News13 Dicembre 2022 16:50

Assemblea Confesercenti: De Luise: 85 attività su 100 sono familiari. Favorire nascita Agenzia per imprese attraverso risorse PNRR, si ai Voucher

“Il nostro modello di sistema di imprese ci è invidiato da tutti. Allora impegniamoci e facciamo di più per mantenerlo e migliorarlo. Questo vuol dire pensare al domani. E per il domani, per noi la parola chiave è “radici”.

Così Patrizia De Luise, presidente Confesercenti, nel corso dell’Assemblea nazionale 2022 svoltasi a Roma

“Le nostre imprese hanno radici nella nostra cultura, nelle nostre tradizioni, ma più di tutto danno vita ai territori. Li valorizzano. Come le radici delle piante, li consolidano, li rendono più sicuri. Se le PMI sono un patrimonio per il Paese deve essere nostro impegno garantirne la valorizzazione. Un quadro competitivo dove grandi e piccoli, fisici ed on-line possano coesistere con regole chiare ed equilibrate.

I dati che abbiamo sentito e visto scorrere nel filmato lanciano un allarme e non possiamo permetterci di perdere il presidio territoriale garantito dagli esercizi di vicinato. Il nostro non è un richiamo per difendere l’esistente o cercare di arginare processi evolutivi irreversibili, ma un impegno per rendere le imprese solide, efficienti, competitive, moderne, tecnologicamente al passo e, più di ogni altra cosa, vicine alle persone. Ed è proprio ora, mentre affrontiamo Covid, caro energia e guerra, che dobbiamo pensare a
progettare il domani.

Capovolgerò quello che nelle tradizionali relazioni normalmente si fa. Prima l’analisi e poi le proposte. Parlerò principalmente delle nostre proposte. L’impresa familiare è l’ossatura del nostro sistema di imprese: su 100 attività, 85 sono familiari. Piccolo è bello, e anche resiliente, come la pandemia ci ha dimostrato. Il futuro passa da qui.
La vita media di queste imprese, come abbiamo sentito, si è però notevolmente accorciata negli ultimi anni. Queste imprenditrici e questi imprenditori sono troppo spesso esclusi dagli interventi a sostegno dei 2 processi formativi: occorre invece garantire risorse adeguate anche per la formazione e l’innovazione, specie nell’avvio di impresa.
Ecco, è necessario favorire la costituzione di un’Agenzia per le imprese, a partecipazione pubblica e privata, mirata a fare informazione e formazione degli imprenditori, garantendo tutoraggio nei primi 3 anni di vita delle stesse.

Occorre pertanto rendere disponibili le risorse del PNRR anche per questo. La rigenerazione urbana si garantisce principalmente con la presenza delle imprese. L’e-commerce sorretto dal solido sostegno di piattaforme che operano per lo più a livello internazionale è infatti in costante e tumultuosa crescita, è innegabile che stiamo assistendo ad una sostituzione tra canali distributivi. Se la tendenza di crescita degli ultimi anni dovesse confermarsi nel 2026, l’on line nell’extralimentare avrà la stessa quota di mercato della rete fisica nell’extralimentare. Il problema non è l’e-commerce, il commercio online aiuta molti negozi a fare business meglio, ma le distorsioni concorrenziali che favoriscono le grandi piattaforme. Sono quelle che devono essere risolte. Il black friday sia di monito, nei mesi di ottobre e novembre, un’autentica bulimia di offerte ci ha travolto senza alcuna regola.

Il quadro delle regole va rivisto anche per il lavoro e la rappresentanza. In primo luogo, occorre agire sul costo del lavoro e tagliare il cuneo fiscale, investire nel mercato, semplificare, formare. Da prorogare al 2023 pure la detassazione dei fringe benefit fino ai 3mila euro, con possibilità di erogazione semplificata qualora recepiti dai contratti collettivi di lavoro. Apprezziamo l’ipotesi di reintroduzione dei voucher, utile per rispondere alle esigenze dei picchi stagionali. Occorre semplificare però anche il contratto a termine,
eliminandone le causali ed intervenendo sul decreto trasparenza. Pure il Fondo nuove competenze va potenziato. L’avere definito proprio ieri un accordo ponte per il rinnovo del contratto del terziario è per noi motivo di soddisfazione. In questa fase di grande incertezza per tantissime delle nostre imprese dà una prima importante risposta a milioni di lavoratrici e lavoratori.

Si proceda anche con la detassazione degli aumenti contrattuali a favore di chi applica i contratti rappresentativi. I contratti pirata, nel solo terziario, sottraggono quasi un miliardo di euro all’anno senza garantire alcun welfare aziendale. Il Salario Minimo non è ciò di cui abbiamo bisogno. Sul fronte fiscale da tempo proponiamo di introdurre un sistema di ‘abbonamento fiscale’, con liquidazione mensile o trimestrale delle imposte in base alle somme effettivamente incassate, superando acconti previsionali e saldi. Nella manovra, alla fine, è saltata la norma sugli affitti commerciali. La cedolare secca sarebbe di grande utilità anche per i locali commerciali, ma solo a fronte di un accordo tra locatore e locatario.
Anche gli aumenti dei tassi di interesse e i debiti cumulati sono fonte di grande preoccupazione per la stabilità delle imprese. Ci sono ancora 46 miliardi di arretrato che riguardano i provvedimenti legati al covid. Lo strumento legislativo delle moratorie è stato utile, va riproposto: sono tante le imprese ancora in 3 difficoltà. Il caro energia ne condizionerà i bilanci portandole a non essere in sintonia con i rating del merito creditizio. Il microcredito può essere un’importante alternativa. Serve, però, la piena ed immediata attuazione della riforma del microcredito; a distanza di quasi un anno dall’approvazione della Legge, la stessa non è ancora operativa. La lotta all’evasione fiscale deve essere una priorità per tutti. Carte, bancomat e contanti debbono potere coesistere, utilizzando indifferentemente per i pagamenti o l’uno o gli altri. Aver definito regole comuni a livello europeo sull’utilizzo del contante è una buona notizia. Ora si ponga anche un tetto al di sotto del quale azzerare le commissioni per l’uso della moneta elettronica.

Veniamo al turismo, che ha vissuto un 2022 decisamente positivo. Il Ponte dell’Immacolata ne è stato l’ulteriore conferma. Nella prima fase della pandemia, è stato fra i comparti più penalizzati. Nel 2022 è stato il più forte propulsore del buon risultato all’aumento del PIL, e continuerà ad essere un’asse portante della nostra economia. Occorre, pertanto, dare maggiore sostegno agli investimenti finalizzati alla riqualificazione e al miglioramento degli standard dell’ospitalità.

Ma serve agire anche sul lavoro. Nel comparto, solo nell’ultimo trimestre del 2022, quasi 60mila posti sono rimasti scoperti per mancanza di lavoratori. Facilitiamo l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Non è più procrastinabile, inoltre, la regolamentazione anche a livello fiscale per i portali on-line della ricettività. Così come occorre portare a compimento la banca dati nazionale delle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere.

Sulle concessioni balneari non si può agire in modo frettoloso perché si rischia di creare ulteriori problemi anziché risolverli. Si gestisca la fase di accompagnamento alla pubblicazione dei bandi con il necessario equilibrio. Le norme fin qui approvate hanno consentito ai Comuni di confermare, fino al 31 dicembre 2022, la validità delle autorizzazioni di occupazione del suolo pubblico concesse per i dehors in deroga alle limitazioni previste dal Codice dei beni culturali. I titolari di ristoranti e bar, però, non sono ancora rientrati dalla condizione di crisi conseguente al Covid. Un’estensione della durata delle norme in deroga al Codice dei beni culturali è quanto mai auspicata. Il caro energia, e come azzerarne gli effetti negativi sulle prospettive della nostra economia, è la più importante battaglia da vincere in questo momento. Da giugno 2021 ad agosto 2022 il prezzo dell’energia e del gas è aumentato di circa 10 volte. Confesercenti non intende sminuire l’impegno e le risorse messe a disposizione dal governo per abbattere il costo delle bollette. Ma alcune questioni vanno riviste.

Un errore escludere dall’annullamento degli oneri generali di sistema le imprese con potenza fino a 16,5 KW. Non più rinviabile nemmeno un price cap sul prezzo del gas, garantendo anche il rafforzamento del ruolo dei consorzi/gruppo di acquisto di energia e gas.

Inoltre, emerge un’effettiva difficoltà a “far atterrare” i progetti nel territorio. Il rincaro delle materie prime, unito all’aumento dei costi di elettricità e gas, sta causando conseguenze dirette sull’attuazione del PNRR. Permane la necessità di accelerare la capacità di spesa delle nostre Amministrazioni, così come permangono le preoccupazioni per gli interventi in ambito territoriale. Gli interventi finanziati hanno l’obiettivo di innalzare la capacità competitiva del Paese e delle imprese, di promuovere un’offerta basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Obiettivi che anche le imprese vorrebbero raggiungere. A questo proposito, plaudiamo alla costituzione
della cabina di regia predisposta dal Ministro Raffaele Fitto. Mi appresto alle conclusioni. In merito alla legge di Bilancio evidenzio che le risorse disponibili ed il poco
tempo a disposizione hanno certamente condizionato lo spazio di manovra disponibile per il Governo. Si è evitato l’accumularsi di ulteriore debito ma ridotto notevolmente l’efficacia temporale della manovra.

Quest’anno il PIL crescerà quasi del 4%. Le prospettive per il 2023, come noto, non sono così rosee. Nel 2023 l’inflazione non scenderà sotto il 5%. Si è fatto il possibile per difendere imprese e famiglie dal caro energia, ma serve di più: portiamo da 2 a 5 i punti di taglio del cuneo fiscale. Quello che occorrerà ora garantire è una solida ripresa dell’economia.
Per molte imprese, definire listini prezzi e bilanci preventivi per il 2023 sta diventando un rebus di difficile soluzione. La ripresa dei consumi e una maggiore disponibilità di spesa da parte delle famiglie, non appena licenziata la Legge di Bilancio, dovranno essere poste al centro dell’azione di Governo. Così rigenereremo le radici delle nostre imprese, ma avremo, nel frattempo, anche avviato una progettualità di lungo raggio. Quella della cultura di impresa che, grazie anche alla nostra storia, fa e farà grande il nostro Paese”, conclude la presidente