News8 Maggio 2023 17:51

Festival Sviluppo Sostenibile, ASviS, Fitto: “Rimoduleremo PNRR con visione unitaria programmazioni nazionali ed europee. Serve realismo”

“Mi sembra sia opportuno usare parole di realismo rispetto alla situazione esistente ed è quello che sto facendo io e sta facendo il governo sin dal primo momento”. Lo dichiara il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto nel suo intervento alla prima giornata del Festival dello Sviluppo sostenibile organizzato da ASviS, in corso a Napoli.

“Il governo ha una visione ben precisa, e lo si capisce già dal fatto che quando il presidente del Consiglio ha messo insieme le deleghe del PNRR, della Coesione e degli Affari europei ha dato un’indicazione chiara rispetto alla necessità che ci sia nel rapporto con l’Europa una visione comune dell’utilizzo delle risorse europee”, aggiunge Fitto. “Uno dei rischi che correvamo era di portare avanti la programmazione del PNRR totalmente scollegata da quella della coesione del 2021-2027”. Questo rischio, spiega il ministro, fa sì che ci sia la possibilità che “addirittura sugli stessi territori ci siano degli interventi che vanno a sovrapporsi. Quindi l’obiettivo del governo è di avere una visione unica rispetto alle diverse fonti di finanziamento”.

Rispetto al PNRR, secondo Fitto “è opportuno fare qualche considerazione partendo però dai dati e dalle performance del nostro paese, perché il realismo ci deve portare in questa direzione”. Dal monitoraggio di questo governo sull’utilizzo delle risorse nazionali, di cofinanziamento, regionali e del Fondo di sviluppo e coesione nella programmazione 2014-2020 è emerso che “la percentuale di utilizzo di queste risorse dopo nove anni su 126 miliardi di euro è del 34%. Dire che bisogna insomma ragionare per evitare che si ripetano questi rischi di incapacità di spesa mentre siamo nel pieno del PNRR è obbligatorio e doveroso. Comprendo che ci possano anche stare le polemiche politiche, ma questo è un quadro che dovrebbe essere nell’interesse generale del paese”.

“Nel momento in cui abbiamo risorse, quelle del Pnrr, che sono quasi il doppio con il numero di anni che è pari quasi alla metà, dobbiamo necessariamente porci qualche domanda per capire come correggere il tiro e individuare non solo delle soluzioni coordinate e coerenti ma anche immaginare degli interventi di cambio strutturale delle modalità di spesa ”, ha spiegato Fitto. “Se continuiamo a spendere le risorse con una polverizzazione degli interventi in decine di migliaia, perché di questo si tratta, perdendo di vista gli interventi strutturali che possono realmente cambiare l’assetto e lo sviluppo di un territorio, rischiamo di commettere un errore”.

Quindi, specifica il ministro, “il governo sta da una parte raccordando i diversi programmi mettendoli in sinergia gli uni con gli altri, sia perché quello che non è realizzabile in uno può essere realizzabile in un altro”. Se il Pnrr ha come scadenza giugno del 2026, ricorda Fitto, “la programmazione 2021-2027 dicembre 2029 e il fondo di Sviluppo e coesione nessuna. Ora, raccordare questi tre programmi può consentire di avere una visione d’insieme tenendo conto anche dei diversi avanzamenti dal punto di vista progettuale e della capacità di spesa. D’altro canto questo approccio ci consente di affrontare con sano realismo quello che accade nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

“Il governo vuole spendere i soldi, ci mancherebbe”, rimarca Fitto. “Ma noi oggi non siamo molto lontani dalla conclusione del Piano. Quindi il lavoro che si sta facendo è un lavoro serio e meticoloso per capire con dei dati di fatto molto realistici se gli interventi all’interno del Pnrr sono tutti realizzabili entro giugno del 2026”. E bisogna capirlo anche sulla base delle indicazioni che la Commissione europea ha dato, come l’approvazione del regolamento sul RepowerEU, che “pone al centro la questione energetica ma ci dà l’opportunità di iniziare questo percorso, previsto peraltro dai regolamenti europei, di rimodulazione del PNRR rispetto a quegli interventi che dovessero dimostrare una criticità oggettiva da qui al 2026”.

“Oggi quindi stiamo completando un confronto con tutti gli enti attuatori che possa predisporre da il REPowerEU, che secondo quanto previsto dalla stessa Europa e come noi andiamo dicendo da tempo è finanziabile con la quota a fondo perduto Ets, che per l’Italia ammonta a 2,7 miliardi di euro e con risorse fino al 7,5% della Coesione”, spiega ancora il ministro.

“Non c’è un solo atto del governo in cui non sia ribadita l’assegnazione delle risorse con il rispetto della territorialità”, precisa Fitto, “soprattutto per quanto riguarda la Coesione e l’FSC, oltreché il 40% del PNRR”. Quindi si tratta di avere “una visione d’insieme sapendo che laddove emergeranno delle criticità su alcuni progetti ci sia la possibilità di trovare delle soluzioni”.

“Ha scatenato molte polemiche la mia dichiarazione per cui ci sono dei progetti che al 100% non saranno realizzati a giugno 2026 e per questo bisognerà sostituirli all’interno del PNRR immaginando la possibilità di spostarli sulle altre programmazioni. Pensavo sinceramente di aver detto un’ovvietà per chi conosce come stanno le cose”. Ma “c’è la necessità non solo di raccordare i diversi programmi ma anche la possibilità di spostare i progetti e di avere sui diversi programmi diverse parti di interventi. Se non si fa così, soprattutto sul fronte infrastrutturale, diventa difficile se non impossibile realizzare questi interventi. Su questo terreno il governo ha varato un decreto che modifica la governance del PNRR e della coesione e lo ha fatto senza mettere mano alle strutture. Anche su questo la critica al governo di aver perso tempo è molto singolare. Stiamo adesso mettendo mano e riorganizzando la struttura del decreto legge che in un punto fondamentale modifica l’approccio del confronto con le parti sociali e le parti datoriali. La scelta del governo è stata quella di trasferire tutta questo livello di confronto all’interno della Cabina di regia”. “Nell’ambito di uno scenario internazionale mutato e complesso”, precisa Fitto, “il governo sta facendo un lavoro che è di modifica e riorganizzazione della governance, di raccordo tra i diversi programmi, di confronto con la Commissione europea per poter individuare delle scelte che sono in linea con questo nuovo scenario e che ci consentano di raggiungere questi obiettivi. Non è un lavoro semplice, che si possa affrontare con l’abitudine della contrapposizione politica, ma serve invece la formula del confronto perché non è un tema del governo ma di tutto il paese. Per quanto ci riguarda lavoreremo in questa direzione. Io ritengo che ci siano le condizioni per dare le giuste risposte e raggiungere questi obiettivi. È una sfida complessa ma sono convinto che se oggi riusciamo a definire questi aspetti potranno esserci risposte positive. Il momento di farlo è questo, visto che fino al 31 agosto abbiamo la possibilità di rimodulare il PNRR. Dobbiamo individuare i correttivi per mettere mano non solo agli investimenti ma anche agli interventi legislativi che gli accompagnino. Sono passaggi che completeremo nei prossimi giorni e sulla base di questo ci confronteremo con la Commissione europea, ma chiaramente anche con tutti i protagonisti dal punto di vista sociale e datoriale, ma soprattutto con il Parlamento”.