News17 Aprile 2023 12:54

Ristorazione collettiva, interrogazione Peluffo (PD): su condizioni contrattuali settore

Interrogazione a risposta in commissione 5-00701

presentato da

PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido

testo di

Venerdì 14 aprile 2023, seduta n. 87

  PELUFFO e CASU. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

il settore della ristorazione collettiva garantisce ogni giorno un servizio pubblico essenziale, di qualità, a milioni di cittadini italiani, tra cui anche la parte di popolazione più fragile (bambini, anziani, malati);

le imprese che erogano questi servizi, con professionalità e dedizione, garantiscono un posto di lavoro a 150.000 persone circa, per l’80 per cento donne;

si tratta di servizi particolari in cui, se la componente di costo legato alle retribuzioni ha senz’altro una rilevanza importante, una grande parte dei costi sostenuti dall’impresa è collegata, però, anche all’approvvigionamento di materie prime (in particolare, derrate alimentari) e vettori energetici (soprattutto gas per la cottura degli alimenti e carburante per la veicolazione di pasti dai centri cottura ai punti di distribuzione);

gli ultimi anni sono stati anni difficili: prima la pandemia da Covid-19 e subito dopo la crisi ucraina hanno contribuito a un incremento generalizzato dei costi dell’energia e delle materie prime;

secondo l’Istat a novembre 2022 si è registrato un FOI pari al +11.5 per cento. Le derrate alimentari hanno fatto registrare un +13.1 per cento, la componente utenze e combustibili un +54,4 per cento e la componente trasporti un +6,2 per cento;

tali premesse si inseriscono nel contesto di contratti pubblici per l’erogazione dei servizi di ristorazione collettiva (soprattutto in scuole e ospedali) di durata spesso medio-lunga e, per la gran parte, sprovvisti di clausole di revisione prezzi, in quanto non obbligatorie sotto la vigenza del decreto legislativo n. 50 del 2016;

mentre sono state adottate meritorie iniziative per assicurare un meccanismo di revisione prezzi straordinario per i contratti pubblici di lavori (prima con l’articolo 1-septies del decreto-legge n. 73 del 2021, poi con l’articolo 26 del decreto-legge n. 50 del 2022 e, infine, con le specifiche previsioni della legge di bilancio 2023), nessun intervento concreto è stato finora adottato per riequilibrare la situazione, oramai insostenibile, creatasi nell’ambito dei predetti contratti pubblici di servizi di ristorazione collettiva. Ciò, nonostante le variazioni di costo sopra evidenziate abbiano superato ampiamente qualsiasi margine di normale alea contrattuale;

in assenza di un urgente riequilibrio, anche parziale, delle condizioni contrattuali per i servizi di ristorazione collettiva in essere, le imprese rischiano di non essere più in grado di erogare servizi di primaria importanza e per molte si prefigurano, addirittura, rischi per la continuità aziendale. In più, in questo contesto, sarà impossibile procedere al rinnovo del CCNL di settore, oramai scaduto dal 2021, in quanto ogni maggiore costo sarà insostenibile per le imprese, con evidenti effetti negativi di tipo sociale e occupazionale –:

quali siano le iniziative che il Governo ritiene di adottare per permettere, al pari di quanto fatto per il settore dei lavori pubblici, il mantenimento dell’equilibrio contrattuale nei contratti pubblici di servizi di ristorazione collettiva in corso di esecuzione, che non contengano al proprio interno clausole di revisione prezzi.
(5-00701)