News17 Marzo 2023 11:12

Commercio estero, cresce a gennaio l’export (+0,2%), flessione per le importazioni (-3,2%). I dati Istat

A gennaio 2023 si stima una crescita congiunturale modesta per le esportazioni (+0,2%) e una flessione per le importazioni (-3,2%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento moderato delle vendite verso l’area extra Ue (+0,8%), mentre le esportazioni verso l’area Ue sono in lieve diminuzione  (-0,4%).

• Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al precedente, l’export cresce del 2,9%, l’import diminuisce del 7,7%.

• A gennaio 2023, l’export cresce su base annua del 15,3% in termini monetari e del 2,4% in volume. La crescita dell’export in valore è più sostenuta verso i mercati extra Ue (+20,5%) rispetto all’areaUe(+11,3%). L’import registra un incremento tendenziale dell’8,4% in valore – sintesi di un aumento del 17,2% per l’area Ue e di una contenuta flessione per quella extra Ue (-0,7%) – ed è pressochè stazionario in volume (+0,3%).

• Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici(+53,9%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+19,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+17,6%).

• Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono:Cina (+137,5%), Francia (+17,1%), Germania(+6,1%), Turchia (+48,2%), Svizzera (+14,4%) e Regno Unito (+16,0%). Le esportazioni verso il Giappone diminuiscono del 13,8%.

• A gennaio 2023 il saldo commerciale è negativo e pari a -4.194 milioni di euro (-6.520 milioni a gennaio 2022). Il deficit energetico (-7.760 milioni) è di poco superiore rispetto a un anno prima (-7.615 milioni), mentre l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 1.095 milioni di gennaio 2022 a 3.566 milioni di gennaio 2023.

• Nel mese di gennaio 2023 i prezzi all’importazione diminuiscono del 3,5% su base mensile e aumentano del 4,6% su base annua (era +11,3% a dicembre 2022).

Il commento

A gennaio, la moderata crescita congiunturale dell’export è sostenuta dalle vendite verso i paesi extra Ue, in particolare di beni intermedi e beni di consumo non durevoli. Per l’import, il calo su base mensile – il quinto consecutivo – deriva soprattutto dalla contrazione degli acquisti di energia, su cui incide favorevolmente la caduta dei prezzi del gas naturale allo stato gassoso.

Su base annua, la crescita dell’export in valore accelera e si conferma superiore a quella dell’import per il secondo mese consecutivo.

Il deficit energetico resta ampio ma l’avanzo nell’interscambio dei prodotti non energetici aumenta rispetto a un anno prima.

La flessione congiunturale dei prezzi all’import (lapiù ampia dal 2005,  da quando è disponibile la serie storica dell’indice) e la netta decelerazione della crescita tendenziale sono dovute ai ribassi dei prezzi dei prodotti energetici; al netto di questi, la flessione congiunturale è modesta (-0,1%) e la crescita tendenziale più sostenuta (+5,8%).

ANALISI PER PRODOTTO E PAESE

Sulla base delle elaborazioni allegate al presente comunicato nel file “Grafici aggiuntivi commercio estero”, risulta che la crescita tendenziale dell’export è spiegata per 3,3 punti percentuali dall’incremento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso la Cina. Un ulteriore contributo positivo di 0,8 punti deriva dall’aumento delle vendite di macchinari e apparecchi n.c.a. verso Stati Uniti e Francia. All’opposto, la riduzione delle vendite di mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi verso gli Stati Uniti e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso Germania e Stati Uniti apporta un contributo negativo di 2,3 punti percentuali.

L’incremento degli acquisti di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici dalla Germania spiega per 1,4 punti percentuali la crescita tendenziale dell’import. L’aumento dell’import di gas naturale e petrolio greggio dai paesi OPEC e di gas naturale dagli Stati Unitifornisce un ulteriore contributo di 1,9punti. Per contro, la contrazione degli acquisti di gas naturale e di petrolio greggio dalla Russia apporta un contributo negativo di 3,7 punti percentuali.

I prezzi all’importazione registrano incrementi tendenziali in tutti i settori manifatturieri, a esclusione di quello della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici con riguardo all’Area non euro (-2,4%). Gli incrementi più elevati interessano fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+22,3% Area euro, +21,3% Area non euro), industrie alimentari, bevande e tabacco (+15,6% Area euro, +8,1% Area non euro), industria del legno, della carta e stampa (+13,9% Area euro, +12,7% Area non euro) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (+13,2% Area euro).