News2 Maggio 2023 12:41

Fotovoltaico, interrogazione Cattaneo (FI): su importazione inverter e cybersicurezza

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00886

presentato da

CATTANEO Alessandro

testo di

Mercoledì 26 aprile 2023, seduta n. 92

  CATTANEO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, al Ministro dell’interno, al Ministro delle imprese e del made in Italy. — Per sapere – premesso che:

l’Unione europea è impegnata a ridurre la sua dipendenza dalle fonti fossili puntando anche sull’energia rinnovabile anche per motivi di sicurezza energetica. Anche la transizione energetica, almeno per quanto riguarda il fotovoltaico, fa i conti con una possibile dipendenza da altri Paesi e dalle loro imprese: in particolare cinesi;

un recente studio del think tank Ced mette in luce alcune implicazioni di rilevanza strategica afferenti i rischi per la cybersecurity nazionale derivanti da componenti chiave utilizzati negli impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica nazionale;

lo studio richiama il rapporto della Commissione europea sulle dipendenze strategiche in termini di accesso alle materie prime dell’Unione europea che evidenzia come la maggior parte delle importazioni dell’Unione europea proviene da meno di tre Paesi terzi, con la Cina che rappresenta il 63 per cento delle importazioni dell’Unione europea. A richiamare l’attenzione sulla vulnerabilità della catena di approvvigionamento globale è stata anche l’Agenzia internazionale dell’energia, evidenziando come il mondo potrebbe dipendere quasi completamente dalla Cina per la fornitura di elementi chiave quali in particolare gli inverter fotovoltaici;

il World Economic Forum in un suo report evidenzia un pericolo di «effetto a cascata», per cui la vulnerabilità cyber di un anello debole della catena può generare conseguenze significative su tutta la collettività. Un caso paradigmatico è rappresentato dagli inverter fotovoltaici. Il punto chiave è che gli inverter fotovoltaici sono essenzialmente dei dispositivi «IoT», collegati alla rete elettrica, che trasmettono e ricevono dati, inclusi quelli, decisamente sensibili, su come si distribuisce il consumo nazionale;

si evidenzia inoltre che il report dell’Enisa rende gli inverter un potenziale veicolo di attacco cyber che può fare da «ponte» per incursioni malevole nelle reti intelligenti fino a provocare estesi blackout o sbilanciamenti nella rete elettrica;

nel dettaglio, evidenzia lo studio del Ced, i due principali produttori mondiali di inverter, Huwaei e Sungrow Power Supply, sono cinesi e insieme detengono il 42 per cento della quota di mercato a livello globale;

esiste quindi il rischio di esporre la rete elettrica nazionale ad attacchi cibernetici per mezzo di tali dispositivi. Per questo, tenuto conto che il sistema elettrico è alla base del funzionamento di quasi tutte le attività, compreso il sistema industriale e produttivo, gli effetti di eventuali attacchi possono essere estremamente rilevanti, così come altrettanto rilevanti potrebbero essere le fughe di dati sensibili;

il fatto che le questioni legate alla cybersecurity relativa agli impianti di produzione di energia e alla rete elettrica nazionale siano di grande rilevanza e attualità trova peraltro riscontro nelle iniziative promosse in seno alla principale associazione industriale di categoria, Elettricità Futura, e al gestore della rete elettrica nazionale Terna che ha costituito al suo interno il «Computer Emergency Readiness Team» denominato TERNA-CERT;

tuttavia, il dibattito sui necessari livelli di cybersicurezza che tali dispositivi dovrebbero garantire e sull’affidabilità dei Paesi terzi a cui ci si affida per la loro produzione non è ancora sufficientemente presente in Europa, e in particolare in Italia, mentre si è sviluppato con forza negli Stati Uniti –:

se il Governo non intenda avviare un tavolo tecnico per verificare i livelli di diffusione di tali dispositivi di fabbricazione cinese negli impianti fotovoltaici presenti in Italia, in particolare negli impianti di grandi dimensioni, cosiddetti «utility scale»;

se il Governo non ritenga opportuno elaborare raccomandazioni finalizzate a riorientare la catena di approvvigionamento verso fornitori italiani e di Paesi alleati che garantiscano livelli di affidabilità adeguati;

se il Governo non ritenga di interessare, a tale riguardo, le organizzazioni nazionali deputate a tutelare gli interessi nazionali nel campo della sicurezza e della cybersicurezza.
(4-00886)