News13 Gennaio 2023 14:51

Istat: pubblicata la nota mensile sull’andamento dell’economia italiana

La decelerazione delle spinte inflazionistiche innescata dall’orientamento restrittivo della
politica monetaria nei principali paesi e dalla moderazione dei prezzi dei prodotti energetici
ha caratterizzato lo scenario internazionale di fine anno.
La produzione industriale italiana, a novembre, ha registrato un’ulteriore flessione
congiunturale (-0,3%) di entità minore rispetto alle variazioni negative dei due mesi
precedenti. Il calo è stato diffuso a tutti i settori con l’eccezione di quello dei beni strumentali.
Il mercato del lavoro a novembre è stato contraddistinto da una lieve diminuzione di occupati
e disoccupati e da un aumento marginale degli inattivi. Il tasso di disoccupazione è rimasto
stabile al 7,8%.
A dicembre, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) ha mostrato un moderato
rallentamento anche se il differenziale con l’area euro si è ampliato ulteriormente, superando
i 3 punti percentuali, per effetto della maggiore crescita in Italia dei listini dei beni energetici e
degli alimentari.
La fiducia di consumatori e imprese, a dicembre, è aumentata per il secondo mese
consecutivo. Le famiglie hanno evidenziato attese positive sulla situazione economica del
paese, inclusa la disoccupazione, mentre tra le imprese i giudizi e le aspettative sono
migliorati nelle costruzioni e nei servizi di mercato.

La graduale decelerazione delle spinte inflazionistiche innescata dall’orientamento restrittivo della politica monetaria nei principali paesi e dal calo dei prezzi dei prodotti energetici ha caratterizzato lo scenario internazionale negli ultimi mesi.
La quotazione del Brent a fine anno (80,9 dollari al barile a dicembre, 99,8 la media del 2022) ha continuato a diminuire mentre i listini del gas naturale europeo sono rimasti stabili sui 36 $/mmbtu 1 , valore comunque decisamente inferiore a quelli dei mesi estivi (60,2 $/mmbtu la media del trimestre luglio-settembre).
A ottobre, il commercio internazionale di beni in volume è diminuito dell’1,6% rispetto al mese precedente (+0,1% a settembre) con cali generalizzati delle esportazioni e importazioni soprattutto nell’area dell’euro e nei paesi avanzati asiatici.
Il PMI globale sui nuovi ordinativi all’export di dicembre si è collocato, per il decimo mese consecutivo, al di sotto della soglia di espansione di 50, suggerendo che la domanda mondiale potrebbe proseguire una tendenza discendente.
In Cina, il forte aumento dei contagi di Covid-19 è atteso frenare, nei prossimi mesi, la crescita economica con effetti negativi anche per altri paesi. Gli indici Pmi dei direttori degli acquisti del comparto manifatturiero e dei servizi a cura di Caixin, a dicembre hanno infatti continuato a diminuire, restando ben al di sotto della soglia di espansione.
Negli Stati Uniti, la stima finale del PIL del terzo trimestre ha registrato una revisione verso l’alto, con una variazione di 0,8% congiunturale (da +0,7%). Il dato riflette un rialzo per consumi e investimenti non residenziali in parte compensato da revisioni al ribasso delle scorte.
E’ proseguita la fase positiva per il mercato del lavoro statunitense e il tasso di disoccupazione a dicembre è sceso di nuovo al 3,5%, in marginale calo rispetto al periodo precedente.
Nello stesso mese, la fiducia dei consumatori rilevata dal Conference Board, pur restando su livelli storicamente bassi, ha toccato il massimo da aprile (108,3 da 101 di novembre) spinta anche dai dati sull’inflazione che mostrano un’inversione di tendenza. La crescita dei prezzi al consumo a dicembre ha infatti continuato a decelerare (+6,5% da +7,1% di novembre). Sebbene si siano dimostrati efficaci per contenere le pressioni inflazionistiche, desta però molte preoccupazioni l’effetto depressivo dei rialzi dei tassi di interesse sulla crescita economica.
Le attese di moderazione dell’orientamento restrittivo della politica monetaria della Federal Reserve legate al calo dell’inflazione hanno determinato negli ultimi mesi un graduale deprezzamento del tasso di cambio del dollaro: l’euro ha recuperato nel periodo più recente circa 10% nei confronti della valuta statunitense rispetto ai minimi di fine settembre.
Anche nell’area dell’euro, l’inflazione, in media, ha rallentato (+9,2% a dicembre da +10,1% a novembre) frenata, analogamente agli Stati Uniti, dai rialzi dei tassi ufficiali operati dalla Banca centrale europea e dalla moderazione dei prezzi delle materie prime energetiche.
A novembre, il tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 6,5%, mentre le vendite al dettaglio in volume hanno recuperato solo parzialmente il calo congiunturale di ottobre (+0,8% da -1,5%).
Le prospettive per l’area nel complesso restano positive. A dicembre, l’Economic Sentiment Indicator
rilevato dalla Commissione Europea è aumentato per il secondo mese consecutivo con miglioramenti diffusi a tutti i settori e in particolare a quello del commercio al dettaglio, dei servizi e per i consumatori. Nel dettaglio nazionale, l’indice è cresciuto in Germania (+2,0 punti), Spagna (+1,9) e Italia (+0,9), mentre è diminuito in Francia (-1,3).

LA CONGIUNTURA ITALIANA

LE IMPRESE: A novembre, l’indice della produzione industriale ha registrato un ulteriore calo (-0,3% rispetto a ottobre) anche se di entità minore rispetto alle variazioni congiunturali negative dei due mesi precedenti (-1,8% e -1,1% rispettivamente). La flessione è stata diffusa a tutti i settori con l’eccezione di quello dei beni strumentali che ha mostrato una marginale crescita (+0,1% la variazione rispetto a ottobre). La produzione dei beni di consumo invece, è diminuita (-0,4%) come risultato della contrazione dei beni di consumo non durevoli (-0,8%) e dell’aumento di quelli durevoli (+1,7%). I beni strumentali tra settembre e novembre in media sono cresciuti (+2,4% rispetto ai tre mesi precedenti), quelli intermedi e di consumo hanno invece segnato una flessione (rispettivamente -1,8% e -1,0%. Nello stesso periodo, l’indice generale ha registrato un marcato calo congiunturale (-1,0%).

La produzione del settore delle costruzioni, dopo due incrementi consecutivi, a ottobre ha segnato una diminuzione rispetto al mese precedente (-0,9%). L’indice per la media agosto-ottobre è comunque risultato ancora in crescita (+0,6% in termini congiunturali). I segnali di rallentamento erano stati anticipati dai dati sui permessi di costruire. Nel terzo trimestre, nel comparto residenziale, il numero di abitazioni e la superficie utile abitabile hanno registrato una marcata diminuzione congiunturale (rispettivamente -15,2% e -12,6%). L’edilizia non residenziale ha segnato, invece,
una riduzione della superficie del -9,0% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche il mercato immobiliare è in
decelerazione: nel terzo trimestre i prezzi delle abitazioni sono diminuiti (-1,0% la variazione congiunturale) dopo il forte aumento nei tre mesi precedenti (+2,3%). Il calo è stato dovuto soprattutto a una riduzione dei prezzi delle abitazioni nuove (-5,4% dopo la forte crescita registrata tra aprile e giugno, +6,8%) e di quelli delle abitazioni esistenti (-0,1%).
Nel periodo luglio-settembre, gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno continuato ad aumentare (+0,8% in termini congiunturali) anche se in forte decelerazione rispetto alla prima metà dell’anno (rispettivamente +5,8% e +5,1% nel primo e secondo trimestre). Il tasso di investimento, definito come rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto a prezzi base, è leggermente diminuito (-0,1 punti percentuali) a seguito di un incremento del valore aggiunto maggiore di quello degli investimenti.