News14 Aprile 2023 13:08

Pmi, interrogazione Barbagallo (PD): su proroga organo controllo

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00667

presentato da

BARBAGALLO Anthony Emanuele

testo di

Martedì 11 aprile 2023, seduta n. 84

  BARBAGALLO. — Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell’economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

durante l’esame del decreto-legge n. 198 del 2022 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14, del 24 febbraio 2023, cosiddetto «Decreto Milleproroghe», il Governo con un ordine del giorno si è impegnato ad «avviare un percorso di ridefinizione delle soglie dimensionali o al meccanismo che determina l’obbligo di nomina dell’organo di controllo» e a dare attuazione all’impegno, nel primo provvedimento utile;

di fatto non vi è stata nessuna proroga, solo l’impegno ad avviare un percorso per la ridefinizione al rialzo delle soglie;

a normativa vigente, com’è noto, molte piccole s.r.l. si vedranno costrette «entro l’approvazione dei bilanci relativi all’esercizio 2022» a nominare l’organo di controllo o il revisore;

è quanto prevede all’articolo 379, comma 3, del decreto legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 (CCI) nella versione che, com’è noto, è stata da ultimo modificata ad ottobre 2021 (legge n. 147 di conversione del decreto-legge n. 118 del 2021) per le società a responsabilità limitata e le società cooperative già costituite alla data del 16 marzo 2019;

con le modifiche introdotte dal CCI l’obbligo di nomina scatta quando per 2 esercizi consecutivi sono superati anche uno solo dei limiti previsti dall’articolo 2477 del codice civile ovvero: 4 milioni di euro di totale dell’attivo dello stato patrimoniale; 4 milioni di euro di ricavi delle vendite e delle prestazioni; 20 dipendenti occupati in media durante l’esercizio;

al netto dei buoni propositi a cui si ispira il nuovo Codice della crisi d’impresa, la proroga di un’ulteriore anno sarebbe stata opportuna. In periodi di reiterata incertezza degli scenari economici e finanziari è, infatti, sempre poco opportuno gravare le piccole imprese di nuovi costi imponendo dinamiche difficilmente gestibili. Dinamiche che potrebbero azzerare l’innata capacità di resilienza dei suddetti soggetti, con la conseguenza che l’effetto paradossale potrebbe essere la desertificazione di parte significativa del tessuto produttivo nazionale –:

alla luce dei fatti esposti in premessa, quali iniziative i Ministri interrogati, per quanto di competenza, intendano assumere affinché siano rispettati gli impegni presi.
(5-00667)