News15 Dicembre 2022 18:30

Leone (Lega Salvini): il 38% dei posti nei mercati torinesi resta vuoto, in commissione Commercio l’allarme dei rappresentanti degli operatori

Arrivano in commissione Commercio del Consiglio regionale del Piemonte le criticità e le proposte per il commercio su aree pubbliche del Gruppo Organizzato Imprese Autonome, interno alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori.

“Durante la preziosa audizione odierna Giancarlo Nardozzi, presidente nazionale, e Gregory Massa, Consulente tecnico giuridico del direttivo nazionale del Goia – illustra al termine della seduta il presidente della commissione Commercio, il leghista Claudio Leone – abbiamo raccolto le criticità e le proposte del commercio su aree pubbliche in Piemonte. Parliamo dei mercati e delle fiere, aziende che sono la storia del Piemonte e delle sue tradizioni, molte delle quali risalenti all’epoca medievale, che garantiscono e proteggono il potere d’acquisto delle famiglie e la continuità dei piccoli produttori. Di attività mercatali vivono 15mila attività a carattere prevalentemente familiare, che nel solo Piemonte vede 53 mercati sopra i 150 banchi, di cui 27 sopra i 200, con il mercato di Porta Palazzo a Torino che ha il primato di area di vendita all’aperto più grande d’Europa”.

“I rappresentanti del Gruppo Organizzato Imprese Autonome interno alla Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori – ha dettagliato ancora Leone, imprenditore commerciale eletto in Consiglio regionale con la Lega Salvini Piemonte – hanno chiesto maggiore rappresentatività, partecipazione e trasparenza degli operatori nei Distretti del commercio. Ci hanno poi dettagliato il minimo impatto ambientale dei mezzi che operano nei mercati, con l’attività economica che viene interamente svolta a motore spento, non paragonabile all’impatto delle grandi piattaforme di commercio elettronico, che per ogni singola consegna impattano sull’aumento della congestione viaria e delle emissioni inquinanti. La Regione è stata chiamata a ragionare sulle regole che non permetterebbero la circolazione dei mezzi con omologazione fino a Euro 4, e per buona parte dell’anno, anche dell’Euro 5 che in caso effettivo di blocco dei mezzi destinati ai mercati farebbe aumentare il numero di persone costrette a muoversi per gli approvvigionamenti”.