News1 Giugno 2023 10:41

Fisco, interrogazione Borrelli (AVS): su elusione multinazionali

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00930

presentato da

BORRELLI Francesco Emilio

testo di

Martedì 30 maggio 2023, seduta n. 111

  BORRELLI e GRIMALDI. — Al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

secondo le stime degli economisti T. Tørsløv, L. Wier e G. Zucman, contenute nel loro studio «The missing profits of the nations» del 2018 e relative al 2015, su scala globale le imprese multinazionali hanno trasferito verso paradisi fiscali societari profitti per 616 miliardi di dollari;

secondo le stesse stime, per l’Italia l’ammontare dei profitti trasferiti era stimato in 28,9 miliardi di dollari, con un ammanco erariale di circa 7 miliardi di dollari, pari al 18 per cento del gettito Ires;

il suddetto fenomeno è riconducibile alla pianificazione fiscale aggressiva messa in atto da molte multinazionali che, al fine di ottimizzare il proprio carico fiscale globale, trasferiscono, tramite strategie infragruppo più disparate, profitti realizzati in giurisdizioni a fiscalità d’impresa medio-alta verso Paesi che non assoggettano a tassazione i redditi di impresa o che offrono regimi fiscali preferenziali per talune forme di reddito societario, come Irlanda, Paesi Bassi, Lussemburgo, Svizzera, Singapore, Hong Kong, Bermuda;

le pratiche elusive aggravano i saldi di finanza pubblica e distorcono la concorrenza, garantendo vantaggi competitivi alle multinazionali rispetto ai gruppi domestici e le piccole e medie imprese;

a ottobre 2021 l’inclusive Framework dell’OCSE ha approvato un accordo sulle nuove regole globali per la tassazione delle multinazionali. Con riferimento al secondo pilastro dell’accordo, i grandi gruppi multinazionali con ricavi consolidati annui pari o superiori a 750 milioni di euro sosterrebbero in ogni giurisdizione in cui operano un livello minimo di imposizione fiscale effettiva pari al 15 per cento (Global minimum tax);

la misura, adottata per fermare la corsa al ribasso sulla tassazione societaria tra Paesi, rischia tuttavia di trasformare la corsa al ribasso cui abbiamo assistito a lungo tempo verso una corsa al nuovo minimo, di portata poco ambiziosa;

con la direttiva UE 2022/2523 del 14 dicembre 2022 l’Unione europea ha recepito l’accordo OCSE/G20 sul secondo pilastro nella legislazione europea –:

se non ritenga, anche al fine di rendere più efficace l’azione di contrasto da parte dell’Italia all’elusione fiscale delle multinazionali, di dover valutare, in sede di recepimento della direttiva UE 2022/2523, l’applicazione di un’aliquota minima effettiva domestica pari almeno al 21 per cento.
(5-00930)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 31 maggio 2023
nell’allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-00930

Con il documento in esame gli Onorevoli interroganti, soffermandosi sui fenomeni dell’erosione delle basi imponibili e del trasferimento di profitti dai Paesi a elevata tassazione verso quelli con tassazione ridotta o pari a zero, rilevano che «a ottobre 2021 l’Inclusive Framework dell’OCSE ha approvato un accordo sulle nuove regole globali per la tassazione delle multinazionali» e, altresì, che «con riferimento al secondo pilastro dell’accordo i grandi gruppi multinazionali con ricavi consolidati annui pari o superiori a 750 milioni di euro sosterrebbero in ogni giurisdizione in cui operano un livello minimo di imposizione fiscale effettiva pari al 15 per cento (Global minimum tax)».
Gli Interroganti, nel considerare «poco ambiziosa» la suddetta aliquota minima di imposizione effettiva, chiedono di conoscere se l’Italia possa perseguire una più efficace azione di contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali attraverso l’introduzione – in sede di recepimento della direttiva UE 2022/2523 del 14 dicembre 2022, successiva all’accordo OCSE/G20 sul Secondo pilastro – di un’aliquota minima effettiva domestica più elevata, pari ad almeno il 21 per cento.
Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell’Amministrazione finanziaria, si fa presente quanto segue.
In merito alla richiesta volta a perseguire una più efficace azione di contrasto all’elusione fiscale delle multinazionali attraverso l’introduzione – in sede di recepimento della direttiva UE 2022/2523 del 14 dicembre 2022, successiva all’accordo OCSE/G20 sul Secondo pilastro – di un’aliquota minima effettiva domestica più elevata, pari ad almeno il 21 per cento, giova osservare che il recepimento della predetta direttiva avverrà secondo i contenuti previsti al suo interno, tenendo conto anche delle modalità di attuazione del Secondo pilastro seguite da parte degli altri Paesi dell’Unione europea e del G20, nonché dell’OCSE e dell’Inclusive Framework.
In particolare, l’articolo 11 della direttiva consente agli Stati membri di introdurre un’imposta integrativa domestica qualificata, allo scopo di assicurare in ogni caso una tassazione non inferiore a quella minima e preservare l’integrità delle basi imponibili, evitandone recuperi a imposizione da parte di altre giurisdizioni.
Tuttavia, deve evidenziarsi che, in considerazione della possibile applicazione generalizzata dell’imposizione minima con un’aliquota al 15 per cento, la proposta avanzata dagli Onorevoli interroganti di introdurre una tassazione effettiva in Italia superiore a tale soglia potrebbe avere l’effetto di trasferire gli utili verso giurisdizioni con imposizioni minime più basse.