“L’Agenzia ha un obiettivo principale, e il punto di riferimento è la Strategia nazionale. La Strategia è fatta di tante misure, sono più di 80 misure, e devono essere realizzate in un arco di tempo che porta più o meno a traguardare il 2026. Questo in maniera molto significativa viene anche a corrispondere all’anno di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Io vorrei sempre mettere in evidenza i punti di contatto tra la Strategia nazionale per la cyber sicurezza e il Pnrr. Sono molto compenetrati questi due elementi. Il primo obbiettivo è quello di mettere a terra la Strategia e le misure che ne fanno parte, che si attivano sui tre pilastri fondamentali: la protezione della superficie digitale in Italia, la capacità di risposta, quindi la resilienza, che è fatta da entrambi ovviamente, e lo sviluppo, cioè la ricerca e l’innovazione. Noi come Agenzia ci occupiamo di resilienza, ma la resilienza non significa oggi tanto ‘mettere le pezze’ alle falle che noi vediamo, ai punti di vulnerabilità del sistema che andiamo ogni tanto scoprendo, allorché scopriamo un incidente informatico. Se facessimo questo senza una strategia, senza un punto di riferimento saremmo un po’ come quei carpentieri che stanno all’interno della nave che mettono le pezze sulle paratie ma non sanno esattamente quella nave dove si dirige. Ecco, noi dobbiamo esattamente capire dove ci stiamo indirizzando. E per farlo abbiamo bisogno di strategia. E questo è un po’ il segreto semplice, banale se vogliamo, della nostra policy di cybersecurity”.
Così a PMINEWS il prefetto Bruno Rattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, a margine della prima edizione del Forum Cyber 4.0: una due giorni di incontri sulla cyber sicurezza partita oggi nell’Aula Magna dell’università “La Sapienza” di Roma e organizzata dal Centro di competenza Cyber 4.0.