News18 Ottobre 2023 11:13

Consumi, la spesa aumenta per effetto dell’inflazione. Alimentari incidono per 18,4%. I dati Istat

La spesa aumenta per effetto dell’inflazione

Nel 2022, la spesa media mensile per consumi delle famiglie in valori correnti è pari a 2.625 euro (2.415euro nel 2021*; +8,7%), ma la crescita in termini reali risulta pressoché nulla per effetto dell’inflazione(+8,7% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo).

In termini reali, la spesa equivalente diminuisce del 2,5% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta dell’1,8%.

Permangono ampi i divari territoriali782 euro di differenza tra la spesa massima del Nord-ovest e quella minima del Sud, erano 748 euro nel 2021.

Continuano ad accentuarsi le differenze nei livelli di spesa tra le famiglie composte solamente daitaliani rispetto a quelle in cui tutti i componenti sono stranieri (952 euro in più, 850 nel 2021).

 
18,4% Il peso di prodotti alimentari e bevandeanalcoliche sulla spesa totale Da 19,3% nel 2021.+32,2% L’aumento della spesa media per Servizi di ristorazione e di alloggio 4,9 Il rapporto tra la spesa dellefamiglie più abbienti e quella delle meno abbienti Disuguaglianza nei livelli di spesa stabile dal 2018.

(*) I dati 2018-2021 presenti nel Report differiscono da quelli pubblicati in precedenza poiché si tratta di dati ricostruiti secondo la più recente versione della classificazione delle spese per consumi (COICOP 2018), adottata nell’indagine a partire dal 2022. Si deve inoltre tener presente che, ad essere ricostruita, è stata anche la popolazione di riferimento, sulla base delle nuove serie rilasciate dal censimento permanente della popolazione dell’Istat. Per ulteriori dettagli si vedahttps://www.istat.it/it/archivio/283438

Spesa corrente per consumi in forte ripresa nel 2022, ma ferma in termini reali

Nel 2022, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.625 euro in valori correnti, in forte aumento (+8,7%) rispetto ai 2.415 euro del 2021. Tale incremento, tuttavia, non corrisponde a un maggiore livello di spesa per consumi anche in termini reali. Infatti, considerata la forte accelerazione dell’inflazione registrata nel 2022 (+8,7% la variazione dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, IPCA), la spesa in termini reali rimane sostanzialmente inalterata. 

Poiché la distribuzione dei consumi è asimmetrica e più concentrata nei livelli medio-bassi, la maggioranza delle famiglie spende un importo inferiore al valore medio. Se si osserva il valore mediano (il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali), il 50% delle famiglie residenti in Italia ha speso nel 2022 una cifra non superiore a 2.197 euro (2.023 euro nel 2021).

Le famiglie hanno posto in essere strategie di risparmio per far fronte al forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato il 2022, in parte grazie a quanto accumulato negli anni di crisi dovuta al Covid. Nel 2020 e nel 2021, infatti, il tasso di risparmio lordo delle famiglie consumatrici è stato, rispettivamente, del 15,6% e del 13,2%, prima di ridiscendere ai livelli pre-Covid attestandosi attorno all’8%. In molti casi si è trattato anche di modificare le proprie scelte diacquisto, in particolare nel comparto alimentare. Il 29,5% delle famiglie intervistate nel 2022 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato. Comportamento che trova conferma anche nei dati Istat sul commercio al dettaglio, che registrano in media, nel 2022, per la vendita di beni alimentari, un aumento tendenziale in valore (+4,6%), soprattutto nei discount, e una diminuzione in volume (-4,3%).

Più in dettaglio, nel 2022, a fronte del marcato incremento dei prezzi di Alimentari e bevande analcoliche (+9,3% la variazione su base annua dell’IPCA), le spese delle famiglie per l’acquisto diquesti prodotti sono cresciute del 3,3% rispetto all’anno precedente(482 euro mensili, pari al 18,4% della spesa totale): il 21,5% della spesa alimentare è destinato alla carne, il 15,7% a cereali e a prodotti a base di cereali, il 12,7% a ortaggi, tuberi e legumi, il 12,0% a latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova, l’8,5% alla frutta e il 7,9% a pesce e frutti di mare.

SPESE DELLE FAMIGLIE: I NUMERI CHIAVE. Anni 2021-2022,valori in euro

SPESARIPARTIZIONE GEOGRAFICAItalia
 Nord-ovestNord-estCentroSudIsole 
 202120222021202220212022202120222021202220212022
Spesa mediana mensile2.245,272.434,652.263,492.418,482.147,992.363,021.609,441.769,861.684,561.814,352.023,122.196,68
Spesa media mensile 2.682,592.899,642.645,222.844,932.550,922.794,931.934,222.118,051.984,062.196,252.414,802.625,36
Spesa media mensile per alimentari e bevande analcoliche470,58470,63455,60465,73471,58477,09468,83504,11459,40504,92466,25481,80
Spesa media mensile per beni e servizi non alimentari2.212,002.429,002.189,622.379,202.079,342.317,841.465,391.613,951.524,661.691,331.948,542.143,57

La spesa non alimentare cresce del 10% rispetto al 2021 

Anche nell’ambito della spesa non alimentare, quasi tutti i capitoli di spesa nel 2022 registrano una variazione positiva rispetto al 2021, con le uniche eccezioni di Bevande alcoliche e tabacchi, Mobili, articoli e servizi per la casa e Istruzione, che rimangono stabili. Nel complesso, la spesa non alimentare, che nel 2022 è di 2.144 euro mensili, rappresentando l’81,6% della spesa complessiva, cresce del 10,0% rispetto al 2021.

L’aumento più elevato (+32,2%) si osserva per il capitolo Servizi di ristorazione e di alloggio (134 euro mensili), seguito da Ricreazione, sport e cultura (92 euro, +15,9% rispetto all’anno precedente): continua dunque il recupero delle spese che, anche nel 2021, sono state penalizzate dal persistere delle limitazioni alla socialità presenti, in misura molto più accentuata, nel 2020. Per i Servizi di ristorazione e di alloggio, l’aumento più marcato si osserva nel Nord-est (+34,6%), dove la spesa media per questo capitolo è pari a 175 euro mensili, mentre per Ricreazione, sport e cultura la crescita è più forte nel Centro (+22,9%), dove si dedicano in media a questa voce 102 euro al mese. 

Nel 2022, crescono significativamente anche le spese per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (1.010 euro al mese, +10,6%, incremento in gran parte dovuto alla forte dinamica inflazionistica fatta registrare dagli energetici), per Trasporti (+10,2%, 266 euro mensili) e per abbigliamento e calzature (+10,0%, 103 euro). Aumenti attorno al 5% si registrano per Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi (+5,3%, 120 euro mensili), Servizi assicurativi e finanziari (+5,2%, 66 euro), Informazione e comunicazione (+5,1%, 73 euro) e Salute (+4,9%, 114 euro al mese). 

Anche nel 2022 la quota di spesa per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, che sale dal 37,8% del 2021 al 38,5%, si conferma la più elevata, seguita da quella per Alimentari e bevande analcoliche, che al contrario scende dal 19,3% al 18,4%.

Nel comparto non alimentare aumenta, rispetto all’anno precedente, anche la quota destinata a Servizi di ristorazione e di alloggio (dal 4,2% al 5,1%).

Più stabili, rispetto all’anno precedente, le quote di tutti gli altri capitoli di spesa. Aumentano in misura molto contenuta quelle per Ricreazione, sport e cultura (dal 3,3% al 3,5%) e per Trasporti (dal 10,0% al 10,1%). In lieve contrazione, invece, le quote di spesa per Mobili, articoli e servizi per la casa (da 4,4% a 4,1%), Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi (da 4,7% a 4,6%), Salute (da 4,5% a 4,3%), Bevande alcoliche e tabacchi (da 1,8% a 1,7%), Informazione e comunicazione (da 2,9% a 2,8%). Invariate, infine, rispetto al 2021, le quote destinate ad Abbigliamento e calzature (3,9%) e a Istruzione (0,6%).

FIGURA 1. SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA

Anni 2018-2022, valori in euro

Divari territoriali sempre elevati

L’incremento delle spese delle famiglie in termini correnti è diffuso su tutto il territorio nazionale, ed è particolarmente intenso nelle Isole (+10,7%), seguite dal Centro (+9,6%) e dal Sud (+9,5%), mentre Nord-ovest e Nord-est si mantengono al di sotto del valore nazionale (rispettivamente, +8,1% e +7,5%). I livelli di spesa più elevati, e superiori alla media nazionale, continuano comunque a registrarsi nel Nord-ovest (2.900 euro), nel Nord-est (2.845 euro) e nel Centro (2.795 euro), mentre sono più bassi (e inferiori alla media nazionale) nelle Isole (2.196 euro) e nel Sud (2.118 euro).

Nel 2022, nel Nord-ovest si spendono in media circa 782 euro in più del Sud (e cioè il 36,9% in più), mentre rispetto alle Isole il vantaggio del Nord-ovest in valori assoluti è di 703 euro (pari al 32,0% in più).

In Trentino-Alto Adige e Lombardia la spesa media più alta

Nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, a pesare di più sulla spesa delle famiglie sono le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, come quelle per Alimentari e bevande analcoliche: nel 2022 questa quota di spesa arriva al 23,8% nel Sud e al 23,0% nelle Isole mentre si ferma al 16,2% nel Nord-ovest.

Anche nel 2022 le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Trentino-Alto Adige 
(3.466 euro) e Lombardia (3.051 euro), mentre Puglia e Calabria sono quelle con la spesa più contenuta, rispettivamente 1.983 e 1.839 euro mensili. La quota più alta per Alimentari e bevande analcoliche si registra proprio in Calabria, dove si attesta al 26,8%, a fronte del 18,4% osservato a livello nazionale e del 12,8% del Trentino-Alto Adige. 

Rispetto al 2021, la spesa aumenta significativamente in quasi tutte le regioni, con le sole eccezioni di Valle D’Aosta-Vallée d’Aoste, Friuli Venezia-Giulia e Calabria, dove le variazioni osservate non sono statisticamente significative. Gli aumenti maggiori si registrano in Liguria (+19,3%) e in Trentino-Alto Adige (+17,2%); attorno al 12% la crescita di Toscana, Molise, Basilicata, Puglia e Sicilia, mentre la spesa aumenta dell’11% circa nelle Marche e in Abruzzo, Campania e Piemonte. In linea con il dato nazionale la crescita in Emilia-Romagna. Gli incrementi più contenuti si osservano nel Lazio (+7,7%) e in Umbria (+6,9%), Lombardia (+5,6%) e Veneto (+5,4%).

I livelli e la composizione della spesa variano anche a seconda della tipologia del comune di residenza. Nel 2022, come in passato, le famiglie spendono di più nei comuni centro di area metropolitana, anche per effetto della maggiore presenza di famiglie appartenenti a ceti mediamente più elevati: 2.928 euro mensili, contro i 2.671 euro dei comuni periferici delle aree metropolitane e di quelli con almeno 50mila abitanti e i 2.503 euro dei comuni fino a 50mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane.

FIGURA 2. SPESA MEDIANA MENSILE E SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE PER RIPARTIZIONE GEOGRAFICA E TIPO DI COMUNE DI RESIDENZA. Anno 2022, valori in euro

Nel 2022, il maggior incremento della spesa per consumi (+9,4%) si registra in quest’ultima tipologia comunale, seguita a breve distanza dai comuni periferici delle aree metropolitane e da quelli con almeno 50mila abitanti (+9,0%); per i comuni centro di areametropolitana, invece, la crescita si ferma al di sotto del dato medio nazionale (+6,6%). Questo scenario risente anche del diverso impatto nei comuni piccoli e medi dell’accentuata dinamica inflazionistica registrata nel 2022 dai beni alimentari, dal momento che la quota di spesa destinata ad Alimentari e bevande analcoliche rappresenta in tali comuni, rispettivamente, il 19,4% e il 18,4% della spesa complessiva, contro il 15,5% dei comuni centro di area metropolitana.

Si risparmia anche sulla spesa alimentare

Le famiglie residenti possono mutare nel tempo le proprie abitudini di consumo e il cambiamento assume fattezze diverse a seconda della voce di spesa considerata. Nel 2022, le famiglie sembrano essersi adattate alle sfide della fiammata inflazionistica: così, mentre restano abbastanza stabili, tra chi già spendeva per queste voci, i comportamenti di acquisto relativi alle spese per sanità (78,4%, era il 76,9% nel 2021) e carburanti (67,1% contro il 66,5%del 2021), aumenta la quota di chi dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto ad un anno prima, la spesa per cibi (dal 24,4% al 29,5%), bevande (dal 29,6% al 33,3%) e per beni e servizi per la cura e l’igiene personale (dal 31,7% al 35,6%).

Nel 2022, la voce di spesa che le famiglie dichiarano di aver limitato maggiormente è quella per abbigliamento e calzature, a differenza dei due anni precedenti quando era la spesa per viaggi e vacanze. Tra quante già spendevano per questa voce nel 2021, la percentuale di chi ha provato a ridurla rispetto all’anno precedente è del 50,2%. La percentuale più elevata di famiglie che nel 2022 dichiarano di aver diminuito questo esborso si osserva comunque nel Mezzogiorno (58,3%).

La seconda voce di spesa che nel 2022 ha subito una riduzione rispetto all’anno precedente è quella per viaggi e vacanze,sebbene, rispetto al 2021, si sia fortemente ridotta la percentuale di famiglie che acquistavano già questi beni e servizi un anno prima dell’intervista e che ha limitato l’esborso: il 48,4% contro il 62,4%(dato su cui pesavano, però, anche le restrizioni dovute alla pandemia da Covid). La riduzione è stata più intensa al Nord, dove nel 2022 la percentuale di chi risparmia su viaggi e vacanze è scesa al 45,0% dal 61,1% del 2021.

Infine, anche nel 2022 sono il 4,4%, tra le famiglie che già la sostenevano, quelle che dichiarano di aver aumentato, rispetto all’anno precedente, la spesa per visite mediche e accertamenti periodici; al Nord raggiungono il 4,8%. 

FIGURA 3. FAMIGLIE PER COMPORTAMENTO DI SPESA RISPETTO AD ALCUNI BENI E SERVIZI CHE GIÀ SI ACQUISTAVANO UN ANNO PRIMA DELL’INTERVISTAAnno2022, composizione percentuale

La spesa aumenta soprattutto per coppie adulte senza figli e persone sole giovani

La spesa media mensile aumenta al crescere dell’ampiezza familiare anche se, per effetto delle economie di scala, l’incremento è meno che proporzionale rispetto all’aumentare del numero di componenti. Nel 2022, la spesa media mensile per una famiglia di una sola persona è pari a 1.937 euro, cioè il 72% circa di quella delle famiglie di due componenti e il 62% circa di quella delle famiglie di tre componenti. 

All’aumentare dell’ampiezza familiare cresce il peso delle voci meno suscettibili di economie di scala (come i prodotti alimentari e le bevande analcoliche) e diminuisce quello delle voci nelle quali èpiù possibile conseguirle: ad esempio, per la quota di spesa destinata ad Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili si passa dal 45,9% delle famiglie mono-componente al 29,8% di quelle con cinque o più componenti. 

Rispetto al 2021, tutte le famiglie, indipendentemente dall’ampiezza, hanno significativamente aumentato la propria spesa per consumi. Tuttavia gli incrementi più elevati si registrano per quelle di due (+10,0%) e di quattro componenti (+9,4% rispetto all’anno precedente). 

Nel 2022 la spesa complessiva aumenta in misura significativa, rispetto all’anno precedente, anche per tutte le tipologie familiari, ad esclusione delle coppie senza figli con persona di riferimento di 18-34 anni, per le quali la variazione osservata non è statisticamente significativa. La spesa cresce soprattutto per le coppie senza figli con persona di riferimento adulta (35-64 anni) (+16,9%), per le persone sole giovani (18-34 anni) (+13,2%), per le coppie con un figlio (+10,4%) e per le famiglie di altra tipologia con membri aggregati (+9,7%). 

In termini di composizione, la spesa per Alimentari e bevande analcoliche pesa soprattutto tra le famiglie composte da una coppia con tre o più figli (21,8% della spesa totale), mentre assorbe solo il 13,4% tra le coppie senza figli con persona di riferimento di 18-34 anni. Le spese per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, invece, pesano di più per le persone anziane sole (50,7% della spesa mensile) e meno per le coppie con tre o più figli (29,4%). 

La percentuale più elevata di spesa per trasporti si osserva, poi, fra le persone in coppia con due figli (12,7%, 434 euro mensili),seguite dalle coppie senza figli con persona di riferimento di 18-34anni (12,4%; 352 euro al mese). Quest’ultima tipologia familiare è anche quella che destina maggiori risorse alle spese per Servizi di ristorazione e di alloggio (9,1%, pari a 259 euro al mese), Ricreazione, sport e cultura (5,5%, 155 euro mensili), Informazione e comunicazione (3,5%, 98 euro) e a quelle per Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi (5,1%, 144 euro). Infine, la quota di spesa più elevata per la salute si osserva, come in passato, fra le coppie senza figli con persona di riferimento anziana (6,0%).

FIGURA 4. SPESA MEDIA MENSILE TOTALE, ALIMENTARI E BEVANDE ANALCOLICHE E BENI E SERVIZI NON ALIMENTARI PER CONDIZIONE PROFESSIONALE DELLA PERSONA DI RIFERIMENTOAnno 2022, valori in euro

Per le famiglie di imprenditori e liberi professionisti la spesa cresce di più

Al crescere del livello di istruzione della persona di riferimento (PR) migliora la condizione economica e, di conseguenza, il livello di spesa. Si passa, infatti, dai 1.722 euro mensili delle famiglie in cui la persona di riferimento (mediamente più anziana) ha al massimo la licenza elementare ai 3.655 euro di quelle con persona di riferimento con laurea o titolo di studio post-laurea. 

Rispetto al 2021 tutte le famiglie, qualunque sia il livello di istruzione della PR, aumentano la loro spesa per consumi. L’incremento è particolarmente ampio per quelle con persona di riferimento in possesso della laurea o di titolo post-laurea, per le quali l’aumento (+10,7%) è superiore al dato nazionale. Queste famiglie dedicano a beni e servizi non alimentari l’86,0% della spesa complessiva, a fronte dell’81,6% che si osserva a livello nazionale. Molto superiore al dato medio è la quota destinata a Servizi di ristorazione e di alloggio (7,1%), a Ricreazione, sport e cultura (4,4%) e ad Abbigliamento e calzature (4,7%).

Anche la condizione professionale della persona di riferimento della famiglia influenza fortemente il livello e la composizione della spesa mensile. Sono le famiglie che hanno una PR imprenditore o libero professionista a spendere di più (4.084 euro mensili), seguite da quelle che hanno come persona di riferimento un lavoratore dipendente nella posizione di dirigente, quadro o impiegato (3.302euro). I livelli di spesa più bassi si osservano invece nelle famiglie caratterizzate da condizioni economiche più precarie, vale a dire in quelle con PR in cerca di occupazione (1.882 euro mensili) o con persona di riferimento inattiva ma non ritirata dal lavoro (1.895euro). In entrambi i casi, più di un quinto della spesa è destinato all’acquisto di Alimentari e bevande analcoliche.

Rispetto al 2021, qualunque sia la condizione professionale della PR, tutte le famiglie aumentano la loro spesa per consumi, ma soprattutto quelle che hanno come persona di riferimento un imprenditore o un libero professionista (+15,6%), una persona in cerca di occupazione (+13,7%) o una persona in occupazione indipendente ma diversa da imprenditore e libero professionista (+9,5%).

Leggera crescita del divario di spesa tra famiglie di italiani e famiglie con stranieri

Nel 2022, il divario tra la spesa delle famiglie composte solamente da italiani (2.682 euro) e quella delle famiglie con almeno uno straniero (2.026 euro) è di 656 euro (+32,4%, dal +30,3% del 2021). Considerando invece le famiglie composte solo da stranieri, il divario sale a 952 euro (+55,0%, da +52,7% nel 2021). Si accentua dunque leggermente il divario, avendo le famiglie di soli italiani aumentato la loro spesa rispetto all’anno precedente più delle altre: +8,8%, a fronte del +7,9% delle famiglie miste e del +7,2% di quelle di soli stranieri.

FIGURA 5. SPESA MEDIA MENSILE TOTALE, PER ALIMENTARI E BEVANDE ANALCOLICHE E PER BENI E SERVIZI NON ALIMENTARI SECONDO LA CITTADINANZA DEI COMPONENTIAnno 2022, valori in euro

Per le famiglie di soli stranieri il 22,1% della spesa è destinato all’alimentare

Le condizioni economiche più precarie delle famiglie con stranieri si riflettono anche nella composizione della spesa. La spesa destinata ad Alimentari e bevande analcoliche assorbe infatti il 21,2% del totale tra le famiglie con stranieri (430 euro mensili) e il 22,1% (382 euro) se in famiglia sono tutti stranieri, mentre si ferma al 18,1% in quelle di soli italiani (487 euro al mese). 

La quota di spesa per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili delle famiglie con almeno uno straniero è abbastanza in linea con quella delle famiglie di soli italiani (rispettivamente 37,6% e 38,5%), seppure più contenuta in valori assoluti (763 euro mensili per le une, 1.034 euro al mese per le altre); per le famiglie di soli stranieri la stessa quota sale invece al 39,3% del totale, per un esborso pari a 680 euro mensili.

Le quote destinate dalle famiglie con almeno uno straniero a Ricreazione, sport e cultura sono più contenute rispetto a quelle delle famiglie di soli italiani (2,8% contro 3,6%; rispettivamente 56 e 95 euro mensili), così come le quote per Servizi di ristorazione e di alloggio (4,5% le une, 5,1% le altre, rispettivamente 91 e 138 euro al mese). Osservando le famiglie di soli stranieri, tali quote di spesa scendono ulteriormente: il 2,2% della spesa totale è destinato a Ricreazione, sport e cultura (38 euro mensili), il 3,8% a Servizi di ristorazione e di alloggio (66 euro). 

Da notare anche che, analogamente a quanto già osservato in passato, la quota di spesa destinata a Informazione e comunicazione è più elevata tra le famiglie con almeno uno straniero (3,2%, pari a 65 euro mensili), in particolare tra quelle di soli stranieri (3,3%, 58 euro) rispetto alle famiglie di soli italiani (2,7%, 74 euro).

4,6 milioni le famiglie in affitto, 3,7 milioni pagano un mutuo

In Italia, nel 2022 paga un affitto per l’abitazione in cui vive il 17,6% delle famiglie (circa 4,6 milioni). Tale percentuale varia dal minimo delle Isole (14,0%) al massimo del Nord-ovest (19,0%). La spesa media per le famiglie che pagano un affitto è di 419 euro mensili a livello nazionale; tale esborso è più alto nel Centro (477 euro) e nel Nord (464 euro nel Nord-ovest e 447 nel Nord-est) rispetto a Sud 
(313 euro) e Isole (306 euro). La quota più elevata di famiglie in affitto si registra nei comuni centro di area metropolitana (23,2%), dove il canone medio è pari a 510 euro mensili.

Paga un mutuo il 19,3% delle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà (circa 3,7 milioni). Questa quota è maggiore al Nord (25,4% nel Nord-ovest e 22,9% nel Nord-est) e nel Centro (20,4%) rispetto a Isole (11,8%) e Sud (10,5%). Dal punto di vista economico e contabile, il mutuo è un investimento, e non rientra quindi nel calcolo della spesa per consumi; ciononostante, per le famiglie che la sostengono rappresenta un esborso consistente e pari, in media, a 539 euro mensili, che salgono a 579 nei comuni centro di area metropolitana.

FIGURA 6. FAMIGLIE AFFITTUARIE DELL’ABITAZIONE IN CUI VIVONO E SPESA MEDIA PER AFFITTO. FAMIGLIE PROPRIETARIE CHE PAGANO IL MUTUO E RATA MEDIA DEL MUTUO PER TIPO DI COMUNE DI RESIDENZA. Anno 2022, valori percentuali e valori in euro

Stabile la disuguaglianza della spesa per consumi

Un confronto tra le spese delle famiglie in termini distributivi si può operare utilizzando la spesa familiare equivalente, che tiene conto del fatto che nuclei familiari di numerosità differente hanno anche differenti livelli e bisogni di spesa. La spesa familiare è resa equivalente mediante opportuni coefficienti (scala di equivalenza) che permettono confronti fra i livelli di spesa di famiglie di diversa ampiezza. 

Se si ordinano le famiglie in base alla spesa equivalente, è possibile dividerle in cinque gruppi di uguale numerosità (quinti): il primo quinto comprende il 20% delle famiglie con la spesa più bassa (famiglie meno abbienti), l’ultimo quinto il 20% di famiglie con la spesa più elevata (famiglie più abbienti).

Come negli anni precedenti, anche nel 2022 i primi tre quinti delle famiglie spendono meno del 20% della spesa sostenuta dal totale delle famiglie residenti, mentre i due quinti più elevati spendono più del 20% (in un’ipotetica situazione di perfetta uguaglianza, ogni quinto avrebbe una stessa quota di spesa pari al 20%): le famiglie con spese più basse (primo quinto) spendono l’8,1% della spesa totale, quelle dell’ultimo quinto il 39,8%, in entrambi i casi come nel 2021. Le famiglie del secondo quinto spendono il 12,7% del totale, quelle del terzo il 16,8% e quelle del quarto il 22,6%.

Rimane, quindi, stabile il rapporto tra la spesa totale equivalente delle famiglie del primo quinto e quella delle famiglie dell’ultimo quinto, indice di disuguaglianza analogo al rapporto interquintilico, uno degli indicatori maggiormente utilizzati per la misurazione della disuguaglianza nella distribuzione dei redditi. Nel 2022, le famiglie con una spesa più elevata, infatti, hanno un livello di spesa equivalente complessiva pari a 4,9 volte quella delle famiglie del primo quinto. Tale rapporto è comunque costante dal 2018, con la sola eccezione del 2020, quando è stato pari a 4,7. Nell’anno di maggiore flessione dei consumi a causa della pandemia da Covid, infatti, gli unici capitoli di spesa a non aver subito cali consistenti sono stati Alimentari e bevande analcoliche e Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili, capitoli che hanno un peso relativo maggiore sulle spese dei meno abbienti.

Le famiglie si distribuiscono nei quinti di spesa equivalente, definiti a livello nazionale, in maniera differente sul territorio. Ferma restando la maggiore concentrazione di famiglie dell’ultimo quinto nel Centro-nord, si evidenzia comunque una crescita significativanelle Isole (+2,2 punti percentuali). Appartengono al quinto di spesa più elevato il 26,5% delle famiglie del Nord-ovest (27,1% nel 2021), il 22,5% di quelle del Nord-est (23,8% nel 2021) e il 23,9% delle famiglie del Centro (23,3% nel 2021), contro il 9,6% delle famiglie del Sud (il 9,3% nel 2021) e l’11,7% di quelle delle Isole (9,5% nel 2021). 

Nei comuni centro di area metropolitana la distribuzione delle spese equivalenti è spostata sui quinti più elevati (31,8% delle famiglie nell’ultimo quinto, 14,2% nel primo), mentre nelle altre tipologie comunali la distribuzione è più equa, fermo restando che nei comuni più piccoli si è più spesso nel quinto più basso (22,5%) che in quello più elevato (15,8%).

FIGURA 7. SPESA FAMILIARE EQUIVALENTE PER FAMIGLIE ORDINATE IN QUINTI. Anni 2018, 2020 e 2022, composizione percentuale

Cala la spesa in termini reali per i meno abbienti, cresce per i più abbienti

Tra il 2021 e il 2022 la dinamica della spesa equivalente delle famiglie tra i diversi quinti non è particolarmente diversificata, e va da un minimo di +9,0% per il terzo e il quarto quinto a un massimo di +9,9% per il secondo quinto (+9,2% a livello nazionale). Per le famiglie del primo quinto è pari a +9,3%, per quelle dell’ultimo quinto a +9,1%.

Per una corretta lettura dei dati va tuttavia attentamente considerato l’andamento dell’inflazione per classi di spesa. L’impatto della crescita dei prezzi al consumo, che per l’intera popolazione è pari all’8,7%, si dimostra infatti più elevato per le famiglie del primo quinto (+12,1% su base annua), ed è via via più contenuto al crescere del quinto di appartenenza, fino ad arrivare al +7,2% per le famiglie dell’ultimo quinto. Tale dinamica è peraltro analoga a quella già registrata nel 2021, anche se su livelli molto più bassi (l’indice nazionale era, allora, pari a +1,9%), ed è dovuta fondamentalmente all’aumento dei prezzi per l’abitazione (+35,0% nel 2022) e per gli alimentari (+9,3%), che pesano relativamente di più sul budget delle famiglie meno abbienti, ed in misura minore ai prezzi dei trasporti (+9,7%). 

In termini reali, dunque, la spesa equivalente diminuisce del 2,5% per le famiglie meno abbienti, mentre per le famiglie più abbienti aumenta dell’1,8% (+0,4% a livello nazionale). Le famiglie del primo quinto, peraltro, erano state le uniche a registrare già nel 2021 una variazione negativa rispetto all’anno precedente, nonostante la fase di parziale ripresa dal crollo dei consumi avvenuto nel 2020 a causa della pandemia da Covid. Nel 2022, registrano variazioni negative in termini reali anche le famiglie del secondo (-0,6%) e del terzo quinto (-0,4%), mentre quelle del quarto quinto aumentano le spese reali dello 0,4%. 

Allargando retrospettivamente l’orizzonte di osservazione, si nota come, nel 2022, rispetto al 2018, la spesa sia cresciuta in termini correnti del 6,6%. In realtà, però, questa maggiore spesa è stata più che assorbita dalla dinamica inflazionistica generale, soprattuttoda quella molto forte del 2022. Rispetto al 2018, infatti, considerata la spesa a prezzi costanti, tutti i cinque quinti sono in terreno negativo: -5,4% per il primo, -5,6% per il secondo, -6,4% per il terzo, -5,9% per il quarto e -1,4% per l’ultimo quinto, denotando un peggioramento più intenso per i ceti medio-bassi e una cadutadecisamente più limitata per le famiglie più abbienti. A livello nazionale, invece, rispetto al 2018 le spese reali sono diminuite del 4,3%.

FIGURA 8. SPESA FAMILIARE EQUIVALENTE PER FAMIGLIE ORDINATE IN QUINTI (a), A PREZZI CORRENTI E A PREZZI COSTANTI. Anni 2018-2022 (indici, base 2018=100)

(a) I quinti di spesa totale equivalente sono definiti a livello nazionale.

Glossario

Affitto figurativo: è una componente non monetaria della spesa per consumi delle famiglie che vivono in abitazione di proprietà, usufrutto o in uso gratuito o che sono proprietarie di un’abitazione secondaria; rappresenta il costo che queste dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’unità abitativa con caratteristiche identiche a quella in cui vivono o all’abitazione secondaria di loro proprietà. In accordo con le linee guida internazionali e con i Report precedenti, così come alla classificazione COICOP 2018, nella spesa per consumi è compresa anche questa componente, cheviene considerata negli studi sulla distribuzione delle spese (come anche sulla distribuzione dei redditi e sulla povertà) per avere un confronto più preciso tra le condizioni economiche delle famiglie con diverso titolo di godimento dell’abitazione. In termini operativi, per l’indagine sulle Spese alle famiglie viene chiesto di indicare il valore del canone mensile che potrebbero ottenere affittando l’abitazione.

Altro indipendente: include il lavoratore in proprio, il socio di cooperativa, il coadiuvante nell’azienda di un familiare, il collaboratore coordinato e continuativo (con o senza progetto), il prestatore d’opera occasionale.

Decili di spesa equivalentei valori dei decili rappresentano le soglie di spesa per consumi equivalente che dividono la distribuzione di frequenza in dieci parti uguali. Ad esempio, il primo decile, o decimo percentile, che nel 2022 è pari a 1.140,98 euro, è ilvalore che separa il 10% delle famiglie con la spesa equivalente più bassa dal restante 90%.

VALORE SOGLIA DEL DECILE PER DECIMO DI SPESA EQUIVALENTEAnni 2021-2022, valori in euro 

DECIMO DI SPESA EQUIVALENTEVALORE DEL DECILE
 20212022
11.039,681.140,98
21.314,391.449,91
31.562,681.715,29
41.802,221.981,15
52.075,312.258,17
62.387,062.590,86
72.771,383.027,13
83.347,983.633,06
94.332,264.735,56

Operaio e assimilato: include il capo operaio, l’operaio subalterno, l’assimilato, l’apprendista, il lavorante a domicilio per conto di imprese.

Persona di riferimento (p.r.): è l’intestatario della scheda di famiglia in anagrafe.

Scala di equivalenza: per confrontare le spese delle famiglie è necessario tenere conto dei diversi bisogni associati alle diverse ampiezze familiari. Tuttavia, l’effetto delle economie di scala fa sì che i costi che una famiglia deve sostenere non siano perfettamente proporzionali al numero dei componenti. Per esempio, la bolletta del gas di una famiglia di quattro persone non è pari normalmente a quattro volte la spesa di una persona sola, ma risulta generalmente inferiore. Tecnicamente, una scala di equivalenza è un insieme di valori che vengono utilizzati per dividere la spesa familiare in modo da ottenere una spesa ‘equivalente’, che renda cioè direttamente confrontabili i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa. Nel presente Report si utilizza la scala di equivalenza Carbonaro, che rende le spese delle famiglie di differente numerosità comparabili con la spesa di una famiglia di due componenti.

SCALA DI EQUIVALENZA CARBONARO

AMPIEZZA DELLA FAMIGLIACOEFFICIENTE
10,60
21,00
31,33
41,63
51,90
62,16
7 o più2,40

Spesa equivalente: è calcolata dividendo il valore della spesa familiare per un opportuno coefficiente di correzione (scala di equivalenza), che permette di tener conto dell’effetto delle economie di scala e di rendere direttamente confrontabili i livelli di spesa di famiglie di ampiezza diversa.

Spesa media mensile: è calcolata dividendo la spesa totale per il numero delle famiglie residenti in Italia.

Spesa mediana mensile: è il valore di spesa per consumi che divide la distribuzione di frequenza in due parti uguali (il 50% delle famiglie presenta un valore di spesa per consumi inferiore o pari alla mediana, il 50% un valore superiore). Poiché la spesa per consumi ha una distribuzione asimmetrica e maggiormente concentrata sui valori più bassi della scala, la mediana risulta sempre inferiore al valore medio.

Spesa per consumi delle famiglie: spesa per beni e servizi acquistati dalle famiglie per il soddisfacimento dei propri bisogni (incluse le spese per regali). Vi rientra anche il valore monetario degli affitti figurativi e quello degli autoconsumi, cioè dei beni prodotti e consumati dalla famiglia, così come dei beni e servizi ricevuti dal datore di lavoro a titolo di salario.

Nota metodologica

Obiettivi conoscitivi

L’indagine sulle Spese delle famiglie ha lo scopo di rilevare la struttura e il livello della spesa per consumi secondo le principali caratteristiche sociali, economiche e territoriali delle famiglie residenti. 

Grazie al disegno che la caratterizza, l’indagine consente di conoscere e seguire l’evoluzione, in senso qualitativo e quantitativo, degli standard di vita e dei comportamenti di consumo delle principali tipologie familiari, in riferimento ai differenti ambiti territoriali e sociali.

Riferimenti normativi dell’indagine

La rilevazione di informazioni riguardanti le spese per consumi delle famiglie è prevista dal Programma statistico nazionale, che raccoglie l’insieme delle rilevazioni statistiche necessarie al Paese.

Cadenza e periodo di rilevazione 

L’indagine è di tipo campionario ed è continua ogni mese dell’anno.

Popolazione di riferimento

La popolazione di interesse è costituita dalle famiglie residenti in Italia e dagli individui che le compongono (sono escluse le persone che risiedono in istituti di convivenza). La famiglia è intesa come famiglia di fatto, ossia l’insieme di persone coabitanti e legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. L’indagine è condotta su un campione teorico di oltre 32mila famiglie.

Processo e metodologie

Oggetto della rilevazione sono le spese sostenute dalle famiglie residenti per acquisire beni e servizi destinati al consumo familiare o per effettuare regali a persone esterne alla famiglia. In tale definizione rientrano anche i beni provenienti dal proprio orto o dalla propria azienda agricola direttamente consumati dalla famiglia (autoconsumi) o regalati, i beni e servizi forniti dal datore di lavoro ai dipendenti a titolo di salario o per prestazioni di servizio, gli affitti stimati delle abitazioni occupate dai proprietari o godute a titolo gratuito (affitti figurativi). Ogni altra spesa effettuata dalla famiglia per scopo diverso dal consumo è esclusa dalla rilevazione (ad esempio, l’acquisto di una casa e di terreni, il pagamento delle imposte, le spese connesse con attività professionale). In particolare, oltre alle notizie che riguardano gli individui che compongono la famiglia e le caratteristiche dell’abitazione, sono rilevate le spese per: prodotti alimentari e bevande analcoliche; bevande alcoliche e tabacchi; abbigliamento e calzature; abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili; mobili, articoli e servizi per la casa; salute; trasporti; informazione e comunicazione; ricreazione, sport e cultura; istruzione;servizi di ristorazione e di alloggio; servizi assicurativi e finanziari; beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi.

Si rileva l’ammontare complessivo della spesa al momento dell’acquisto del bene o servizio, a prescindere dal momento dell’effettivo consumo o utilizzo e dalle modalità di pagamento (per acquisti a rate o con carta di credito). L’unità di rilevazione è la famiglia di fatto, intesa come insieme di persone coabitanti, legate da vincoli di matrimonio o parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi e che compartecipano alla spesa familiare e/o condividono il reddito familiare.

La rilevazione è condotta con due diverse tecniche utilizzate nelle tre fasi di raccolta dati: a) l’intervista iniziale diretta condotta dal rilevatore in modalità CAPI (Computer Assisted Personal Interview) attraverso la quale sono rilevate le caratteristiche dei componenti della famiglia di fatto e dell’abitazione in cui vive, nonché alcune spese periodiche per l’abitazione; b) l’autocompilazione del diario cartaceo, sul quale la famiglia registra le spese alimentari e quelle per beni e servizi di largo consumo per un periodo di 14 giorni; c) l’intervista finale diretta condotta dal rilevatore sempre in modalità CAPI per rilevare le altre spese familiari.

La classificazione COICOP 2018

La Classificazione dei consumi individuali secondo lo scopo, la COICOP, è la classificazione di riferimento internazionale della spesa per consumi, il cui obiettivo è quello di fornire un quadro di categorie omogenee di beni e servizi destinati al consumo da parte delle famiglie. La prima classificazione con il nome di COICOP è stata adottata dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite nel marzo 1999. La classificazione COICOP 2018 è il risultato di un processo di revisione iniziato formalmente nel 2015 e conclusosi nel marzo 2018, quando è stata approvata come standard internazionale nel corso della 49a sessione della Commissione statistica delle Nazioni Unite. 

La COICOP 2018 è stata introdotta nell’indagine sulle Spese nel 2022 per recepire gli aggiornamenti stabiliti dal Regolamento europeo. L’indagine sulle Spese aveva in precedenza adottato, dal 2014 al 2021, la versione europea della COICOP 1999, e cioè la ECOICOP, che si distingue dalla prima per il fatto di avere una struttura gerarchica a quattro livelli (Divisione 2-digit, Gruppo 3-digit, Classe 4-digit e Sottoclasse 5-digit) e non a tre.

Rispetto alla COICOP 1999, la nuova classificazione risulta più aderente alla realtà, in quanto esclude beni e servizi non più esistenti sul mercato e, specularmente, include quelli che non esistevano quando è stata redatta la precedente versione (a mero titolo di esempio, le nuove apparecchiature per comunicare e ricevere informazioni, i servizi di consegna a domicilio della spesa, gli alimenti fortificati). La COICOP 2018 dedicainoltre una particolare attenzione alla separazione tra le spese per l’acquisto di beni tout court e quelle per l’acquisto di servizi accessori, come, ad esempio, le spese per il trasporto, la consegna, l’installazione o il montaggio di alcuni beni. Nel complesso, dunque, la nuova classificazione risulta più dettagliata della precedente. La COICOP 2018 garantisce infine unmiglior collegamento del capitolo Sanità (06) con la Classificazione Internazionale dei Conti Sanitari (ICHA) e del capitolo Istruzione (10) con la Classificazione standard Internazionale dell’Istruzione.

Inoltre, nella COICOP 2018:

– il numero complessivo di capitoli (o divisioni) di spesaè salito da 12 a 13, poiché il precedente capitolo Altri beni e servizi (12), in considerazione della sua eterogeneità, è stato suddiviso in Servizi assicurativi e finanziari (12) e Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi (13);

– nel capitolo Salute (06), completamente ristrutturato su proposta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, i servizi sanitari sono ora classificati in base allo scopo della prestazione: diagnosi e/o prevenzione; cura e/o riabilitazione per problemi di salute non cronici o disabilità non permanenti; cura e/o riabilitazione per problemi di salute cronici, disabilità permanenti o altre patologie che richiedono assistenza medica a lungo termine;

– il capitolo Trasporti (07), in precedenza dedicato al solo trasporto di persone, include ora anche il trasporto di merci;

– i precedenti capitoli Comunicazioni (08) e Ricreazione, spettacoli e cultura (09) sono stati significativamenteriorganizzati in Informazione e comunicazione (08) e Ricreazione, sport e cultura (09).

In molti casi, singoli beni o servizi sono migrati in uncapitolo della COICOP 2018 diverso da quello in cui erano collocati nella precedente versione della classificazione. A mero titolo di esempio:

– sono entrati nel capitolo Trasporti (07) i caschi per moto e bici, prima in Abbigliamento e calzature (03), i seggiolini per bambini per auto e bicicletta, prima in Altri beni e servizi (12), il servizio di consegna di piante e fiori, prima in Ricreazione, spettacoli e cultura (09); 

– sono migrati dal capitolo Mobili, articoli e servizi per la casa (05) al capitolo Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (04) le attrezzature e i sistemi per la sicurezza della casa e le riparazioni di linoleum emoquettes;

– sono entrati nel capitolo Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi (13) gli articoli per l’infanzia e gli orologi da polso e i cronometri, prima in Altri beni e servizi (12);

– sono entrati nel capitolo Informazione e comunicazione (08) i toner e le cartucce ad inchiostro e i supporti di memoria come CD-ROM, DVD, unità flash USB, memory card e simili, prima in Ricreazione, spettacoli e cultura (09).

Per effetto della significativa revisione, rispetto allapreesistente struttura gerarchica a tre livelli (Divisione 2-digit, Gruppo 3-digit e Classe 4-digit), nella COICOP 2018 è stato introdotto un ulteriore livello, denominato Sottoclasse (5-digit).

La strategia campionaria e il livello di precisione delle stime

Il disegno di campionamento è a due stadi di cui il primo è stratificato: le unità di primo stadio sono i comuni, le unità di secondo stadio sono le famiglie. Nel 2022 sono stati coinvolti complessivamente 542 comuni, 65 autorappresentativi (che partecipano all’indagine ogni mese) e 477 non autorappresentativi (che partecipano all’indagine una volta a trimestre). Il disegno di campionamento ha previsto un campione teorico annuale di circa 32.500 famiglie, ovvero circa 2.710 al mese, residenti nei 224 comuni che ogni mese hanno partecipato all’indagine. Nel 2022, il campione effettivo è risultato di 28.416 famiglie.

Per assicurare la rappresentatività delle spese giornaliere, all’interno di ogni mese (distintamente per ciascuna regione) sono scelti casualmente due periodi di quattordici giorni denominati periodi di riferimento. In ogni comune campione, le famiglie da intervistare mensilmente sono divise in due gruppi di pari numerosità, che partecipano all’indagine rispettivamente nel primo e nel secondo periodo di riferimento. Va precisato, infine, che il disegno di campionamento è definito su base trimestrale e applicato ai quattro trimestri dell’anno.

La raccolta dei dati è affidata a una rete di rilevazione professionale incaricata dall’Istat. Il campione di famiglie da intervistare è estratto casualmente utilizzando la Lista Anagrafica Comunale (LAC) oppure attraverso l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), e per ogni famiglia campione ne vengono selezionate altre cinque da utilizzare in caso di rifiuto iniziale, irreperibilità o impossibilità a collaborare da parte della famiglia campione.

Per valutare l’accuratezza delle stime prodotte da un’indagine campionaria è necessario tenere conto dell’errore campionario, che deriva dall’aver osservato la variabile di interesse solo su una parte (campione) della popolazione. Tale errore può essere espresso in termini di errore assoluto (standard error) o di errore relativo (cioè l’errore assoluto diviso per la stima, che prende il nome di coefficiente di variazione, CV). A partire da questi è possibile costruire l’intervallo di confidenza che, con un prefissato livello di fiducia, contiene al suo interno il valore vero ma ignoto del parametro oggetto di stima. L’intervallo di confidenza è calcolato aggiungendo e sottraendo alla stima puntuale il suo errore campionario assoluto, moltiplicato per un coefficiente che dipende dal livello di fiducia; considerando il tradizionale livello di fiducia del 95%, il coefficiente corrispondente è pari a 1,96.

Nel 2022 la stima della spesa media mensile è risultata pari a 2.625,36 euro; poiché l’errore relativo è pari allo 0,5%, il valore che si otterrebbe osservando l’intera popolazione è compreso, con una probabilità del 95%, tra 2.599,19 e 2.651,54 euro.

Quando il campione viene disaggregato secondo le diverse caratteristiche familiari, la minore numerosità campionaria fa aumentare l’errore relativo e rende quindi le stime meno precise. Nei successivi prospetti A e B si riportano gli errori relativi percentuali dei capitoli di spesa e della spesa totale per le principali caratteristiche familiari, con la segnalazione delle differenze statisticamente significative e commentate nel testo.

PROSPETTO A. SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE, ERRORE RELATIVO PERCENTUALE E SIGNIFICATIVITÀ DELLA VARIAZIONE PER CAPITOLO DI SPESA. Anni 2021-2022, valori in euro e in percentuale

CAPITOLO DI SPESA 2021 2022 Variazione significativa (*)
 Spesa mediaErrore relativo (%)Spesa mediaErrore relativo (%) 
      
SPESA MEDIA MENSILE2.414,800,52.625,360,5*
Prodotti alimentari e bevande analcoliche466,250,6481,800,6*
Non alimentare1.948,540,52.143,570,6*
Bevande alcoliche e tabacchi44,271,243,531,3 
Abbigliamento e calzature93,751,4103,141,4*
Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (**)913,280,51.010,440,7*
Mobili, articoli e servizi per la casa105,721,9106,941,8 
Salute108,171,2113,521,3*
Trasporti241,391,2266,081,1*
Informazione e comunicazione69,460,773,000,8*
Ricreazione, sport e cultura79,331,391,941,4*
Istruzione14,803,014,772,9 
Servizi di ristorazione e di alloggio101,061,3133,591,2*
Servizi assicurativi e finanziari63,081,166,370,8*
Beni e servizi per la cura della persona, servizi di protezione sociale e altri beni e servizi114,231,1120,241,5*

(*) La presenza dell’asterisco indica che la variazione tra il 2021 e il 2022 della spesa per singolo capitolo è statisticamente significativa (ovvero diversa da zero).

(**) Include gli interventi di ristrutturazione.

PROSPETTO BSPESA MEDIA MENSILE TOTALE DELLE FAMIGLIE, ERRORE RELATIVO E SIGNIFICATIVITÀ DELLA VARIAZIONE PER ALCUNE CARATTERISTICHE FAMILIARIAnni 2021-2022, valori in euro e in percentuale

 20212022Variazione significativa (*)
 Spesa mediaErrore relativo (%)Spesa mediaErrore relativo (%) 
Ripartizione geografica     
Nord-ovest2.682,590.82.899,640,9*
Nord-est2.645,221.12.844,931,1*
Centro2.550,920.82.794,930,9*
Sud1.934,221.22.118,051,4*
Isole1.984,061.52.196,251,8*
Regione     
Piemonte2.352,391,62.609,022,1*
Valle d’Aosta/ Vallée d’Aoste2.697,433,02.872,044,8 
Liguria2.320,372,32.769,313,1*
Lombardia2.890,841,13.051,321,3*
Trentino-Alto Adige/ Südtirol2.958,261,93.466,435,2*
– Bolzano/ Bozen3.125,892,23.670,148,7*
– Trento2.797,243,03.270,465,6*
Veneto2.570,471,92.708,761,8*
Friuli-Venezia Giulia2.588,032,72.645,862,7 
Emilia-Romagna2.666,232,12.897,591,6*
Toscana2.555,151,42.878,891,9*
Umbria2.375,632,32.539,372,7*
Marche2.131,402,12.365,802,4*
Lazio2.677,091,32.884,391,4*
Abruzzo2.201,732,52.443,943,1*
Molise2.036,333,02.289,113,7*
Campania1.997,862,02.217,552,4*
Puglia1.772,743,01.982,983,0*
Basilicata1.971,503,32.211,523,9*
Calabria1.873,963,81.838,814,1 
Sicilia1.956,571,92.185,412,2*
Sardegna2.060,722,42.226,602,7*
Numero di componenti     
11.790,250,81.937,061,0*
22.443,700,72.686,900,8*
32.877,911,03.133,251,1*
43.102,621,03.394,591,1*
5 e più3.255,792,13.489,332,6*
Tipologia familiare     
Persona sola 18-34 anni1.718,482,71.945,675,1*
Persona sola 35-64 anni1.948,631,22.079,211,3*
Persona sola 65 anni e più1.662,361,21.808,011,3*
Coppia senza figli con p.r. 18-34 anni2.712,993,32.835,652,9 
Coppia senza figli con p.r. 35-64 anni2.590,001,33.026,921,6*
Coppia senza figli con p.r. 65 anni e più2.464,801,02.672,501,1*
Coppia con 1 figlio2.942,331,03.249,271,2*
Coppia con 2 figli3.151,591,13.421,021,2*
Coppia con 3 e più figli3.390,812,53.648,843,2*
Monogenitore2.320,121,42.419,181,5*
Altre tipologie2.586,321,72.837,072,0*
Condizione professionale della persona di riferimento     
Dirigente, quadro e impiegato3.077,160,93.302,430,9*
Operaio e assimilato2.219,200,92.391,061,0*
Imprenditore e libero professionista3.532,462,04.083,622,8*
Altro indipendente2.711,441,62.967,681,8*
In cerca di occupazione1.654,922,21.882,293,3*
Ritirato dal lavoro2.225,960,72.399,100,8*
In altra condizione (diversa da ritirato dal lavoro)1.761,101,41.894,851,5*
Titolo di studio della persona di riferimento     
Licenza di scuola elementare, nessun titolo di studio1.588,131,01.722,461,0*
Licenza di scuola media2.152,470,82.312,220,8*
Diploma di scuola secondaria superiore2.691,900,72.901,170,7*
Laurea e post-laurea3.302,071,03.655,001,2*
Tipo di comune     
Centro area metropolitana2.747,101,02.927,691,2*
Periferia area metropolitana e comuni con 50.001 abitanti e più2.451,280,82.670,860,9*
Altri comuni fino a 50.000 abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana)2.287,980,72.503,080,8*
Cittadinanza    *
Famiglie di soli italiani2.464,680,52.682,480,5*
Famiglie con almeno uno straniero1.892,001,72.026,221,7*
Famiglie miste2.510,012,62.707,443,1*
Famiglie di soli stranieri1.614,492,11.730,572,0*

(*) La presenza dell’asterisco indica che la variazione tra il 2021 e il 2022 della spesa per singola caratteristica familiare è statisticamente significativa (ovvero diversa da zero).

Classificazioni

Nella rilevazione sono utilizzate le classificazioni territoriali Istat di Comuni, Province, Regioni e Stati Esteri, la classificazione dell’attività economica Ateco2007 (Nace Rev.2), la classificazione ISCED dei titoli di studio e la classificazione delle spese per consumi COICOP 2018.

Diffusione

La Statistica Report “Spese per consumi delle famiglie” diffonde ogni anno le stime riferite all’anno precedente.

I principali risultati della rilevazione sono disponibili anche sul data warehouse I.Stat, all’indirizzo http://dati.istat.it/ (tema: “Condizioni economiche delle famiglie e disuguaglianze”).

Con cadenza quinquennale, inoltre, i dati sulle Spese delle famiglie sono trasmessi a Eurostat, che li archivia nel proprio database, al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/eurostat/web/household-budget-surveys/database.

Ogni anno, i dati raccolti sono analizzati e diffusi nelle pubblicazioni Istat di carattere trasversale (Rapporto annuale, Annuario statistico italiano, Noi Italia, Italia in cifre) e, occasionalmente, nelle collane di approfondimento o analisi dell’Istat, consultabili nella sezione dedicata alla produzione editoriale (http://www.istat.it/it/produzione-editoriale).

Infine, i dati elementari rilevati nel corso dell’indagine sono disponibili sia come file a uso pubblico mIcro.STAT, che si possono scaricare direttamente dal sito Istat, sia come file per la ricerca MFR, che vengono di regola rilasciati a studiosi di università o enti di ricerca a fronte della presentazione di un progetto.