ISMEA7 Settembre 2023 14:16

Ismea, Proietti: Giovani scoraggiati ad aprire aziende da eccesso burocrazia. Puntare su innovazione

“Bisogna ragionare sulle politiche delle due “i”, informazione e innovazione. Abbiamo commissionato come Ismea una ricerca tra i consumatori e sono uscito fuori dei dati sconfortanti. Solo un consumatore su tre ha individuato il marchio biologico tra cinque marchi che gli erano stati proposti. Se il consumatore non conosce il marchio biologico è evidente che possa cadere vittima della pubblicità suggestiva. Serve una campagna di comunicazione massiccia. Ci rivolgeremo anche ai consumatori giovani attraverso alcuni influencer del web.”

Così Livio Proietti, Commissario Straordinario ISMEA, nel corso dell’apertura di Sana 2023.

“Si vuole poi arrivare finalmente a questo marchio del biologico italiano, è un elemento fondamentale. Si tratta di un marchio riconoscibile e che caratterizza il biologico italiano.

C’è poi il programma delle mense scolastiche, bisogna rivolgersi anche alle famiglie e ai giovanissimi.

La Fondazione Humanitas ha registrato un aumento del 30% dei tumori al colon retto nella popolazione giovane. A sua volta l’associazione italiana per la ricerca sul cancro riferisce questa patologia ad uno stile di vita non corretto dal punto di vista alimentare. È evidente che una alimentazione che si dedica al biologico sia una alimentazione sana e che va incontro alle esigenze di corretta alimentazione, in grado di evitare le insorgenze di queste malattie.

I consumatori italiani non credono ai controlli che vengono fatti nel bio. C’è la convinzione diffusa tra i cittadini che i controlli siano fittizi e compiacenti. Ciò non corrisponde però al vero perché i controlli ci sono, da parte di organismi certificati dal Masaf e sono una parte costante ed altri a sorpresa.

Lo sviluppo dell’innovazione è centrale, anche per affrontare la questione delle rese, della filiera e della burocrazia. A tal proposito a fine mese partirà il bando Ismea sull’innovazione. C’è uno stanziamento triennale, importante, di 225 milioni di euro. Il settore bio è quello che più si presta all’innovazione.

L’innovazione poi abbatte la burocrazia, ma a questo devono lavorare anche le istituzioni perché c’è ancora troppa difficoltà ad avviare una impresa agricola bio ed è scoraggiante per i giovani.“