News21 Novembre 2022 21:07

Il Sistema Italia nel nuovo scenario globale – dal libro “Antonio Fazio e i fatti italiani” spunti e riflessioni con gli esperti

“Come rilanciare la competitività del Sistema Italia nel nuovo scenario globale”. Questo il titolo del dibattito che si è sviluppato nella Sala Pia della sede di via Porta Castello a Roma dell’Università Lumsa, partendo dagli spunti offerti dal libro “Antonio Fazio e i fatti italiani”, uno spaccato della situazione economica e non solo dell’Italia durante il Governatorato di Fazio – durato dal 1993 al 2005.

Oltre all’autore, l’Onorevole Ivo Tarolli, e all’ex Governatore, hanno preso parte alla tavola rotonda – moderata da Giuseppe Sabella, Direttore relazioni industriali di oikonova – esperti del settore quali Paolo Savona, Presidente Consob, Franco Bechis, Direttore Verità&Affari, Giuseppe Di Taranto, docente di Storia dell’economia e dell’impresa, Enzo Papi, Presidente e AD di Termomeccanica Group, e Raffaele Bonanni, ex Segretario generale CISL.

L’incontro – organizzato dall’Università Lumsa in collaborazione con Ucid nazionale giovani e il Comitato Scientifico Ucid -, dopo il saluto iniziale del Rettore Francesco Bonini, si è trasformato in un’occasione per fare il punto sulla necessità di rilanciare la competitività del Sistema Paese. Un tema di stringente attualità da oltre 30 anni, affrontato con riferimenti storici e considerazioni sulle contingenze degli ultimi mesi, come la pandemia e la guerra.

“Perché non si fanno gli investimenti?”, è la domanda che si è posto e a cui ha cercato di rispondere Savona: “Non c’è sufficiente fiducia per mobilitare l’imprenditoria privata e ci sono fortissime pressioni su quella pubblica. Il problema è la fiducia: non riusciamo a ricostruire una fiducia che sfrutti le esportazioni, che sono in attivo, e il volume del risparmio”.

Il Professor Di Taranto ha invece focalizzato l’attenzione sullo scenario internazionale: “Si è assistito a una riduzione delle catene del valore a causa della globalizzazione, che ha avuto il suo apice con l’ingresso sempre più importante della Cina. Oggi invece si parla di de-globalizzazione, a causa della guerra e della formazione di due blocchi, ma la Cina sarà una superpotenza anche nel prossimo trentennio: nel 2028 sarà la prima potenza economica al mondo, nel 2025 sarà prima per le nano tecnologie, secondo studi recenti. Oggi senza i minerali critici non si fa nulla, servono per tutte le moderne tecnologie, e la Cina ne è ricchissima. Come potrebbe esserlo la Russia con il Donbass. Va ripensato il quadro geopolitico e serve un’Europa unita e coesa”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con uno sguarda più orientato allo scenario nazionale, Papi: “Siamo davanti a un momento epocale, col mondo che torna ai blocchi. L’economia globale non ci sarà più, perché l’impero americano non è in grado di mantenerla: ha allevato la Cina e creato un rivale. L’Europa si troverà davanti un’America con problemi sociali, svuotata di lavoro e riempita di finanza – ha dichiarato il Presidente di Termomeccanica Group, che ha poi concluso -. Tutti sanno cosa va fatto per dare produttività al Paese: giustizia, flessibilità sulla riorganizzazione della professionalità, infrastrutture degne, università connessa al mondo produttivo, ridare vita agli istituti tecnici. Le aziende italiane dovranno capire la nuova globalizzazione. Le grandi imprese non sono il traino della nostra economia: è difficile che la nostra economia faccia innovazione, fa invenzione”.

Focalizzato sullo scenario del lavoro, l’intervento di Bonanni: “La produttività è l’unica carta che abbiamo per riprendere un cammino non solo economico: bisogna alzare la produttività di sistema, premiarla e distruggere la spesa improduttiva. È un tema politico e culturale, una direzione di marcia da dare all’intero Paese”.

Partendo da una retrospettiva sull’operato di Fazio come Governatore della Banca d’Italia, Bechis ha fotografato così lo scenario attuale: “Le classi politiche dirigenti promuovono slogan. Le scelte fatte in politica economica, come aver puntato sulle rinnovabili, porteranno a un aumento di costi e instabilità del sistema – ha sentenziato il Direttore di Verità&Affari -. A noi è mancato qualcuno che sapesse pensare prima, che fosse preveggente, come Fazio. È mancata la sua difesa della specificità all’interno di regole condivise. Questo è un momento di grande debolezza delle classi dirigenti europee. Le piccole imprese hanno fatto gli investimenti che c’erano da fare e forse non è stata una grande idea prendere tutta quella somma a debito con il PNRR, siamo stato l’unico stato a farlo”.

L’incontro si è concluso con gli interventi dell’ex Governatore Fazio, che ha sottolineato con alcuni aneddoti l’importanza che riveste sullo scenario economico internazionale una Banca centrale forte, e dell’autore del libro Ivo Tarolli. “L’economia non vive di luce propria, ha bisogno di interfacciarsi con la società e la cultura. La cultura cristiano-morale che negli anni ’50 ha innervato il Paese ha consentito il miracolo economico italiano: l’economia è una somma di apporti interdisciplinari”, la chiosa dell’Onorevole Tarolli.