News3 Maggio 2023 16:16

Piombino, Urso: Governo sottoscriverà presto accordo davvero vincolante. Lo Stato non è un bancomat

“La crisi dello stabilimento citato dura di fatto da oltre dieci anni, dieci anni. Quanti governi si sono succeduti? La società è stata infatti messa alla procedura di amministrazione straordinaria il 21 dicembre 2012. E il subentro della Jindal al gruppo algerino è avvenuto nel luglio del 2018. Altri governavano. Il piano industriale alla base dell’accordo di programma sottoscritto nel 2018, cioè cinque anni fa, era privo di cronoprogrammi di realizzazione degli investimenti nonché delle normali clausole rescissorie in caso di inadempienza da parte dell’azienda. Chi ha autorizzato, chi ha sottoscritto quell’accordo che non aveva clausole rescissorie né precisi impegni dell’azienda? Si è trattato di un grave errore che perdura purtroppo sulle spalle anche oggi”. Lo ha detto oggi, durante il question time alla Camera, il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso rispondendo a un’interrogazione del Pd sui ritardi nel piano industriale della JSW di Piombino.

“Il mancato avvio degli investimenti – prosegue Urso – ha già indotto il ministro Giorgetti lo scorso anno a ridiscutere i contenuti dell’accordo nell’intento di introdurre clausole, finalmente clausole, che prima non erano state previste. Rispetto all’interrogazione, e alle commesse di Ferrovie dello Stato, a ottobre 2022, solo una di queste commesse, del valore di 153 milioni di euro, e non di circa 400 milioni di euro, è stata fatta senza gara. L’altra commessa, ben superiore, di 236 milioni di euro, è stata fatta a gara con il miglior prezzo. Però, aggiungo, l’ulteriore affidamento diretto di rotaie alla società, per un valore complessivo di 768 milioni di euro, è vincolato finalmente alla sottoscrizione di un nuovo accordo di programma che sostituisca quello capestro realizzato cinque anni fa, introducendo – stavolta, sì, perché questo è un governo serio che difende il lavoro – impegni stringenti a carico dell’impresa che non c’erano quando governavano altri”.

“La sottoscrizione del nuovo accordo – precisa il ministro – avverrà solo a seguito dell’approvazione da parte delle istituzioni di un nuovo piano industriale inclusivo del rilancio dell’area a caldo, come abbiamo ribadito con chiarezza nel tavolo di crisi convocato il 27 aprile. Nessuna ulteriore agevolazione pubblica sarà concessa all’azienda se non sulla base, stavolta sì, di un piano industriale che preveda il riavvio del forno elettrico. Lo Stato non è un bancomat. Non lo è per noi. Lo è stato per altri. L’accordo conterrà inoltre stringenti scadenze in merito allo stato di avanzamento degli impegni con apposite clausole risolutive espresse in casi di inadempienze da parte della società”.

“È vero”, conclude Urso, “nell’ultimo mese hanno lavorato appena 600 persone. La gran parte sono in cassa integrazione e si alternano in cassa integrazione da dieci anni! Noi, che crediamo davvero al lavoro, realizzeremo, e questo è il nostro impegno, un accordo che sia assolutamente vincolante, senza il quale non siamo disponibili a concedere alcun sostegno all’azienda”.