passi indietro.

Possiamo senz’altro porci obiettivi ancora più ambiziosi, ma in una logica di continuità con quanto fatto sin qui e con gli investimenti in corso, nell’ambito di soluzioni basate su solide valutazioni scientifiche e in grado di tutelare realmente l’ambiente, e non imponendo misure, come il riutilizzo “ad ogni costo” – anche quando non sia la soluzione preferibile sotto il profilo della sostenibilità ambientale ed economica o della sicurezza alimentare – che rischiano di peggiorare sensibilmente il risultato ambientale complessivo generando maggiori sprechi alimentari, aumento di produzione di CO2, maggiore pressione sull’utilizzo di risorse scarse e in questo momento particolarmente critiche come acqua ed energia, e minando alla base le strategie di contrasto al cambiamento climatico.

RingraziandoLa sin d’ora per l’attenzione che vorrà rivolgere alle nostre richieste, e confermando la nostra piena disponibilità a qualsiasi approfondimento si dovesse rendere necessario, soprattutto in ragione dell’urgenza e dell’importanza della questione, l’occasione ci è gradita per trasmetterLe i nostri più cordiali saluti.