“La ricerca che è stata condotta sui consumi del biologico nel fuori casa è una ricerca nuova, che ha l’obiettivo di capire il posizionamento del biologico in questo canale e quali sono le prospettive di crescita. Questo canale non è mai stato monitorato in maniera puntuale e ha delle caratteristiche di diversità di realtà imprenditoriali, e anche una complessità nella rilevazione. Per cui questa ricerca fornisce sicuramente delle informazioni nuove e interessanti, che lasciano intravedere delle prospettive molto promettenti nel settore biologico, sia nel canale dei bar che in quello dei ristoranti, con le dovute differenze considerando che anche questi due canali hanno delle specificità sia a livello regionale sia al livello di strutture aziendali”.
Così a PMINEWS Antonella Giuliano, responsabile Ufficio biologico e IG di Ismea, in occasione della presentazione della prima indagine sul bio nell’Horeca, “Il biologico nella ristorazione commerciale”, a cura di Ismea con Fipe e Assobio, in corso oggi a Roma presso la sede di Fipe-Confcommercio.
“Quindi i grandi, che sono generalmente legati a catene sia dei bar sia dei ristoranti, sono più propensi a effettuare una serie di investimenti anche in termini di valorizzazione del prodotto biologico. I più piccoli ovviamente hanno più difficoltà. In ogni caso, come si vede dall’indagine, i ristoranti sono mediamente per l’80% acquirenti di prodotto biologico, e i bar si attestano a oltre il 50%. Quindi diciamo che sicuramente il punto di partenza è molto positivo, e le attese possono essere sicuramente soddisfatte”.